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Il meglio di Re Gurk - page 16

QUEL SECONDO IN PIU’…

in Le parole che graffiano da

Il 2008 durera’ piu’ a lungo e contera’ un secondo in piu’. A mezzanotte, a momento del fatidico brindisi di fine anno, infatti, ci sara’ uno slittamento,  non scocchera’ come al solito alle ore 23,59 minuti e 59 secondi del 31 dicembre.

Cos’e’ un secondo forse un battito di ciglio, un istante prima di un bacio, l’inizio o la fine di una vita, lo scatto di una foto, un sorso di caffe’, il si o il no di una risposta.

Ho scelto alcuni di quei secondi che rappresentano il nostro pianeta in questo 2008, mentre l’inchiostro della memoria si consumera’, io dedicherò quel secondo a quelle persone amiche che non rivedro’ piu’…

Re Gurk 31.12.08
 

Occhi diversi dalla tua vita

in Il meglio di Re Gurk da

Osserva, esamina con occhi diversi la tua vita.

Occhi

“Osserva, esamina con occhi diversi la tua vita.
Nessun altro ti aiuterà.

Sei dipeso dagli altri così a lungo?
Adesso prenditi cura di te, assumiti le tue responsabilità.
Lo devi a te stesso: devi guardare in profondità dentro di te,
per capire cosa stai facendo della tua vita.

Nel tuo cuore c’è poesia?
Se non c’è, non perdere tempo:
aiuta il tuo cuore a filare e a tessere poesia.

Nella tua vita c’e’ un po’ di romanticismo?
Se non c’e’, sei già morto, sei già nella tua tomba.
Esci da quella tomba!

Fa’ in modo che nella tua vita ci sia un po’ d’avventura. Esplora!
Ti attende un’incredibile varietà di bellezza.”

Osho Rajneesh (1931-1990) filosofo e maestro spirituale indiano

 

Amore proibito

in Il meglio di Re Gurk da

condom preservativi colorati

Proibirci alcunche’ vuol dire farcene venire voglia.

Michel Eyquem de Montaigne
[1533-1592, filosofo e scrittore francese]

 

CITTA’ DEL VATICANO  – I metodi contraccettivi che impediscono la procreazione di figli snaturano il senso ultimo del matrimonio: lo ha ribadito con forza oggi Benedetto XVI.

 

Chi sono

in lavoro da

 

“Scrivere e’ sempre nascondere qualcosa in modo che venga scoperto” (italo calvino)

Ci sono momenti della vita che vanno tradotti in parole scritte per sottrarli dalla confusione del quotidiano.
 

Mi chiamo Kruger Agostinelli e considerando che ho per codice fiscale GST KGR 53S21E837G, capirete che oltre ad essere il mio vero nome sono nato il 21/11/1953 in provincia di Ancona.  Ritengo che per sapere dove si andrà, bisogna conoscere da dove si viene, per cui dalla sfera del mio destino vi offro qualche frammento del passato…

 

I miei primi diciotto anni li ho passati a Roma. Casualmente amico, giocavamo a pallone insieme in parrocchia, di Francesco De Gregori ma soprattutto accanito frequentatore degli studi RAI quando c’era “Bandiera Gialla” (ero uno di quelli che urlavano…forte). Memorabile il primo concerto cui ho assistito, era la fine degli anni 60 al teatro Parioli (già proprio quello del Costanzo show), con “The Rokes”, l’esagerata band di Shel Shapiro, un’autentica scossa elettrica !!! Musica, musica e ancora tanta musica con tutti i miei amici del quartiere di Monteverde e soprattutto un’amicizia indelebile con Robertone e Marco

Nel 1971, al seguito dei miei, a causa di mio padre ferroviere, sono approdato a Falconara Marittima, dove risiedo tuttora. Nel 1972 mi sono beccato un terribile terremoto. Ho fatto l’istituto tecnico industriale, con un andamento disastroso, in tutto questo tempo  organizzavo feste studentesche.

Kruger Agostinelli (nel 1973 circa al Passetto di Ancona)

Avevo un debole per i cantanti da scoprire, anticipando spesso il loro successo come Riccardo Cocciante e Angelo Branduardi o magari seguendo l’onda di quel periodo come per Paolo Frescura o Cico della Formula 3.

Ho iniziato a collaborare nel 1973 circa con il “Corriere Adriatico” (il quotidiano della regione Marche). Qui mi prese in simpatia un giovane giornalista romano che era l’allora responsabile della pagina spettacoli. Il suo nome? Pino Scaccia, proprio colui che è l’attuale inviato del TG1. Quando lo vedete c’è solitamente una disgrazia in corso, ma posso garantire che non porta sfiga. Anzi per la verità a me ha portato davvero fortuna.

Pino Scaccia e Kruger Agostinelli

(Pino Scaccia con gli occhiali, insieme a me 1979 circa)

 

Dieci anni di sana ed intensa collaborazione nel settore musicale, con qualche sconfinamento per Teatro, Cinema e Tv. Come risultato sono riuscito anche a diventare giornalista pubblicista iscritto all’albo. Non c’è davvero religione Da segnalare anche qualche collaborazione sporadica con “Ciao Big” e altre riviste che all’epoca scimmiottavano “Ciao 2001”.

 

Queste esperienze mi hanno permesso di conoscere personalmente tutti i grandi nomi della musica italiana Renato Zero, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Riccardo Cocciante, Pooh, Matia Bazar, Ron e veramente tutti quelli che passavano nella mia regione).

Riccardo Cocciante e Kruger Agostinelli

(Riccardo Cocciante & Kruger Agostinelli si… misurano – 1974 circa)

 

Era il 1973 quando inaugurai la prima discoteca proprio a Falconara Marittima. Allora esistevano soltanto due piccoli locali nella zona, ad Ancona “Ora X” e a Senigallia “Billy club”.

Mi affidarono il “Krakatoa” ed era la prima discoteca gigante di quel periodo, oltre mille persone. Orbitavano tutti gli spettacoli primi anni settanta da Alan Sorrenti a Rovescio della Medaglia, da Santo & Johnny a Josephine Baker.

Poi passai al “Carillon” di Cesano di Senigallia, piccola ma scioccante discoteca che inaugurò ( credo il 1975) con Gloria Gaynor.

Poi una stagione estiva di transizione al “Covo Nord Est” di Senigallia (Ray Charles, Carol Douglas, Fabrizio De Andrè, etc) e passaggio al “Papagayo Club” di Senigallia, un gioiellino, un’autentica bomboniera di discoteca. Per la cronaca qui veniva spesso Enrico Ruggeri, ma per la verità tutti ricordano più volentieri una miriade di bellissime ragazze, le più belle della spiaggia !Ero davvero uno dei disc jockey più invidiati della costa adriatica!

Kruger Agostinelli DJ

(il tempo del sabato sera)

 

Il locale che in ogni modo mi ha decretato una notevole popolarità anche a livello nazionale fu il “Piranha” megadiscoteca (duemila persone circa) inaugurò alla grande, anzi alla grandissima con Donna Summer. Tutti allora pensavano che si trattasse di un’invenzione di Giorgio Moroder in sala d’incisione. Lei dimostrò che non era proprio così! Dell’avvenimento ho una bobina incisa direttamente dal mixer audio (quanto vale ?). Il “Piranha” accolse sul suo palcoscenico i più grandi personaggi della musica italiana ed Internazionale. Di tutti ricordiamo James Brown e Grace Jones, Vasco Rossi, Renato Zero, Pooh, Matia Bazar e Lucio Dalla: ma a ricordarli tutti rischieremmo davvero di dimenticarne molti. Vennero comunque anche quelli dell’ della banda di Arbore.

Anna Oxa e Kruger Agostinelli

(eccolo Kruger con Anna Oxa mentre parlano della…Carrà )

 

Che grande amore ho ancora per il microfono! Nonostante abbia una vociaccia, molto, ma davvero molto, simile al regista-attore Nanni Moretti, ho sempre goduto di un particolare e piacevole attaccamento da parte dei miei fedelissimi. Il motto era condire ottima musica (soprattutto italiana) e trasmettere con il cuore. Questo mi ha sempre permesso di avere altissimi indici di gradimento. Dal 1973 in sequenza programmi e direzioni artistiche di: Radio Arancia, Radio Conero International, Radio Senigallia. Condite con collaborazioni a Rai 3 Marche e Radio Rai 1.

Nel 1980 ho vinto un primo premio nazionale per emittenti private, a pari merito (mannaggia a loro!), con Rete 105. Si chiamava “Premio Centocittà” si d era organizzato dalla RCA. Un bel gettone d’oro come ricordo di una strana ed inattesa serata. Si trattava di un programma su Bob Marley che avevo concepito a Radio Conero con Bon Bon, Nicoletta Montanari e Roberto Galeazzi.

Studio Arancia

(il 1° “storico” studio di Radio Arancia) 

 

Mi sono ritirato poco dopo e mi piace ricordare il privilegio che proprio Radio Conero, per volontà del boss e amico Marco Rossignoli, mi dette nel 1981 la possibilità di trasmettere in diretta da casa mia. Era comunque finito un ciclo.

Ho avuto un paio di esperienze discografiche la prima diretta con un progetto chiamato BARCODE , il titolo era: “One”. Duemila mix venduti grazie alla Nonstop di Stefano Scalera. Ed un video clip da parte del mio grande amico Massimo Cerioni. L’idea era di un mio carissimo collega dee jay Enrico Filippini e coinvolgemmo per la parte vocale l’architetto ed assessore Emilio D’Alessio.

Kruger Agostinelli - Emilio D'Alessio - Mario Flores

(in missaggio Kruger, Emilio D’alessio e Mario Flores -1974 circa)

 

Questo progetto lo sviluppai a Rimini da , cui in seguito affidai dei cari amici di Ancona e Falconara, con un brano che mi piaceva molto ma che non potevo gestire. Il brano era “Diamond”, loro gli Hyra ma poi diventarono Via Verdi con Claudio Cecchetto, che ne fece la sigla di “Dee jay television” ed arrivò al primo posto in classifica.

Tutti iniziò in collaborazione del “Disco Story di Civitanova, il suo nome Disco Fantasia, il mio negozio di dischi. Fu un decennio magico dal 1981 al 1991 sono rifornito tutte le maggiori discoteche delle Marche e dell’Abruzzo. Poi la crisi economica di tutto il settore delle discoteche mi ha costretto ad altre scelte commerciali.

Quindi dal 1991 ad oggi ho convissuto dignitosamente con una vendita tradizionale e specializzata di compact disc con i recenti e gravi problemi che ben si conoscono (caro dischi, aumento I.V.A., tradimenti Veltroniani e concorrenza sleale al massacro della Grande Distribuzione Organizzata). Nel commercio discografico ho operato anche come rappresentante di dischi per la Decca (fine anni 70) e attualmente sindacalista e rappresentante nazionale per l’ANCRA (il sindacato di settore della Confcommercio).Ho vissuto con entusiasmo la nascita del compact disc ma non vedo molto rosa nel futuro. Troppe scelte confuse e contraddittorie da parte dell’industria, degli stessi artisti e dei politici.

Michele Pecora - Antonella Giampaoli - Claudio Casalini (Michele Pecora, Antonella Giampaoli e Claudio Casalini)

 

Nel Natale 1997 mi sono regalato Internet, con cui cautela e tanta imbranataggine ho preso confidenza nei primi mesi. Vi garantisco che sono un misero autodidatta del computer e di cui adoro le possibilità intuitive del mezzo. Sono di quelli che lo considerano, se usato nella direzione giusta, un forte mezzo di comunicazione, duttile e al servizio della creatività. Ho iniziato a giocare con l’e-mail mandando messaggi sperimentali ai miei amici “cavia” e con l’appoggio indispensabile del buon Mauro Carnevali, un istigatore nel rincorrere nuove soluzioni. Prima lettere regolari, normali come da manuale poi sempre più personalizzate, un po’ come nella mia filosofia di assemblatore di idee. Del resto un disc jockey “ruspante” è un abile assemblatore di situazioni condite di musica. Sono poco ordinato ma credo sicuramente creativo. Finché un giorno non mando per sbaglio un mio messaggio all’adorabile, Paola Laterza di Bari, della Vacanze on line. Mi risponde e mi chiede di avere tutte le mie e mail perché le trova divertenti. Da quel momento mi è venuto naturale perfezionare la tecnica di composizione e mi è ritrovato ad allargare il bacino d’utenza dei contattati.

Ho provato a contattare il “maestro” Marco Baldini di Radio Dee Jay, di cui, oltre alla simpatia, condivido le sue evidenti passioni (donne e Fiorentina). Credo che anche lui sia rimasto colpito, positivamente spero, dai miei “lavori”. Ho ripetuto questo contatto anche con un tipo molto divertente conosciuto proprio su Internet, si chiama Roberto Mangosi ed è il divertentissimo vignettista sul sito americano Ohmygoodness e spero di continuare ad avere anche lui mio compagno di viaggio.

Poi è arrivata anche la prima intervista su Arcobaleno, il sito di Antonia Bonomi, con una giornalista “speciale” Jusy Accetta. Quello che provo quotidianamente è il contatto, la sincerità e la tenera complicità di tutti coloro che sono in linea con me, che crescono giorno dopo giorno.

Ora mi domando, ma è davvero così assurdo che possa essere il vostro mail jockey personale dal futuro?

Kimberly - Kruger - Mila e Kevin Agostinelli

(kimberley, kruger, mila & kevin – austria 1998)

 

 

Parole, pensieri, poesie

in pino scaccia da
----- Original Message -----

From: Marco Sebastianelli dalla Provincia di Ancona
Sent: Tuesday, January 23, 2001 8:46 AM
Subject: COMUNICAZIONE

Ciao Kruger, oggi ho ricevuto due mail identiche (quella di Pino Scaccia) e nessun altra. Ci sono problemi ??

A parte questo volevo ringraziare te e Pino Scaccia che con i suoi servizi e le sue testimonianze ci riporta ad una dimensione reale dove non conta solo il vile denaro ( anche se è la causa scatenante di tante tragedie) o la ns “battaglia” quotidiana per la sopravvivenza che peraltro paragonata ad altri popoli sulla terra fa sorridere; peccato che i buoni pensieri e la voglia di fare qualcosa per qualcuno che sta decisamente peggio di noi dura al massimo qualche secondo in più dalla fine della lettura dei vs messaggi……. Marco 

—– Original Message —–

From: Annamaria P. dalla provincia di Ancona
To: PinoScaccia@kruger.it
Sent: Friday, January 26, 2001 7:26 PM
Subject: una dei tanti…….

Non ho da chiedere nulla a Pino solo dirgli grazie per le cose che fa e che scrive per noi. E’ vero ci vuole l’anima per certe cose………ciao in attesa del prossimo articolo. Annamaria

Carissimi. E’ bello stare insieme. Se ci fermiamo un solo minuto a pensare (mi riferisco a Marco) e’ gia’ importante. Il problema e’ nella testa (oltre che nel cuore). Aiutare gli altri significa intanto capirli. Non e’ poco. Arrivederci si’, Annamaria, al prossimo articolo ma…mica ci lasciamo.

—– Original Message —–

From: Carla Latini dalla provincia di Ancona
To: PinoScaccia@kruger.it
Sent: Saturday, January 27, 2001 8:47 AM
Subject: povere le nostre mucche!

Carissimo Pino, il tuo cuore e la tua testa volano così in alto ( fra le nuvole ) che sono sicura che avrai parole giuste alle mie domande legate ancora una volta alla nostra terra Europa-Italia e alla nostra economia. Ieri sera Santoro ha lanciato ancora una volta il suo Raggio Verde e mi chiedo, sinceramente e senza strumentazioni, a chi giova tutto ciò? Immagino solo al suo ascolto. La Bonino ha dichiarato che nel disciplinare sul biologico sono ammesse le farine di derivazione animale per l’alimentazione dei bovini, in piccola percentuale che Qualcuno dice non fa male, con tacita conferma della verde Francescato, mentre produttori biologici toscani attaccando i macellai che fino adesso non hanno mai voluto comprare i loro prodotti perchè definiti brutti sbandieravano la loro sincerità di professionisti biologici. Quali sono i motivi economici che spingono i nostri politici ad affermare, parole della Francescato, il biologico non è la certezza totale ma almeno è un pò più sicuro. Quali sono i motivi per cui dal collegamento con la Toscana ci fanno vedere una misera fiorentina ed una bella fiornentina attribuendo ad una la biologicità e all’altra Bo!!! Sono nel settore alimentare di altissima qualità da tanto tempo e posso giurare di aver visto allevamenti biologici con bovini al pascolo che mangiano solo fieno e erba medica produrre fiorentine bellissime come quella Bo! Quali sono i motivi per cui il Tizio intervistato in un allucinante allevamento di maiali, e quali allevamenti non lo sono?, ammette di alimentarli con proteine derivate dal pesce, acciughe, perchè ” se no come si fa a fare il Parma “? Con calma, quando ritorni, fatti un bel pollo allo spiedo ( biologico, sia il pollo, sia lo spiedo ) e poi aiutami a capire. Un abbraccio Carla Latini

 

Avrai letto la risposta (gia’ andata in rete) ad Aninha, l’amica brasiliana. Sono venuto fin quassu’ per capirci qualcosa e devo ammettere che la storia della cosidetta mucca pazza ancora non la digerisco. Tu ne capisci sicuramente piu’ di me. L’unica cosa certa, credo, e’ che anche in questa vicenda dovrebbero esserci tanti di quegli interessi economici che nessuno e’ disposto a farci capire.  Accetto il consiglio: mangero’ il pollo, anche se dopo Chernobyl (ricordi?) sono diventato fatalista. Se dovessimo riflettere… in questa nostra terra malata e violentata,  non dovremmo piu’ mangiare niente.  Delusa di me, stavolta? (Mi conforta che anche il maestro Montanelli non ne sappia niente) Un abbraccio, comunque.

 

Original Message —–

From: Gianluca Marinucci da Roma
Sent: Friday, January 26, 2001 4:42 PM
Subject: RUANDA

Ciao Pino, mercoledì sera ero a casa da solo (mi capita raramente) ed ho visto su Rai tre un servizio sul Ruanda, che spiegava il massacro tra UTU e Tutsi (non so se si scrive esattamente così), quello che c’ era dietro la guerra……………….. ho pianto… ho pianto, da solo, davanti al televisore… Non mi era mai capitato prima (neanche al cinema) Alla fine del programma c’ è stato un grande senso di ingiustizia e molte domande: Perchè… Perchè questo dramma è stato “scoperto” solo quella sera? perchè chi deve fare informazione la fa solo dopo un anno e a mezzanotte, quando ormai nulla si può fare? E in ogni caso cosa avrei potuto fare io contro i giochi di potere tra Francia, Belgio e il mondo che guarda?
Un saluto ai lavoratori onesti, Gianluca
 
Ti fa molto onore. Voglio dire: che hai pianto. E posso confidarti allora che molte volte mi e’ capitato di piangere. Ricordo anche un operatore che stava con me a Kukes, Claudio Speranza, marchigiano di Ascoli, alle soglie della pensione (ha 64 anni), rotto a tutte le esperienze (ha cominciato nel Vietnam, figurati) … che girava e piangeva, girava e piangeva… a vedere quelle donne e quei bambini cacciati dal Kosovo, con il nulla negli occhi, coscienti di avere ormai nella vita solo i ricordi e nient’altro, tutti i cari uccisi, la casa bruciata…Come si fa non piangere?

Tu chiedi perche’. Ho dedicato due dei miei tre dossier nel Mail Jockey all’Africa e alle guerre spiegando che adesso nel continente piu’ vecchio del mondo ci sono sedici conflitti in atto e altri ce ne sono nel resto di questo pianeta cosi’ bello e cosi’ devastato.

Le guerre ci sono sempre e dappertutto. Solo che quando non sono vicine a noi non ce ne accorgiamo. Ho in programma, per esempio, di andare in Sudan dove ci sono gia’ stati due milioni di morti. Sono stato in Nagorno Karabak dove in una guerra dimenticata ci sono cinquecento morti al giorno. Perche’, gia’. Ecco la rabbia quando si parla solo delle guerre in cui sono coinvolti gli Usa, i padroni del mondo. Guerre fasulle, sporche, di facciata. Solo per soldi. Che possiamo fare: oltre che piangere e urlare?

 
—– Original Message —–

From: Luciano Bonvento da Rovigo
Sent: Monday, January 29, 2001 12:33 AM
Subject: Spiegazioni. da Pino Scaccia.

Caro Pino, ho trovato il sito KRUGER perchè un mio amico mi ha detto prova e vedrai  qualcosa di nuovo io non sono un grande navigatore ed in oltre ho poca pazienza di cercare, vado di solito  a colpo sicuro, per questo ti chiedo di descrivermi in poche parole ” KRUGER ” ah, volevo sottolineare che io scrivo poesie da anni con un buon curriculum alle spalle. Scusa per il disturbo, e anticipatamente grazie per la risposta.

Visto che sono ancora qui seduto ti preciso che io sono di ROVIGO, e voi dove vi trovate? t’invio questa mia poesia, magari dimmi anche il tuo giudizio, grazie. Luciano Bonvento.

La vera amicizia.

L’amicizia, quella vera
è un fiore raro
che nasce nel cuore
che cresce nell’anima,
è una mano
che non vedi
pronta ad aiutarti
senza domandare niente.

L’amicizia, quella vera
è qualcosa di grande
che ti fa sentire grande
è la felicità
che senti dentro
quando gli altri sono felici.

L’amicizia, quella vera
è una parte di te
che regali agli altri, senza dire
– te l’ho donata io –

L’amicizia, quella vera
è la fiducia
che mai conosce
l’ombra del dubbio
è l’amore dato e ricevuto,
l’amore vero.

(Primo premio ” Lama polesine Rovigo ” 1998).

Rispondo, piu’ o meno con ordine. Personalmente amo molto la poesia. Ma ho idee strane sull’arte in genere (riguarda anche la pittura o la musica). Le poesie non vanno giudicate. O danno emozione o non la danno. E uno stato d’animo e’ cosi’ individuale che non puo’ avere voti.

Seconda risposta. Noi dove siamo? La sede del Mail Jockey e’ a Falconara, nelle Marche. Al centro dell’Italia, forse non casualmente. Dove sono io…e’ un po’ complicato. Diciamo che sono dove succede qualcosa. Infine (ma in realta’ e’ la curiosita’ iniziale), vorresti sapere chi o cos’e’ Kruger. Il discorso, vedi, e’ identico all’arte. Il sito ti piace, ti comunica qualcosa? Kruger e’ quello che tu vuoi perche’ anche te ormai ne fai parte e la poesia, frutto della tua anima, ha fatto il giro della tribu’. Kruger siamo noi. Visto che Kruger e’ un mio amico, aggiungo che lui e’ quello che vedi nel Mail Jockey: gioco e riflessione, musica e polemiche. Emozioni, appunto. Ehi, resta qua, a questo punto. E scrivi ancora.

 

—- Original Message —–

From: Wanda dalla provincia di Varese
Sent: Sunday, January 28, 2001 11:52 AM
Subject: il cuore non ha occhi

Pino, noi ti seguiamo sempre. Sei su, sei giù non ha importanza. I tuoi occhi vedono cose che non tutti vedono: è li’ il vero reporter.  Un bacio da tutti quelli che ti seguono  Cosa dire? Un bacio. Per queste poche, fantastiche parole che mi dedichi, posso restituirti il regalo?

Vale per tutti, naturalmente. Spesso e’ un vezzo definirci zingari, noi del “circo” degli invati. Un mio grande e famoso amico del “Corriere della Sera” a Natale mi ha chiamato per gli auguri, spiegando: “Tu sei come un parente, passo piu’ tempo con te che con la mia famiglia”. L’altro giorno, quando stavo in Lapponia l’ho chiamato da li’ per dirglielo perche’ aveva fatto per Natale un reportage per il suo giornale sull’Ice Hotel. Stava partendo per il Golfo dopo essere stato a Sarajevo. Peggio di me. Siamo tutti cosi’. E siamo anche tutti uguali nel piangerci addosso. Lamento continuo. Che vita… eppoi dopo tre giorni in sede siamo in crisi di astinenza e vogliamo ripartire, per qualsiasi parte. E via con l’altra storica battuta:

“Beh, e’ sempre meglio che lavorare…”

Noi del “circo”, appunto, abbiamo una poesia che e’ un po’ il nostro manifesto. Stavolta apriamo le porte alla poesia… Non e’ nuova, anzi antica: e’ di un classico, Vincenzo Cardarelli.

Si chiama i gabbiani.
Perche’ forse non siamo zingari, siamo soltanto degli inguaribili gabbiani, bellissime bestie.
Ciao a tutti, Pino.

I gabbiani

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo:
e come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina.
Ma il mio destino e’ vivere,
balenando in burrasca.

 

(Tratto da Filo diretto con Pino Scaccia – Tuesday, January 23, 2001 8:46 AM)

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