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Il meglio di Re Gurk - page 10

Il vento dei ricordi

in Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da

Avrete capito che sto rovistando fra le vecchie foto, anzi diapositive che ora, stranamente determinato, sto riversando sul mio pc. Eccomi alle prese con il vento. Quel vento che dentro di me vuol dire voglia di cambiare, necessità di nutrirmi di nuove emozioni. Era l’agosto del 1983 sulla costa della California. Avevo appena deciso di smettere di fare il disc jockey, nonostante una certa notorietà all’epoca. Avevo iniziato l’esperienza di venditore di dischi in vinile. Ma tutto passa e cambia. Mi sono sempre ritrovato sempre fra le onde delle novità e le macerie del passato. Ma conservo ancora il sapore di tutto ciò che mi ha stupito o semplicemente deluso. Alle altre situazioni incolori, che ahimè sono sempre tante, cerco di trovarne un senso e confesso che alcune volte penso di esserci riuscito. Tutto questo è l’arte di vivere, insomma quello che sta un gradino più in su dell’arrangiarsi…

#Parolechegraffiano

ps: grazie a Massimo Cerioni, autore dello scatto.

Donoma foto 2017 – 2018 venerdì di Pezzi da 90 Evolution

in Donoma Civitanova/foto/Pezzida90Evolution da

Qui tutte le foto della stagione 2017-2018 di Pezzi da 90 evolution, il venerdì notte del Donoma di Civitanova Marche. Direzione Artistica di Aldo Ascani, foto e comunicazione kruger.it

Fernando Proce Rtl Donoma 2018 19 gennaio 2018 Fernando Proce

Molella Donoma 2018 12 gennaio 2018 Molella

Daniele Bossari Donoma 2018 5 gennaio 2018 Daniele Bossari

The last event of 2017 Donoma 29 dicembre 2017 The Last Event of 2017

Aida Yespica Donoma 2017 22 dicembre 2017 Aida Yespica

Gabry Ponte Donoma 2017 15 dicembre 2017 Gabry Ponte

Rumba de Mar Donoma 2017 8 dicembre 2017 Alberto Laurenti & Rumba De Mar

Albertino Donoma 20171 dicembre 2017 Albertino

Miranda & Neja Donoma 2017 24 novembre 2017 Miranda + Neja

Prezioso dj Donoma 2017 17 novembre 2017 Prezioso

Matteo Borghi Donoma novembre 2017 10 novembre 2017 Matteo Borghi

Whigfield Donoma 2017 3 novembre 2017 Whigfield

Haiducii & Vivian B Donoma 2017 27 ottobre 2017 Haiducii & Vivian B

Fargetta GetFar Donoma ottobre 2017 20 ottobre 2017 Get Far (Mario Fargetta)

Taleesa Donoma ottobre 2017 13 ottobre 2017 Taleesa

Quelle diapositive impolverate dello scorso secolo

in Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da

Da un vecchio cassetto spuntano, non ci avevo fatto mai caso, alcune scatole di diapositive. Trovo frammenti di vita alcuni dimenticati, altri ancora addirittura ignorati. C’è poco, briciole di vita ma ho la fortuna di rivedere il volto di mia madre, il mio cane Birillo, gente che non c’e’ più e tante smorfie e qualche sorriso. Persone che fanno un gioioso rumore al cuore come solo una foto passata ma non dimenticata sa fare. E non voglio avere il rammarico di ciò’ che non trovo più. Una sola domanda mi viene fatta, “nostalgia ?”. Ci penso molto poco e rispondo, la fortuna di esserci stato. E a me stesso domando, “rimpianti?” No, credo in un destino già scritto dove capirne il senso è complicato. Ma occorre provarci altrimenti renderemmo questa vita inutile…

#ParolecheGraffiano

(foto del 1980 a Tarano, provincia di Rieti)

‘Cuochi per caso’ dalla mia parte, il racconto di Carla Latini

in foto/Mangiare e bere da

Ci sono persone che si conoscono fin da bambini, come io e Kruger, e rimangono legati perché? Boh? Legati anche solo da una telefonata ogni tanto e un confronto ‘calorifero’ o ‘ghiacciato’. Dipende dall’argomento. Come dice Victoire, una delle cuoche per caso, gli amici si scelgono e gli amici con cui ti commuovi sono veramente pochi. Cuochi per caso è nato così. Da me e Mara Palanca, la mente femminile, e scusate se è poco, di Amaranto’s a Castelfidardo. Antonio Di Guglielmo, suo marito patron del locale, si è entusiasmato subito. Sono una coppia teneramente assortita e ben distinta. Adorabile. Coinvolgere Victoire che ha già mangiato i loro piatti con me e Carlo è stato come giocare in casa. Subito si. Coinvolgere Paolo Paciaroni e Maurizio Digiuni era ovvio. Perché Maurizio è già stato coinvolto da Mara e Antonio in gara per il brodetto più buono dell’Adriatico. Perché Paolo è coinvolto ‘socialmente parlando’. Ovvero sui social.
A metter tutti insieme in cucina è stata Mara con la sua gentile fermezza, con la sua decisione caramellata.

Si chiama Cuochi per caso perché l’idea è nata per caso nelle teste, mia e di Mara. Sviluppata, allargata, divulgata. Il nome è rimasto intatto.
Siamo ‘Cuochi per caso’ e così rimarremo. Quella del 4 Dicembre è stata la puntata zero. Una sorta di prova generale. Direi ben riuscita in sala. Ma venite con me a divertirvi dietro le quinte. Cioè in cucina. Mio marito Carlo racconta sempre della sua ratatouille di zucchine, melanzane e cipolla con sgombro sfumato con il Verdicchio. Ci vuole condire le sue Rosselle. Viene affidato al padrone di casa, Antonio, che con la sua pazienza sensibile e ricettiva comprende cosa cavolo intende Carlo e lo mette a sfilettare gli sgombri. Dopo un attimo Carlo scompare. Sigaretta? A noi mortali che componiamo Rosselle con baccalà mantecato (grazie Paolo Paciaroni) e con cime di rape e Casciotta di Urbino (grazie Mara e Paolo Cesaretti) non ci è dato di sapere e va bene ugualmente. Indosso, va bene  se scrivo così?, la pannella o parnanzetta che mi ha regalato Paolo e il cappello da cuoca che mi ha dato Mara, e mi faccio foto professionali mentre capisco, con Antonio, come si apre il forno.

Fatte le mie cose mi offro volontaria per le altre preparazioni. In verità nessuno mi vuole ma non lo fa capire. Mi rendo conto che non sono utile. Ma sono, simpaticamente, d’intralcio. Antonio e Paolo mi forniscono di ‘cucchiaino e forchettina d’assaggio’. E faccio l’assaggiatrice curiosa. Decidiamo insieme che il condimento per gli spaghetti Cappelli cacio, pepe, cozze e zafferano di Maurizio è leggermente troppo salato e i ‘Cuochi per caso’ rimediano con classe. Assaggio la panzanella con pannocchie cotte e crude con limone candito e stracchino di Paolo Paciaroni coinvolgendo Paolo Cesaretti che ha portato la casciotta di Urbino per le mie Rosselle e lo stracchino per Paciaroni.
Piace, a Cesaretti. Piace a tutti.

E’ arrivato il momento di allestire il buffet di benvenuto mentre Nicola, fratello di Antonio nonché maitre e sommelier, stappa le bollicine della Cantina Conte Leopardi. Il tavolo si affolla di Rosselle e di Trucioli impanati e fritti di mais e di cacao con sgombro affumicato e salsa di erba cipollina. E’ in questo momento che si materializza, di nuovo, mio marito Carlo. Sorride infreddolito e accompagna, galante, mia mamma Marisa e sua mamma Maria. Ammazza che donne le nonne! Ci raggiunge anche Michele, nostro figlio, e la famiglia Latini è, quasi, riunita. La cena comincia piacevole e ha il suo apice d’ascolto con il collegamento via skype dal Monte Rosa. Dal Mirtillo Rosso ci saluta e interagisce con noi Victoire Goulobi. Tralascia Top Chef e la sua avventura televisiva per catturare la nostra attenzione sulla sua città natale africana Brazeville e sulla sua ultima visita. Dirige la sala, senza farsi notare, ma si nota, Mara coadiuvata da Lorena Bramucci.

Il piatto ‘forte’ di Antonio, dopo Maurizio, mette tutti a ragionare: merluzzo salato da noi con fondente di patate, amatriciana di pomodori invernali, tè nero affumicato, oliva orbetana, perle di rosmarino. Un ragionamento che soccombe al gusto e alla passione. Bravo Antonio. I dessert di Mara sono tre in un piatto unico molto fashion che si chiama ‘collezione autunno-inverno’: cheese cake ai cachi con salsa al rum, mini strudel di mele cotogne con salsa al melograno, dolcetto alle castagne con crumbre di rosselle.

Finale con foto di gruppo, applausi di rito e tutta la brigata in sala. Ad un certo punto mi vogliono dare un regalo. Un quadro quadrato firmato dall’artista Patrizio Moscardelli.
Un campo azzurro/cielo con 25 spighe alte e biondo cenere. I 25 anni di spaghetti Cappelli continuano i festeggiamenti. Alla prossima Cuochi per caso. Non lo dite a nessuno ma, fuori, c’è già la fila. Per cucinare con noi e diventare un cuoco o una cuoca per caso.

Carla Latini

qui tutte le foto dell’evento

 

Il bene comune può salvare l’Italia

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk da

Noi italiani, abbiamo per troppo tempo ignorato la bellezza unica del territorio nazionale. Abbiamo abbruttito, se non addirittura azzerato, il nostro senso civico. Ci siamo impoveriti del bene prezioso della cultura. Abbiamo permesso un arricchimento di pochi a dispetto della maggioranza dei cittadini. Errori di una classe economica, politica e burocratica che ha pensato solo difendere le proprie discutibili posizioni per alimentare impunemente i propri immorali privilegi. Si è spesso premiato in maniera scientificamente sbagliata e clientelare i propri amici creando un debito insostenibile per tutti gli altri. E dire che nonostante tutto siamo ancora attraenti ma credibili purtroppo non più. Ai più cauti, a quelli scettici e i senza speranza il consiglio di cambiare ma non scegliendo la disillusione o l’assenza, semplicemente scegliendo il bene comune.

Morire in un incidente stradale

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da

E’ inutile che vi dica come questo tipo di notizie mi turbano ancora molto (leggi qui). Mi danno un senso di soffocamento. Essere dentro un incidente grave, è appartenere per sempre a quell’istante e non capirne come ci si entra dentro ne tanto più come se ne esce illesi. Ciò che mi spaventa, oltre alla tragedia s’intende, è quel “sono in corso accertamenti”. Dicono che il futuro ci affiderà delle automobili incapaci di provocare incidenti. Personalmente sono stato miracolato due volte, anche grazie al testimone oculare. altrimenti si rischia di aggiungere la beffa all’inganno (del destino)…

nb: nella foto la mia auto dopo l’incidente dell’11 giugno 2016
#ParolecheGraffiano

Il funerale dei call center

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk da

E’ da qualche giorno che vengo ribombardato, sia sul fisso di casa che sul cellulare, da voci sgradevoli dei call center (spesso stranieri) con offerte neanche ascoltate dei soliti colossi dell’elettricità, telefonia o chissà cos’altro. Ma davvero si riescono ancora a fare ancora contratti così? Sono sempre di più convinto che solo chi cambia in meglio sopravvive. Il resto sta diventando tutto un polveroso ed inutile passato remoto.

Riflessioni di un giovane a cui è stato rubato un futuro da una classe politica discutibile

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk/politica da

Quando si parla di cambiamento, occorre crederci e perlomeno bisogna provarci. Assisto con ammirazione e commozione a quello che oggi offre spontaneamente mio figlio Kevin, primo a se stesso e poi al mondo che lo circonda. E vorrei rendere pubblico anche su questa bacheca, ciò che lui è stato capace di descrivere, senza essere stato minimamente imbeccato, nel suo spazio fb. Dalle sue parole capisco (e spero fortemente) che forse solo i giovani, a cui abbiamo rovinato il futuro, potranno cercare di cambiare questo schifo di società. Sono orgoglioso della sua consapevolezza sia degli errori del passato che nelle difficoltà dell’attuale presente.
#ParolecheGraffiano
ECCO INTEGRALMENTE COSA HA SCRITTO UN PAIO DI GIORNI FA:

Ragazzi una piccola riflessione…..
Partendo dal presupposto che sono un ignorante cronico, visto e considerato che nella mia adolescenza invece che impegnarmi e studiare, sono stato in grado solo di fare cazzate su cazzate e fidatevi che ora come ora ancora mi mangio i gomiti.
Ma ci rendiamo conto in che paese viviamo???
Viviamo in un paese dove: il Ministro dell’istruzione Valeria Fedeli non ha conseguito neanche i diploma di maturità, quando ad oggi anche per andare a fare lo spazzino,(senza nulla togliere agli spazzini fidatevi!) bisogna comunque sia avere un pezzo di carta.
Viviamo in un paese dove: adirittura le cariche più alte dello Stato come il signor sottosegretario alla difesa Domenico Rossi e niente di meno che, l’onorevole Mario Caruso truffano e imbrogliano lo Stato così, alla luce di tutti, senza essere minimamente puniti e perseguiti penalmente! Facendo lavorare persone in nero e facendo contratti a figli e figliocci sempre assenteisti sul posto di lavoro. (mi riferisco per chi non l’abbia visto al servizio delle iene)
Viviamo in un paese dove il signor Matteo Renzi che nonostante tutte le promesse fatte e mai rispettate e SOTTOLINEO MAI RISPETTATE “come tutti i suoi predecessori d’altronde” ancora abbia il coraggio di parlare e voler far politica nostante in quel famoso referendum tutta italia si è unita per andare a votare e farcelo levare finalmente dai COGLIONIIIII! Ma ragazzi parliamoci seriamente siamo in Italia e per non smentirci mai mettiamo al comando il burattino del signor Matteo Renzi: il caro buon vecchio Paolo Gentiloni, una persona insipida come la prima minestra che mi ha cucinato la mia attuale compagna!! Una persona che non credo sia in grado di decidere neanche quando sia il momento di parlare o quando di stare zitto!
Viviamo in un paese dove piuttosto di prendere milioni dall ‘ Unione Europea hanno accettato patti assurdi che ci portano e ci porteranno ad un odio razziale peggio dei tempi di Hitler.
Viviamo in un paese dove: chi dovrebbe tutelarci, pensano solo a fare leggi per le pensioni d’oro quando i piccoli, medi impreditori e i lavoratori sono inondati di tasse su tasse!
Però devo ammettere una cosa, ieri guardando il servizio delle iene su i pompieri che hanno salvato quella famiglia ad ischia, un minimo di luce in questa italia ormai avvolta completamente dall’oscurità l’ho vista!
Ragazzi mi ci metto in prima persona anche io: SVEGLIAMOCI e iniziamo ad unirci per mandare tutti questi maledetti farabutti al posto che meritano!
Io non ci stò a stipendiare questa gente che è solo in grado di prenderci per il culo e guardare solo le loro tasche non ci stò perchè io come tutti noi abbiamo dei DOVERI ma anche dei DIRITTI!!!!
PS: Scusate ragazzi per l’italiano poco corretto, ma vi ripeto sono un ignorante CRONICO!!!!

C’era una volta Disco Fantasia…

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk/politica da

Ho ritrovato la lettera integrale che scrissi 13 anni fa in occasione della chiusura del mio Disco Fantasia, la ripropongo in maniera integrale per comprendere che siamo stati da una classe politica nazionale inutile e parassita. Falconara Marittima ha avuto da sempre un tessuto urbano con degli esercizi commerciali molto fragili e questo non deve essere imputato a delle responsabilità primarie delle amministrazioni comunali ma semplicemente alla miopia delle politiche in favore della sfrenata liberalizzazione di mercato. E’ stato detto tutto e l’incontrario di tutto ma a rimetterci sono stati soprattutto i centri cittadini che non sono stati mai armonizzati per affrontare una reale riquaificazione. Da una parte associazioni di categorie che invece di suggerire strategie concrete per i commercianti associati, si sono rilevate efficaci solo nel tenere la contabilità e purtroppo nell’avvantaggiare subdolamente solo la grande distribuzione, con l’evidente perdita di tutte quelle professionalità umane che in esse operavano. I negozi migliori prima sono stati presi dalle miriade di banche di affari che hanno invaso ogni città ed ora aumentano quelli sfitti o peggio ancora a macchia di leopardo nelle zone più degradate come negozi etnici privi di un minimo di attrattività. Insomma se vogliamo ripopolare i centri cittadini occorreranno idee ed energie reali come attività culturali e ricreative dovranno coniugarsi con un’offerta di ospitalità e servizi commerciali attenti alla qualità ed al territorio.

QUANDO UNA BOTTEGA CHIUDE…

Mi piace descriverla come un’avventura anche se il finale l’avrei voluto scrivere diversamente ma questo, forse, la renderà, per usare un gergo televisivo che piace, più “reality”.

Era il 10 agosto 1981, un caldo pomeriggio, in cui un pugno di amici mi ha raggiunto in una strada non centralissima di Falconara Marittima, via Marsala 42, per quella che avevo definito “un’idea vestita di musica” dal nome Disco Fantasia. C’era la stella nostrana Michele Pecora, il disc jockey del locale romano più alla moda, il Jackie O, Claudio Casalini, una disc jockey di Rai 2 Antonella Giampaoli e tantissimi amici e curiosi.

In un negozio tradizionale non si vende o si compra solo merce, c’è l’assoluto piacere di stare insieme e di raccontarsi ed in questo credo che la mia “piccola nave musicale” sia stata sempre accogliente sia nei pettegolezzi fatti circolare che nei segreti sussurrati. Un luogo d’incontro ambito e di tendenza ma mai riservato a pochi.

Troppo facile parlare delle presenze eccellenti, in veste di clienti (i Pooh, i Matia Bazar e tanti altri), più gratificante è stato vedere sfilare davanti al bancone almeno due generazioni. Di quelle situazioni che ti mantengono inevitabilmente “sempre giovane” grazie alla complicità dei figli dei miei coetanei.

Ma tutto passa e dal vinile nero dei leggendari 33 giri si arriva alla tecnologia sofisticata dei compact disc.

Mentre sul commercio impazza la parola d’ordine “consumare tutto e di più” non importa ne come ne dove perché il “mercato vuole così”.

E con gli anni 90, l’entrata prepotente e scellerata della grande distribuzione organizzata, bisogna comprendere che è “l’inizio della fine” per i piccoli indipendenti del commercio. Una situazione che mi ha sempre fatto pensare, lasciatemi passare la provocazione, ad una via di mezzo fra l’eliminazione implacabile dei pellerossa d’America dalle loro terre e le stragi selvagge effettuate dai cacciatori di foche. Senza regole e nella completa indifferenza della gente e soprattutto delle istituzioni.

Inutile far ragionare sull’anomalo senso di questa falsa modernizzazione e l’effimero ed apparente vantaggio immediato dei consumatori, privati definitivamente della specializzazione di chi vende.

Che fregatura per quelli che come me ci hanno messo sempre il cuore nel proprio lavoro con professionalità e , spero e credo, con la convinzione di aver saputo comunque offrire dei “momenti genuini” alla mia clientela. Buono o cattivo, antipatico o simpatico, bello o brutto, bravo o deludente ma sicuramente non asettico come alla cassa di una centro commerciale.

E poi la mia “piccola nave musicale”, come in ogni buon romanzo di avventura che si rispetti, è stata assalita da tanti pirati illegali e legali. Dalle illegalità, tacitamente consentite, delle copie casalinghe masterizzate, a quelle gratuite ed inesauribili di Internet e a quelle etniche e colorate dei “vu’ cumpra’”. O quelle vergognosamente legali della grande distribuzione organizzata con il “sottocosto” (un crimine chiamato “dumping” -concorrenza sleale- mai perseguita) o delle edicole con la possibilità di vendere in allegato alle riviste il nostro stesso materiale senza l’aggiunta del 20% di Iva.

Insomma miserabili storie italiane, una delle tante, mentre ancora certi nostri politici continuano a sorridere nei manifesti elettorali segno evidente che perlomeno i loro “affari” vanno a gonfie vele.

Ed ogni nave che si rispetti ha un capitano che con essa va a fondo. E per questo che con una profonda ma dignitosa tristezza e un pizzico di rabbia, spero comprensibili, che Capitan Kruger mette la parola fine su Disco Fantasia consapevole che oltre ai debiti reali di questa avventura ha portato con se un forziere pieno di ricchezze che nessuno potrà mai rubarmi. Ricordi, emozioni, piccoli segreti e grandi sogni che nessuno potrà mai sottrarmi e renderà meno insopportabile questo pagina strappata alla mia vita.

Kruger Agostinelli, 11 maggio 2004

Se telefonando…

in Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da
Mi arriva ieri sera una telefonata di Claudia, una persona che ha un posto importante nella mia vita. E mi accorgo, qualora ce ne fosse bisogno, che sono davvero imperdonabile nel tenere i rapporti al telefono con le persone. Nel senso che subisco, spesso piacevolmente, l’arrivo di esse ma, per contro, sono davvero pigro nel farle, se si escludono quelle di lavoro o cose affini. Un telefono che sfrutto a senso unico. E dire che se potessi sviluppare la telepatia, meglio definita come trasmissione del pensiero. ovvero l’ipotetica capacità di comunicare con la mente. Allora si, molti di voi mi sentirebbe vicino. Nei miei pensieri ci sono tante persone a cui dedico attenzione e riflessione, a volte ci sono pure ingorghi di sentimenti e incertezze di comportamento. Ma sempre ritrovo particolari che mi emozionano e non riesco a dimenticare. Lo dico spesso, non amo vivere di ricordi ma non rinuncio a sfogliare l’album degli istanti che appaiono nella mia vita vissuta come un film in bianco e nero, dove mi approprio la possibilità di dipingere a colori alcuni di quegli istanti. Certo proprio quelli che mi hanno dato il brivido, una sorte di sorgente dell’emozione. Momenti non leggendari ma importanti di ciò che aspettavo ma non sapevo. Non so se tutto questo faccia parte del senso della vita ma mi aiuta senz’altro a tirar fuori la parte migliore di me anche in quei giorni che rischiano di impantanarsi nella palude dell’insignificanza.
Re Gurk 05.10.2017
#ParoleCheGraffiano
 
ps: certo sono io nella foto, penso nel 1963 o giù di lì
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