I menu di Felicità Romagnoli in musica: ecco gli abbinamenti con i concerti di Tyche Festival
La storia di Felicità Romagnoli sembra un film girato a Hollywood. Già il nome è tutto un programma: Felicità. In verità, nata in America, il suo nome originale è Happy. Mi racconta la sua passione per la cucina cominciata in casa con nonna e mamma. Un po’ “fai date” e un po’ di corsi fra Usa e Londra hanno formato la mano sicura di questa bella ragazza. Alla fine del mio pezzo che è anche un’intervista, Felicità abbinerà i suoi menu agli ultimi concerti di Tyche Eventi e alle musiche che preferisce. Quindi rimanete qui. Felicità sfilava per Valentino. Mi confessa, però, che, siccome il primo amore non si scorda mai, anche adesso, ogni tanto, si concede il lusso di qualche sfilata fra un servizio di catering ed una cena in un club privato. Felicità cucina a domicilio. Dopo qualche anno passato fra i fornelli di altri cuochi ha deciso di fare da sola. Ha un carattere forte la ragazza che ha fatto del suo ‘Chef a domicilio in musica’ un vero e proprio mestiere.
E la musica come si inserisce?
«La musica fa parte della mia vita. Mentre invento un piatto e preparo una linea di cucina la sento in cuffia. Cucino con le cuffie. Se poi i miei clienti voglioso essere coinvolti accendiamo lo stereo! Il mio motto: cucinando con amore, mangiando con felicità».
Compleanni, matrimoni, anniversari con la cucina felice e musicale di Felicità? Quali sono i tuoi ingredienti e i piatti preferiti?
«Mi muovo agilmente fra vegetariano e vegano. Adoro zenzero, curry, curcuma. Lavoro molto bene pesci e crostacei. Ci abbino tutti i generi musicali dal jazz alla musica classica fino alla house»,
Circa 5 anni fa è uscito, solo in inglese e negli Stati Uniti, il suo primo libro. Come poteva intitolarsi se non ‘Food and Music’? Ci sono raccolti i suoi piatti classici. Attraverso il passa parola la ragazza arriva poi a cucinare per grandi eventi e per personaggi molto famosi. Madonna e Alain Delon la chiamano spesso.
«I miei libri? Ti riassumo in breve la loro storia, ho pubblicato a novembre dell’anno scorso il mio libro in inglese vendendo circa 1200 copie tra America e Gran Bretagna per poi stamparne circa 5000 copie in italiano da vendere in Italia, sto concludendo accordi con diverse librerie e ultimando sul sito la vendita online. Nel frattempo sto chiudendo il secondo libro che sarà disponibile a novembre (il cartaceo). Le differenze tra il primo e il secondo libro sono l’inserimento di canzoni associate (musica tra gli stili più svariati) alle ricette, e l’utilizzo di erbe e di spezie come rimedi naturali oltre che in cucina».
Quindi aspettiamo il prossimo “Food and Music”. Sappiate che il 5% delle vendite verrà devoluto alla Aiom Marche grazie al contatto con il dottor Luciano Latini.
Ed ora ancora domande ed i menu/concerti e i menu/music.
Ma durante il lavoro, come fai? Chiami qualcuno che ti aiuta?
«Fino a 70 persone faccio da sola. Mi preparo la linea prima a casa, arrivo nella location destinata, metto le cuffie o accendo lo stereo e comincio!».
Ride con dolcezza e mi chiede scusa se aggiunge altre notizie su di sé. Ma io sono qui per questo e apprezzo molto la sua cortesia. Quindi scopro che nel Giugno di quest’anno è stata premiata con il Disco Diva. Una serata speciale che ha allietato anche con un angolo degustazione dove ha fatto assaggiare le sue creazioni.
Che adesso inventi per noi di Tyche. Facciamo un gioco al contrario. Io ti dico un gruppo musicale o un cantante (gli ultimi concerti di Tyche tanto per rimanere in tema) e tu mi dici il menu che ti viene in mente per loro.
Da qui in poi vengo travolta dalla competenza e dalla fantasia di Felicità!
menu TIROMANCINO
– Calamari ripieni di Riso di Venere (L’alba di Domani)
– Ravioli Ripieni di Tonno Fresco e Zucchini (Angoli di Cielo)
– Sfoglia e fragole al profumo di Rosa (Piccoli miracoli)
menu Vinicio CAPOSSELA
– Funghi ripieni di spinaci (La Madonna delle Conchiglie)
– Tagliatelle all’uovo con il pollo (Le Sirene)
– Sorbetto di Mango (Le Pleiadi)
menu Jethro TULL
– Gamberi e Fave (Aqualung)
– Lasagna di Coda di Rospo e Topinambur (Locomotive Breath)
– Bavarese al limone (Heavy Horses)
Concludo il mio incontro telefonico con Felicità con tre menu musicali. Leggete che belli e divertenti.
Menu estivo vegano in chiave classica:
– Insalata di rucola pera noci e tofu con una spolverata di zenzero (9a sinfonia di Ludwig Van Beethoven)
– Polpettine di melanzane con la paprika (Aria sulla IV corda di Johann Sebastian Bach)
– Mousse all’ananas e cioccolato (Il Danubio Blu di Strauss)
Menu vegetariano in chiave jazz
– Uova di quaglia immerse nel verde ( What a wonderful world – Louis Armstrong)
– Lasagna di zucca (Blue skies- Ella Fitzgerald)
– Tortino di frutta (So what – Miles Davies)
Menu di pesce in chiave mix music
– Pannocchie ripiene al forno (The two of us di Claudja Berry e Ronnie Jones)
– Ravioli ripieni di gamberoni al profumo di pomodoro fresco e zenzero (William Pharrell Happy)
– Tortino al cioccolato piccante (Maria Maria Santana)
Carla Latini
Le tagliatelle fatte in casa con il grano Saragolla si agganciano ad un condimento prepotente fatto di sapori aggressivi e morbidi nello stesso tempo. I piatti di Rosaria, tutti, cominciano con profumi forti che arrivano fino alla mente e rimangono in bocca. E si separano, si uniscono insieme alle erbe e agli aromi. Hilde Soliani, che è al mio fianco, le tira fuori un passato orientale e le dice: «Sembra di essere a Londra in un eccellente ristorante fusion». Un complimento? Decidete voi quando mangerete da Rosaria. Odori caldi di forno arrivano dalla cucina. Un trancio di porchetta con crosta croccante e carne che si scioglie in bocca sposa Saturnia. Nozze d’oro sicuramente. Chissà quante volte e in quante case qui intorno avranno cotto maiale e pesche? Il dolce (banale ma perché?) è un normale soufflè di pesche. Fatto benissimo. Da mangiarne fino a tarda notte insieme ad un Calvados del ’77 consigliatoci da Silver Frati, il Maitre sommelier. Un professionista di grande apertura mentale. La cantina dei Due Cigni è piena di piacevoli sorprese. Come Il Cupo 1999 di Ester Hauser che a dispetto del nome sta in provincia di Ancona. Con me e Hilde c’è Francesco Annibali. Che ringrazio di cuore per il pomeriggio nel pescheto (di cui vi ho già raccontato QUI) e di questa serata con Rosaria. Una Rosaria che osa. Tant’è che quando Hilde le fa sentire alcuni sui profumi, non ha dubbi e sceglie “Osare”. «In due parole come mi definiresti?», chiede Ilde a Rosaria mentre si fanno immortalare da Marco Bargnesi. «Profondità diversa. Tu hai una profondità diversa”. E le due signore continuano a scambiarsi emozioni, sensazioni, esperienze ecc…mentre io e Francesco, comuni mortali, finiamo il nostro Calvados.



Hilde vestita di bianco si muove sinuosa fra i filari. Ha in mano “Il Tuo Tulipano” e lo spruzza fra i rami, sotto le pesche. Il sole ferma con la sua luce le bollicine vaporizzate. Se volevamo un’emozione ecco, ora c’è. Il pescheto profuma de “Il Tuo Tulipano” e “Il Tuo Tulipano” di pesca. Mentre spiego a Francesco che queste foto faranno il giro degli amici di Hilde che sono miriadi come i bottoni bianchi del suo abito, la stessa Hilde coglie la prima pesca e gnam! «Ma è buonissima! Sembra il Tuo Tulipano». Un viaggio annunciato questo qui. Poi ci spruzziamo profumandoci a vicenda e Francesco, serio professionista del mondo del vino e della comunicazione, sta al gioco e capisce che ormai stasera va così. Si torna a casa profumati di agrumi fissati da una pesca. Che qui, con il nome di Saturnia, è un marchio registrato dagli anni ’80. Mantenuta in purezza, coltivata e venduta dall’azienda agricola Laura Eleuteri, un’eccellenza dell’agricoltura marchigiana. Che merita di essere ammirata in tutta la sua bellezza. I filari sono bassi e raccolti. Nel mezzo coltivazioni in difesa e di sostegno sembrano un innocuo prato verde. Hilde cammina scalza e Marco la segue catturando lei, le pesche, le foglie, i rami, i raggi di sole, il profumo frizzante, il calore della sera che sta andando via. Ci fermiamo a parlare di cuochi e di ricette. Di quello che fanno gli stellati con le fette, il succo e l’essenza della Saturnia. Hilde dice la sua. Ne mangia e ne conosce tanti di cuochi a questo mondo. Francesco comincia a fare domande e, mentre mi accollo l’onere della “svestizione” slacciando uno ad uno i bottoncini bianchi, inizia fra loro un gioco che suona così: «Vissani? Il meglio. Bottura? Ci penso. Uliassi? Il mio preferito. Lo Priore? Un genio come il suo Maestro Marchesi. Il più grande di tutti». Sarebbe bello raccogliere in una guida tante ricette di grandi cuochi dedicati alla Saturnia e presentarla con Hilde e ‘Il Mio Tulipano’ nel frutteto la prossima estate. Francesco ci starà già pensando. Come abbiamo chiuso il bellezza il nostro mitico incontro con la Saturnia? Da Rosaria Morganti ai Due Cigni. Ma questa è un’altra storia. Per info: www.pescasaturnia.it.
L’ispirazione, fortissima, è quella del mondo selvaggio. Sullo sfondo del logo campeggiano infatti delle pitture di guerra. Come mai proprio le pitture di guerra? «Le tribù guerriere le usavano come incantesimo protettivo – spiegano Marco e Alessandra – servivano ad affrontare con coraggio le proprie battaglie. Ecco, indossare un indumento che ci faccia sentire a nostro agio è un po’ la stessa cosa. Aiuta ad iniziare la giornata con una carica diversa. Facci caso: la mattina, quando sappiamo che ci aspetta una prova difficile, magari non ce ne accorgiamo ma ci vestiamo di conseguenza. Senza saperlo stiamo indossando le nostre pitture di guerra».
La sezione del sito dedicata alla filosofia del brand parla chiaro. «Può essere la tua famiglia, il tuo gruppo di amici o chiunque tu voglia: se fai parte di un clan non sarai mai solo». Radici e appartenenza. «Pensa per esempio – dice Alessandra – a un gruppo di amici lontani. Che magari si sono visti ogni giorno fra i banchi di scuola e si preparano ad affrontare l’Università in diverse città d’Italia. Un modo per sentirsi uniti potrebbe essere proprio scegliere un indumento che li rappresenti e procurarsene uno ciascuno. Mi sarebbe piaciuto possedere qualcosa del genere durante gli anni universitari: pensa che conforto, che coraggio può darti affrontare un esame indossando un capo che ti faccia pensare alle persone che ami. È una piccola cosa, certo, ma se non sono pitture di guerra queste!».
prova di stampa. Se tutto va bene, si procede. Quando c’è l’indumento finito parte la fase “social”: si scattano le foto, si aggiungono i prodotti al negozio online e si condivide tutto sul web. Dell’e-commerce si occupa Gabriella, la mamma. Compresa la parte relativa al packaging, una confezione personalizzabile in cartone ondulato che ricorda vagamente la forma di una freccia. Mentre Giuseppe, il babbo, cura la vendita al dettaglio, esponendo le t-shirt a San Severino nel suo negozio di… piante e fiori. «Sarà arrangiato – mi spiegano – ma è necessario affiancare all’e-commerce la vendita “fisica”, ai social network il passaparola, al sito web la rete di persone del nostro paese. In fondo, lo spirito di Clan we Are è anche questo: l’importanza delle proprie radici. Avevamo uno spazio a disposizione e ne abbiamo approfittato. Certo, indubbiamente è una cosa insolita».
Cosa vuoi fare da grande? «O la guardia forestale a cavallo o vivere e lavorare in una fattoria». Era “piccina piccina” ed aveva già le idee molto chiare l’attuale presidente dei Coldiretti Giovani Impresa. Maria Letizia Gardoni, “Titti“ per gli amici, conduce il suo “Un Podere sul Fiume”, ad Osimo.