L’Osteria di Giacomo Leopardi, piatti veloci e sfiziosi nel nome del Sommo Poeta

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Poco prima della casa del sommo poeta di Recanati e vicina alla piazzetta della casa di Silvia (in fondo è tutto lì in pochi metri quadrati) c’è l’Osteria Leopardi. Una vivace gestione familiare con la missione di educare il turista alla qualità.

Mission impossible? No. Marco il patron, nonché cuoco insieme alla moglie e alla figlia, mi spiegano che hanno la cucina sempre in attività. Anche se costa fatica stare aperti dalle 11 fino a notte fonda, soprattutto l’estate. E accontentano i clienti che fanno la fila per visitare la casa di Giacomo Leopardi. Le visite alla casa sono programmate per appuntamento e creano, in ogni modo, una fila lunga e “noiosa”. L’Osteria è lì per loro. Alcuni hanno tempo per mangiare anche due ore. Altri hanno solo 15 minuti. Così Marco e famiglia, una vita vissuta a fare grandi numeri in una pizzeria da “grandi numeri”, si sono attrezzati per l’abbisogna ed hanno un menu per tutti i gusti, le tasche ed i tempi. In 15 minuti spaghetti al pomodoro, antipasti caldi o freddi, zuppe classiche della tradizione marchigiana. In due ore antipasti sfiziosi, primi elaborati, secondi di carne e pesce. Dessert per 15 minuti e per due ore. Avrete capito che sto toccando, con le mie parole, estremi quasi impossibili ma che rendono l’idea di come si fa di necessità virtù.

All’Osteria Leopardi, in memoria del poeta che non era uomo stanziale in senso eno-gastronomico ed ottimo gourmet, si mangia territorio italiano con qualche accenno alle cucine europee che piacevano a Giacomo. Così nelle proposte c’è “tutto un piatto”: un gulash di cinghiale con polenta e taleggio, stracotto al manzo con Rosso Conero patate e verze, bocconcini di vitello alla birra nera con il suo risotto. Vi sto facendo venire l’acquolina in bocca? Se volete continuo con le zuppe. A mio parere anche queste un piatto unico con ai pani prodotti in casa (li ho visti una mattina alle 10, più che visti li ho annusati nell’aria). Le zuppe sono più marchigiane perché raccontano di Colfiorito  e di Serra de’ Conti. Raccontano di cicerchia, di zucca gialla, di cavolfiori verdi. Uno dei protagonisti delle proposte dell’Osteria è il baccalà. Al quale Marco e famiglia dedicano un intero menu che inizia con un cappuccino di baccalà e patate, passa attraverso dei paccheri al ragù e del baccalà al forno e finisce con un guazzetto arricchito di cavolfiori. I pesci e le carni sono presentati in veste classica, golosa e simpatica. Sono ribaltati, in maniera intelligente, certi “sempre verdi” come il vitel tonnè o il coniglio e maiale alla marchigiana. Va ricordata la cantina. Perché Marco ci tiene tanto e perché l’osteria nasce prima di tutto per questo. Qui si può anche acquistare. All’entrata c’è un’esposizione di tutti i prodotti usati in cucina. Un po’ parigina nel suo stile. Un alto scaffale pieno di bottiglie divide l’esposizione/vendita dalla sala da pranzo. Nella mia toccata e fuga di qualche giorno fa, alle 10 tutti i tavoli avevano il cartellino dell’avvenuta prenotazione. Il bello della simbiosi/sinergia fra la città del Sommo Poeta e l’Osteria Leopardi è che, ormai, una non può più fare a meno dell’altra. Che si tratti dei mercatini di Natale, che si tratti di spettacoli estivi in piazza, mostre e ogni evento che profumi di arte e cultura. Vi conviene prenotare. Ma Marco vi accoglie anche alle 15… tranquilli! Risponde allo 071 7574374.

Carla Latini

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