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Mezzometro, la pizza al metro a Senigallia e Jesi

in Mangiare e bere/Mezzometro da

Ami la pizza al metro? Mezzometro è una realtà di assoluta qualità sia come pizzeria che come ristorazione. Attualmente prende forma in due locali nella regione Marche e precisamente quello storico a Senigallia, precedentemente conosciuto come “Michele da Ale”e poi ora a Jesi, entrambi quindi nella provincia di Ancona. continua a leggere

I ‘casci’ di Michelangelo e i 20 anni della DOP della Casciotta D’Urbino

in Mangiare e bere da

Domenica 11 Settembre al Museo del Balì un Convegno, dedicato, ha festeggiato, con personaggi illustri del mondo eno-gastronomico marchigiano, i 20 anni del riconoscimento della DOP del Formaggio la Casciotta d’Urbino. A condurre Marco Menghini, agronomo di fama europea e consulente/volto fisso di Linea Verde, come già anticipato.  (vedi qui)
convegno-tycheA fare il ‘Pierino’, come si auto definisce lui, Paolo Cesaretti, brand manager del Consorzio. Paolo parla e Marco  Menghini, in questo prologo, gioca a fargli da spalla. Stiamo aspettando che una parte del pubblico finisca la visita ‘privilegiata’ al Museo del Balì con il Presidente della Fondazione Alighiero Omicioli. In pochi minuti arrivano tutti. Nel frattempo Menghini e Cesaretti toccano, in ‘pillole’, gli argomenti che saranno i contenuti di questo incontro. Primo fa tutti l’aggregazione, il fare gruppo fra agricoltori e allevatori. La sala è piena. La prima parola va a Gino Traversini, Presidente della 2° commissione del Consiglio Regionale. Qui in duplice veste. Duplice perché Traversini è di Cantiano. Quindi del pesarese anche lui. Si riallaccia al concetto gruppo e aggregazione. Al significato di fare cooperativa. Ci spiega quanto si stia lavorando in Regione per tutto ciò. Prima, Cesaretti, insieme a Menghini, ci avevano spiegato il senso sociale delle DOP. Non solo un marchio, un bollino da attaccare ad un prodotto. Un disciplianare che a volte può anche penalizzare il produttore. Ma un valore aggiunto importante per dare pregio al lavoro di chi, realmente, sta sulle montagne e alleva pecore e mucche in condizioni assolutamente disagiate. Menghini introduce il Presidente del Consorzio della Casciotta, Gianluigi Draghi. Con il suo narrare inizia la favola introdotta da Cesaretti. Nel grande schermo, alle spalle dei relatori, c’è fissa la pagina della storia della Casciotta d’Urbino. C’è il volto giovane ed entusiasta del Dottor Benedetti che credette in questa DOP. Nel 1996 divenne ufficiale. Ma perché Casciotta? Chiede Menghini. “Caciotta è generico” risponde Draghi. Tutte sono caciotte. Con il nome caciotta la DOP non avrebbe avuto il meritato riconoscimento. Così, racconta sempre Draghi, una ricerca storica li ha portati fino, addirittura, a Michelangelo. Nell’archivio della Parrocchia di Urbania vengono trovate notizie riguardo il fatto che era proprietario di molti ettari nel Montefeltro e si faceva portare i ‘casci’ a Roma dal suo mezzadro, mentre lavorava alla Cappella Sistina,. Da ‘Casci’ a ‘Casciotta’ il passo è breve. E premiato anche oggi. Per utili informazioni del consumatore finale il latte è ovino e di mucca. 70 per cento ovino e 30 per cento mucca. L’80 per cento della produzione avviene nello stabilimento di Montemaggiore al Metauro. Il resto in stabilimenti, nelle zone limitrofe, che seguono lo stesso disciplinare.
Le notizie, gli aneddoti sono tanti ed i relatori che si alternano, molto ben condotti da Menghini, puntano su un solo nobile concetto: l’aggregazione, la condivisione. Questa DOP, da sola, ha dato sostegno e lavoro a tanti produttori in zone disagiate e lontane dal ‘giro quotidiano’. Ne è convinto Antonio Centocanti, presidente di IME (Istituto Marchigiano Enogastronomico). Un professionista che ha dedicato alle cooperative vitivinicole tanto tempo della sua vita. Si parla di Food Brand Marche. Ve ne ho già scritto qui direttamente da Vinitaly.
Alla fine del Convegno è prevista l’apertura dell’Orcio. Con Paolo Petrelli, Paolo Cesaretti ha messo in opera un esperimento storico. Quindici forme di pecorino canestrato, già stagionato 60 giorni, sono state collocate dentro un orcio, in una delle cantine del Museo del Balì, fra un pesto di foglie d’ulivo e foglie d’ulivo. All’apertura esce della sana muffa bianca buona. Mentre Cesaretti estrae le piccole forme che poi assaggeremo Draghi ci regala nozioni gastronomiche tipo che il formaggio non va mai mangiato freddo (lo sapevate?). Centocanti ne decanta l’abbianamento ‘storico’ con il vino. Fabiani, il Presidente di Cooperlat Tre Valli chiude l’incontro. A onor del vero anche due signore sono state protagoniste di questa divertente kermesse (grazie Marco Menghini e grazie Paolo Cesaretti). Sono Daniela, solo Daniela, Presidente della Croce Rossa Italiana di Fano che ha ringraziato per il sostegno e ci ha messi al corrente della situazione dei nostri terremotati e Rossana Turina per il progetto Quidanoi che per questa Festa è diventato “Quidanoi è già Natale”. Mentre assaggiamo alcuni bocconi del pecorino uscito dall’orcio (buonissimo) Draghi ci svela il perché della ricetta della Casciotta. Copiata dai mezzadri/allevatori che con i latti vaccini e ovini facevano il ‘cascio’ per loro. Erano forme piccole perché il latte era poco. Così come è ora la Casciotta. Menghini ci rende edotti che il primo DOP della storia italiana risale al 1200 ed era il formaggio Castelmagno.
Insomma fra il Museo del Balì (merita la visita che siate grandi o piccini), fra le presenze colte e interessanti, fra il ‘colpo di scena dall’orcio’ si è conclusa questa festa. Lo scopo? Ridare dignità e storicità ad un formaggio che è sempre sulle nostre tavole. La prossima volta che mangiate uno spicchio di Casciotta D’Urbino spero vi ricorderete le queste mie semplici parole.

Carla Latini

Marco Menghini fra Linea Verde e formaggio marchigiano

in Mangiare e bere da

Marco Menghini, l’agronomo di Linea Verde, Rai1, ci racconta i suoi 11 anni ‘sui campi’. Marco sarà il moderatore del Convegno organizzato  dalla Festa del Formaggio Marchigiano per i 20 anni della DOP della Casciotta d’Urbino al Museo del Balì, a Montemaggiore, la prossima Domenica 11 settembre alle ore 10.

Lo vedrò al Balì così sarò in grado di spiegarvi meglio il significato delle DOP e la loro importanza fondamentale a livello europeo.  Il modo di ‘moderare’ di Marco è più vicino ad un brillante conduttore televisivo che ad un ‘serio’ agronomo quale in realtà è.  Marco Menghini è un libero professionista che fa da anni questo mestiere non solo in tutta Italia ma nell’Europa intera. Va dove è necessario il suo sapere.  L’avventura Linea Verde comincia per puro caso. Tramite un amico. Quando lo chiamano dalla Redazione fa come fece Patrizio Roversi (l’attuale conduttore di Linea Verde) ad una telefonata dell’allora vice direttore Rai Maria Pia Ammirati. Incredulo pensò ad uno scherzo e mise giù il telefono.  Da quel giorno inizia  la collaborazione di Marco, come consulente agronomo. Corre l’anno 2005 e c’è la conduzione Brosio/Vissani. L’incarico doveva durare solo per 5 puntate ed invece Marco è ancora lì.  E lo vedremo per tutto il 2017.  Il suo ruolo, i primi tempi, è di pura consulenza in agricoltura. Terreni, produttori, coltivazioni, rotazioni, nozioni, tecniche, biodiversità ecc…  Linea Verde è sì un programma popolare ma deve dare informazioni precise. Deve educare lo spettatore ad apprezzare i frutti provenienti da una filiera controllata e certificata. Linea Verde nobilita l’agricoltura italiana. Durante le stagioni condotte da Massimiliano Ossini qualcuno capisce che il suo contributo funziona anche in video. La sua prima volta è con Veronica Maio. Un allevatore non riesce, emozionato!, a spiegare concetti indispensabili. Ossini invita Marco. E Marco aiuta l’allevatore, con tatto ed eleganza, a toccare contenuti importanti per la puntata. Da qual momento Nicola Sisto, il regista, comprende quanto sia fontamentale la presenza del consulente esperto in video.  Poi Marco è simpatico. La sua faccia buca lo schermo.
Con Patrizio Roversi ha creato una coppia consolidata.  Roversi che studia molto prima di ogni puntata e approfondisce ogni dettaglio, fa finta di essere ignorante e Marco fa perfettamente solo se stesso.  Le ‘vignette’ che sanno inventare sono dei veri e propri camei che rimangono in testa e che, in questo modo, rendono più semplice l’apprendimento.  La redazione è composta da persone preparate, attente. Prima di ogni puntata numerose riunioni danno vita a scambi di opinioni, idee, spunti. Con Marco, prezioso tassello insostituibile. Lo ascolterò volentieri la prossima domenica a Montemaggiore.  Vi aspetto alle 10 al Museo del Balì. Preparate le domande…
Carla Latini

Panariello e Pieraccioni fanno ridere quindi i Conti tornano, buona la data zero ad Ancona

in Concerti/Eventi da

Viva la comicità popolare, quella che piace alla gente. E su questo che hanno puntato Panariello e Pieraccioni e, per tanto per fare una battuta, i Conti sono tornati. Sembrava un super show televisivo del sabato sera di altri tempi, stavolta invece che dal divano l’abbiamo visto da una sedia del Palasport di Ancona. Quindi inutile contare le battute riciclate e quelle nuove, il divertimento c’era ed è stato fruibile per tutti il tempo del lunghissimo show, oltre ma decisamente oltre le due ore.
Ad Ancona (e quindi anche alle Marche) il merito di questo battesimo del palcoscenico, a proposito sinceri complimenti agli organizzatori, a cui il trio toscano ha dedicato un esilarante e personalizzato sketch iniziale con inevitabili doppi sensi. Pieraccioni si sbizzarisce subisco quando affronta il tema dei mestieri nelle Marche, puntando deciso sugli scarpari, <<le scarpe con i pallini sotto sono anche un buon passatempo, provate a calpestare una cacca e poi a pulirle >>. E poi l’elogio incondizionato alla cucina della nostra terra, dove Carlo Conti, con una gaffe volontaria o involontaria poco importa, storpia i “moscioli”, prontamente rimediato da un Panariello sprint che imitando Renato Zero inneggia poi al “ciauscolooooooo”. Il colpo di grazia poi arriva dal solito, piacevolmente redivivo Pieraccioni che si concede una divagazione sull’argomento vini, quando racconta della cameriera che gli domanda <<hai mai provato la passerina?>>.
Insomma uno spettacolo un po’ “Amici miei” e tanto stile “stile film panettone di Natale”. Nessuno spazio per il varietà ma un palcoscenico che sembrava un grande bar di periferia d’altri tempi, quelli solo per uomini, dove si può dare spazio a ricordi bugiardi e parlare di improbabili avventure con le donne. Una leggerezza che piace, tira l’applauso e rende complice il pubblico in ogni istante.
Anzi diventa una situazione contagiosa quando uno spettatore in fila per l’uscita ci prova anche lui con una battuta, “mancava solo il quarto comico toscano” a cui mi aggancio anche io aggiungendo “tranquilli non sta parlando di Benigni…” e giù di nuovo tutti a ridere.
Saper sorridere è una buona maniera per ricominciare.

Kruger Agostinelli

Alla ricerca dei “Casciottgon” con la Casciotta di Urbino. Vent’anni di Dop a Montemaggiore

in Mangiare e bere da

festa del formaggio marchigianoUn’idea originale legata ad uno dei prodotti Dop più famosi delle Marche e ad una festa, la Festa del Formaggio Marchigiano, che si svolgerà dal 10 all’11 settembre a Montemaggiore, in provincia di Pesaro Urbino. I “Casciottgon” (richiamo ai Pokemon) avranno la forma e l’immagine della celebre Casciotta d’Urbino che in quei giorni festeggia i 20 anni di Dop.

Mi ha incuriosita e sto cercando di capire meglio cosa succederà. La festa ha un programma ambizioso e divertente. Che abbraccia un bacino d’utenza trasversale. Giovani, famiglie, bambini, anziani, sportivi, ragazzi, gourmet, turisti, amanti dell’arte, della tradizione e della storia. Insomma tutti. Il momento Casciottgon sarà domenica 11 settembre all’interno e all’esterno del celebre Museo del Balì e in tutto il territorio di Montemaggiore. A breve ci sarà una cartina scaricabile dal sito www.casciottadurbino.it che fungerà da mappa strategica indicando i potenziali posti dove si potranno avvistare i Casciottgon. Comincia alle 8 e finisce alle 20.30. Il Balì, da quando è nata la mania Pokemon funge anche da ‘ricarica’. Chi conosce il gioco bene sa cosa voglio dire. Molti sono i misteri e le favole che circondano i Pokemon. Ce ne saranno tanti anche intorno ai Casciottgon. Sarà una ‘caccia’ fotografica. Per un po’ di tempo (quanto?) si materializzarà l’immagine della Casciotta così come la conoscete. Bisognerà essere veloci, attenti. Tempestivi per non farsi scappare il Casciottgon catturato. Ovvio è solo un bel gioco e come tale avrà lo sfondo senza tempo del Balì e lo storico fascino di Montemaggiore. Dove i bambini si divertono ed imparano la matematica, la fisica, l’astrofisica. E a rincorrere i Casciottgon. Scherzi a parte, i due giorni dedicati alla Casciotta più famosa d’Italia (l’unica con la “sc”) e al suo ventesimo compleanno, avranno un ampio respiro culturale e daranno un’identità diversa ad un prodotto, buonissimo, che tutti noi conosciamo e apprezziamo nei banchi frigo dei nostri supermercati. In questi giorni sarà possibile visitare il luogo di produzione a Montemaggiore. Per rendersi conto di persona del percorso che fanno latte di pecora e di mucca per diventare la Casciotta d’Urbino. A questo punto del mio pezzo mi sembra doveroso informarvi sul programma ‘quasi’ definitivo. Perché c’è ancora tanto tempo e altri appuntamenti e personaggi famosi possono aggiungersi per la gioia di tutti. Per informazioni e prenotazioni www.casciottadurbino.it.

Carla Latini

SABATO 10 SETTEMBRE

H. 9.00-10.00 “LA COLAZIONE MARCHIGIANA”
LATTE ALTA QUALITÀ QM TRE VALLI CON CAFFÈ D’ORZO,
BISCOTTI E TORTE DELLA COOPERATIVA “IL BIROCCIO”.

H. 9.30-11.00 “A SCUOLA DI LATTE”
EDUCAZIONE ALIMENTARE AI BAMBINI
ANTEPRIMA 2016/2017 COOPERATIVA “ALIMOS”

H. 11.00 – 11,45 INAUGURAZIONE PUNTO VENDITA QUIDANOI
CON LE AUTORITÀ E VISITA AL CASEIFICIO VALMETAURO (SOLO SU PRENOTAZIONE).

H. 12,00 – 12.30 “QUIDANOI È GIÀ NATALE”. PRESENTAZIONE DEL CATALOGO ONLINE DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI

H. 12.30 – 14.00 APERIPRANZO AL FORMAGGIO
CON LE RICETTE DELLA TRADIZIONE MARCHIGIANA.

H. 16.00 – 18.00 “IL PANIERE DEI PRODOTTI
FOOD BRAND MARCHE” DEGUSTAZIONE GUIDATA.

H. 17.00 – 20.30 ESIBIZIONE LANCIO DEL FORMAGGIO
CON FORMAGGIO PECORINO STAGIONATO. A CURA UISP

H. 17.30 – 20.30 ESIBIZIONE DI RUZZOLA
COMPAGNIA DEL VENGA L’OST

H. 17,30 – 18.30 MERENDA MARCHIGIANA
CON FORMAGGI E SALUMI E ALTRE PRELIBATEZZE

H. 19.30 – 24.00 “FORNELLI ACCESI”
CENA CON LE RICETTE A BASE DI FORMAGGIO
DELLA TRADIZIONE MARCHIGIANA,

DALLE H. 22.00 “CASCIOBURGHER” L’INCONTRO FRA
LA CASCIOTTA ED IL MARCHBURGER DI BOVINMARCHE.

H. 22.30 – 00.45 “NOTTE PRIMA DELLA SCUOLA”
MUSICA ED INTRATTENIMENTO PER FESTEGGIARE
IN ANTICIPO L’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO

DOMENICA 11 SETTEMBRE

H. 08.00 – 12.30 “CICLO RADUNO” ESCURISONE IN MONTAIN BIKE
CON LA “SERVIGOMME CYCLING TEAM”. (CIRCA 35 KM) DI MEDIA DIFFICOLTA’
.
H. 08.00-10.00 “LA COLAZIONE MARCHIGIANA”
LATTE ALTA QUALITÀ QM TRE VALLI CON CAFFÈ D’ORZO,
BISCOTTI E TORTE DELLA COOPERATIVA “IL BIROCCIO”.

H. 08.00- 20.30 “CASCIOTTA GO” GIOCO FOTOGRAFICO ALLA RICERCA DEI “CASCIOTTGON”

H. 10.00 – 11.30 VISITA AL CASEIFICIO VALMETAURO
(SOLO SU PRENOTAZIONE).

H. 10.00 – 11.30 “VENT’ANNI DI DOP UNA INNOVAZIONE
BEN RIUSCITA” CONVEGNO AL MUSEO DEL BALÌ.
AL TERMINE “APERTURA DELL’ORCIO”, STORICO
CONTENITORE DOVE AFFINANO FORME DI FORMAGGIO
AVVOLTE NELLE FOGLIE DEGLI ULIVI DI CARTOCETO.

H. 12.30 – 14.00 APERIPRANZO AL FORMAGGIO
CON LE RICETTE DELLA TRADIZIONE MARCHIGIANA.

H. 15.30 – 22.00 MOSTRA FOTOGRAFICA
A CURA DI 80 ASA CLUB FOTOGRAFICO

H. 16.00 – 17.00 FORMAGGI DOP A CONFRONTO
(DEGUSTAZIONE GUIDATA).

H. 16.00 – 18.30 CASCIOTTA IN STAFFETTA
A CURA DI ASD CALCINELLI RUN

H. 17,30 – 18.30 MERENDA MARCHIGIANA
CON FORMAGGI E SALUMI E ALTRE PRELIBATEZZE

H. 18.00 – 24.00 “FORNELLI ACCESI”
CENA CON RICETTE A BASE FORMAGGIO DELLA
TRADIZIONE MARCHIGIANA ACCOMPAGNATA DA MUSICA.

H. 22.30 – 00.45 “NOTTE FORMAGGIOSA”
MUSICA ED INTRATTENIMENTO PER FESTEGGIARE
I 20 ANNI DELLA CASCIOTTA D’URBINO

SABATO 10 E DOMENICA 11 SETTEMBRE
H. 11.30 – 22.00 MOSTRA MERCATO “QUIDANOI È GIÀ NATALE” (AREA DEL PARCHEGGIO DEL PUNTO VENDITA CASEIFICIO)

H. 15.30 – 22.00 MOSTRA FOTOGRAFICA A CURA DI 80 ASA CLUB FOTOGRAFICO

H. 16.00 – 18.30 “CASCIOTTA IN FLIGHT” VISITA AL CAMPO ULTRALEGGERI, A CURA DEL “ALBATROS ULTRALIGHT CLUB”.

H. 16.30 – 22.00 BABY CHEESE PARK
“GIOCARE CON IL LATTE” LABORATORI PER BAMBINI

H. 16.30 – 18.00 PASSEGGIATA TURISTICA CON GUIDA
A MONTEMAGGIORE AL METAURO.

H. 17.30 – 22.00 SPINNING
(SOLO SU PRENOTAZIONE AL 328-3911575)

H. 17.30 – 22.00 GIOCO LANCIO DEL FORMAGGIO

PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
PROLOCO MONTEMAGGIORE AL METURO
www.casciottadiurbino.it

Maurizio Digiuni, con un nome così non poteva che fare il cuoco! “Divagazioni” al gusto ciauscolo di pesce

in Mangiare e bere/Senza categoria da

“Dai su fai la solita battuta sul mio cognome!” Mi attacca subito! Impossibile resistere. La metto additittura nel titolo. Maurizio fa il cuoco da 18 anni sulla costa sud della riviera adriatica. Quindi mare servito nel piatto. Grandi numeri di gran classe. Il posto si chiama il Porticciolo ed è a Cupra Marittina. Benedetta e Stefano sono i titolari. Affezionati alla sue solida tradizione. Ma a volte, ogni tanto e per fortuna nostra, ama divagare.
Divaga sui ricordi e fa della sana provocazione. Si inventa ricette per recuperare quegli scarti che, altrimenti, finirebbero nei primi piatti. Come la sua galantina di tonno. Dove con il tonno mette le uova sode e i pistacchi.

Firma piatti che definiamo insieme ‘blasonati’. Piatti che mettono soggezione al cuoco che li fa. Uno di questi sono gli spaghetti cacio, pepe e cozze. La vicinanza dell’Abruzzo si fa sentire. E il sempre attuale, mare monti, cacio e pesce, risulta goloso e piace a tutti. Ma non voglio scrivere solo delle divagazioni di Maurizio. Dei suoi fiori di zucca ripieni di gamberetti e non di alici, delle sue lumachine e vongole con pecorino.

Al Porticciolo ho assaggiato, finalmente, la versione ufficiale del Brodetto alla sambenedettese. Quello fatto con tante verdure. Pomodori verdi (perché diventavano maturi durante le uscite in barca) peperoni gialli, rossi e verdi. Tutti i pesci del pescato locale. E non mancano mai le seppie. Niente farina e tanto, tantissimo aceto. Che aiuta a sfaldare le verdure e a conservare i pesci. Molti sono i clienti che si fanno chilometri per questo Brodetto. E si fermano anche al mare. Il Porticciolo ha una quarantina di ombrelloni, una spiaggia ben curata e il calore famigliare di Benedetta e Stefano. Lei segue e coordina la sala. Stefano fa la pizza. Per i ‘vacanzieri’ stanziali Maurizio inventa sempre il ‘piatto del giorno’. Spesso un primo che ‘impone’ con gentilezza. Che siano vongole o scoglio. Dalla sua mano potrete gustare intelligenti abbinamenti di verdure, legumi e pesce. Tutto di stagione e locale. In cucina con lui c’è Marco che è il suo secondo. Ha solo 27 anni ma l’esperienza di un cuoco navigato. Poi c’è Andrea, giovanissimo ed alle prime armi. Cresce bene. Maurizio è soddisfatto.

Contento di essere riuscito, durante il caos frenetico di agosto, a tenere fede alla sua promessa.

Grandi numeri di gran classe. In sala due persone aiutano Benedetta. E quando possono si aiutano a vicenda passando dalle pizze di Stefano alle ‘divagazioni a sorpresa’ di Maurizio. Il nostro Digiuni ci tiene a precisare che tutte le paste fresche, gnocchi e ravioli, sono fatti in casa. Insieme ai dolci: bavaresi e semifreddi estivi, panne cotte, zuppe inglesi, sacher. Un paio di dolci al giorno sono il suo trand abituale. “Ancora divagazioni chef?” Provocazioni che è meglio. “Tu non hai mai assaggiato il mio ciauscolo di pesce: calamaro ripieno di ciauscolo tagliato a fettine e servito freddo. Mi sono dimenticato anche di raccontarti della carbonara con i fiori di zucca e la bottarga, degli hamburger di pesce, della frittata con l’umanità e della spigola in carrozza. “Ma come inviti i tuoi clienti a scegliere le divagazioni/provocazioni? Le leggono sul menu soltanto? Esci in sala?” “Esco all’inizio, al momento degli antipasti caldi e freddi. Si chiamano così ma li cambio spesso. Colgo l’occasione per descriverli. Spiego perché oggi c’è il tonno e ieri la ricciola. Offro il mio aiuto. La mia è una presenza discreta. Mai invadente. Necessaria”.

Immagino che fra una spiegazione e l’altra Maurizio trovi il tempo giusto per infilare, con un tocco leggero di fioretto, un assaggio di galantina di tonno o una spigoletta fresca in carrozza. Formaggio e pesce. Non una novità ma una continuità. Benedetta, Stefano, Maurizio, Marco e Andrea vi aspettano al Porticciolo. Con un nome così, tanto per rimanere in tema di nomi, il pesce fresco è una certezza. E non rimarrete ‘Digiuni’!
Vi consiglio di prenotare allo 0735/777629 https://www.facebook.com/chaletilporticciolo. www.chaletporticciolo.it

Carla Latini

La Capannina di Portonovo, la scelta giusta di fine estate

in Senza categoria da

La mattina presto è un momento più che magico. Meglio dello scontatissimo tramonto. I sughi già bollono in cucina e i cuochi sfilettano il pesce. Alle 7.30 la Portonovo gastronomica è già attiva. Mi fermo a prendere un caffè alla Capannina. Il cielo è coperto ed è uguale al mare.

Sento ancora i rumori sommessi della sera prima. Cocktail e grandi spiriti nella notte guardando verso l’orizzonte. Dopo una cena che avrà fatto “ridere” il vostro palato. La Capannina si vive dalla sera alla mattina e viceversa. Un tuffo, una brioche, un bagno di sole, l’ombrellone, la sdraio, una pizza bianca ed una padellata di paccheri. Gabriele Capannelli alle 7.30 è già qui. Organizza la giornata e poi scappa ad Ancona, a Bontà delle Marche (ne ho scritto QUI). Imprenditore audace è convinto che non si può smettere di fare. Sua è anche l’iniziativa, molto ben riuscita, al porto del capoluogo, che si chiama “Ticiporto”: spettacoli gratuiti e street food per rinfrescare le serate anconetane. Ma torniamo alla Capannina. Gabriele sta dietro le quinte e davanti, sul palco, due belle donne, Beatrice e Lorenza, accolgono gli ospiti e li seguono in ogni loro desiderio. Qui se ne possono esprimere tanti. Dalla pizza. Unico bagno al mare con il forno a legna che “sforna” pizze bianche e rosse firmate da Rudy. Con farciture classiche e di fantasia. Croccanti, da mangiare a spicchi con le mani. E la “marinara” vi farà leccare le dita. C’è un menu di lusso e uno degustazione. La lista delle vivande alla carta. Gli immancabili moscioli che ogni cuoco interpreta a modo suo. Il cuoco della Capannina li lascia assolutamente al naturale. A profumare di sale e di mare.
Una lavagnetta accanto all’entrata indica ogni giorno il pescato del giorno con accanto il prezzo al chilo. Come una “borsa” del pescato. In questo modo, appena arrivati, potete scegliere il pesce di vostro gradimento che sarà condito e cotto solo per voi. In tempi di fermo pesca è una solida garanzia di freschezza e qualità. In attesa, insieme ai moscioli e al loro sughetto perfetto per fare scarpetta, due crudi, se vi piacciono, ed un eccellente baccalà mantecato, potrebbero essere il vostro inizio. Da bere? Gabriele è un cultore del buon bere. Si rifornisce direttamente dalle cantine. Sia locali che fuori regione. Ha una lista di bolle, dal Franciacorta al marchigiano, che strizza l’occhio ruffiano alla Francia migliore. Con il pesce le bollicine sono da tutto pasto. Soprattutto se cominciate con il crudo. Non mancano birre artiginali, non solo da abbinare alle pizze. Gusterete dei paccheri con i moscioli che arrivano a tavola ancora saltando in padella e gli spaghetti con ragù di mare. Quello in bianco con tutti i pesci cotti a tempo. A ciuscuno il suo tempo. Mentre il vostro grande pesce starà borbottando nel forno con gli aromi del Monte Conero accanto a lucidi, immancabili, pomodorini. Potete stare dentro, fuori, fra fuori e dentro. Continuare a stare in branda. Rilassati e, forse, se riuscite, spensierati per qualche ora. Lo scopo di Beatrice e Lorenza è solo questo. Donarvi cibo e vino che si fondano con l’atmosfera ed il paesaggio unico che la natura ci regala, senza chiedere nulla in cambio.
Perché il vostro soggiorno sia indimenticabile e vi costringa a tornare qui. Dove un caffè alle 7.30 della mattina ti fa tirare un sospirone come fosse un sollievo. Ed il mare ha sempre il colore del cielo. La Capannina è attiva tutto settembre. Il periodo più bello. Per prenotazioni e informazioni tel. 071 801562, info@lacapanninadiportonovo.it

Carla Latini

Daniele Baldoni, nelle sue sculture l’antidoto ad ansie e paure

in Arte/Cultura/Tyche Magazine da

Daniele Baldoni un’esperienza artistica per scoprire se stesso. Una facilità nella manualità, l’ha fatto approdare alla scultura. Ci racconta la sua storia attraverso una interessante intervista e una galleria fotografica con alcune sue opere portate in redazione. Una frase di Leonard Cohen, “C’è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la luce”, sembra descrive perfettamente il nostro giovane artista.

intervista video di Kruger Agostinelli

foto di Federico De Marco

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Luigi Mancini e i suoi grappoli di Pinot nero a picco sul mare

in Mangiare e bere/Senza categoria da

I vignaioli sono dentro i loro vigneti che sono dentro i loro vini. Il vino si fa in vigna, dicono tutti gli enologi e gli esperti. Più la vigna è amata e più i vini sono generosi. Ho conosciuto Luigi Mancini prima di bere i suoi vini e poi ho visitato il vigneto più alto. Che si specchia del mare tanto è ripido. Ed il mare soffia fra i filari, con un forte vento salato. Luigi è una persona schietta. Di poche parole che offre con la stessa grazia con cui versa i suoi vini. Ma se entri in sintonia è un mare blu di nozioni e di emozioni che ti travolge.

vini mancini Arrivo da lui verso mezzogiorno, in cantina nel Pesarese. È in piedi su una scala accanto ad un tino. Un piacere vederlo così. All’opera. Poi mi fa accomodare nel suo quartier generale. Mobili antichi di pregio e il caos bello e avvolgente di chi lavora senza sosta fra mail, post it, bottiglie e bicchieri. Mi permette di fare, con lui, unn percorso degustazione unico. Stappando annate che risalgono a 15 anni fa e che ancora non hanno finito di raccontare la loro storia. Colpita assaggio in silenzio. Adoro il Pinot nero che trovo il grappolo più bello e delicato del mondo. Un po’ come il Verdicchio. Chiuso “a pugno” all’esterno per aprirsi con calma e a lungo dentro il bicchiere. Luigi è stato il primo a vinificare Pinot nero nelle Marche, impiantato a Pesaro tanti anni fa durante la dominazione napoleonica. Il terreno calcareo e il microclima freddo proveniente dal mare risultarono, fin da allora, ideali per questa coltivazione. Fu la famiglia Mancini, da generazioni, a mantenere in purezza il vitigno e a vinificarlo con cura, rispetto e attenzione. Mentre parliamo, Luigi accende il computer e sul grande schermo mi faccio un viaggio virtuale fra gli appezzamenti da dove prendono il nome i suoi vini. Roncaglia, Albanella 100% con una piccola aggiunta di Pinot nero, è nella zona di Roncaglia, accanto al parco naturale San Bartolo. Focara, zona Focara sempre accanto al Parco che produce appunto il Focara, Pinot nero vinificato in rosso. Focara Rive, sempre Pinot nero ma proveniente dalla zona di Rive, dove stiamo per andare. Colline Focara e Rive, il Sangiovese del Colli Pesaresi. Dalla vigna di Monte Bacchino nasce Blu, IGT rosso. E sempre da Rive arriva anche il Sangiovese. E poi c’è Impero (posso dire il mio preferito?), Pinot nero vinificato in bianco. Attualmente di Albanella c’è il 2013 e delle altre uve il 2012 e 2011. A breve, oppure quando lui vorrà, anche Mancini avrà le sue bollicine.

tenuta mancini tycheHo avuto il privilegio di un’anteprima che mi ha confermato quello che stavo pensando mentre degustavo: i grappoli che Luigi ama e “protegge” dal freddo del mare lo ringraziano con questi vini che sono senza tempo. Prima di portarvi con me a Rive, sarà eccitante ma non nel senso che pensate voi, vi consiglio di vedere sul suo sito www.fattoriamancini.com un video molto bello, di quelli che si dicono emozionali, che mostrano le sue vigne, le ginestre che qui durano tutto agosto, il tramonto. Uno spettacolo unico che porta in vigna visitatori ogni sera per tutta l’estate. Arriviamo in macchina fino a Rive. La visita fra le vigne è “sui generis”. Se volete, salirete su una Suzuki a 4 posti, decappotabile con gomme da alta montagna, Luigi alla guida vi chiederà: «Sei sportiva?» Abbastanza, rispondo tranquilla. Bene, tenetevi forte, perché si parte per un tour rocambolesco, che ha del pericoloso se non sei uno stuntman. Montagne russe fra le vigne a picco sul mare. Ed arriviamo in alto, così in alto che manca il fiato. Scendo, tocco terra e lui ride. Un motivo in più per andare a trovarlo. Oltre che per acquistare i suoi vini.

Fattoria Mancini, Strada dei Colli, ingresso via del Gabbiano, Pesaro. Tel 0721 51828, aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.

Carla Latini

le confidenze di Alex Britti fra ricordi e aneddoti, “viva le donne del Lola”

in Concerti/Eventi da

“Passiamo a salutare Alex Britti?” mi propone l’amico e collega Marco Chiatti del Corriere Adriatico. Da parte mia c’è la curiosità di incontrarlo per la prima volta e poi abbiamo il gancio della bella promoter Angelica Curzi. E’ proprio Angelica che con la sua insuperabile cortesia ci introduce alla corte di Britti. Non è difficile entrare in confidenza con lui e poi abita a Roma, precisamente a Monteverde nel mio quartiere, di quando abitavo lì anche io. Parliamo del ristorante capitolino il Focolare, anzi da Calogero come ben si ricorda lui. Poi la nostra conversazione passa al meteo, complice la sera decisamente freddina di agosto che stiamo affrontando.  Ed ora di cosa parliamo ? Inevitabilmente di musica e…dintorni.
– Ci sono artisti che seguono le tendenze e tu?
<< Non ci riuscirei mai, io compongo quello che sento e non potrebbe essere diversamente. Non so davvero quello che scriverò ma l’ispirazione è così, quando arriva è pronta per essere servita. Se funzionerà? Spero di si ma è una condizione secondaria. >>
– Con un prezioso collaboratore del Tyche Eventi, Maurizio Della Fortuna hai collaborato, al teatro Manzoni di Milano ad un progetto ambizioso con Toquinho
<< E’ vero con il leggendario musicista brasiliano ci siamo regalati questa occasione in cui raccontavamo, chitarra in mano, le nostre rispettive canzone famose. E poi abbiamo dedicato una parte a noi due. Mi ricordo che mio padre aveva un suo disco con Vinicius De Moraes, lo conoscevo a memoria. Ho iniziato a strimpellargli quei pezzi e lui divertito mi è venuto dietro. Si è fatto buttare giù da internet i testi e ci siamo esibiti così. Che bel successo. Penso proprio che sia un’esperienza da ripetere>>.
– E delle Marche cosa ricordi?
<< Un esperienza importante e stimolante per le Winx. Questo mi ha permesso di venire diverse volte giù a Recanati>>.
A questo punto scatta la memoria del buon Marco Chiatti, che lo vide appunto come cliente divertito al mitico Lola di Porto Recanati.
<< Mamma mia che… – il resto continua in romanesco che tradotto in lingua italiana sta per – che belle donne che lo frequentavano>>.
Da lì il suo ricordo diventa più prolifico e praticamente era all’epoca un esperto di tutti i locali da ballo degli Ascani (Green Leaves, etc etc). In pieno buonumore arriva Angelica che ricorda che manca una manciata di minuti al concerto in piazza XX settembre a Civitanova. E’ salito più sorridente sul palcoscenico, del resto i buoni ricordi fanno bene e fanno dimenticare pure che, stasera l’aria è proprio fresca. Grazie Alex

Kruger Agostinelli

(foto di Federico De Marco)

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