Category archive

Le parole che graffiano - page 3

Glauco Alderisio un uomo forte dal cuore gentile

in Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da

RICORDANDO UN AMICO.

Eccomi qui con Glauco in una foto del 2002 ed ora ci provo nel tentare di volerlo raccontare. Di lui ho apprezzato sempre molto la sua energia e soprattutto la sua onestà intellettuale. Ho goduto del suo rispetto e al tempo stesso mi sono nutrito del suo amore per questa città. Una di quelle persone a cui non sfuggiva niente e che soprattutto non si appiattiva sui luoghi comuni. Un uomo di cultura, legato al suo territorio ma nel momento stesso ribelle e mai ipocrita. Insomma un’anima libera con il coraggio di prendere a pugni un rapinatore ma nel tempo stesso di commuoversi all’ombra di un sentimento.

Un sapore forte che si ama o si detesta. Ed io ho avuto la fortuna di volergli bene. Ci siamo sempre capiti, oltre le nostre mille differenze. Addio amico mio e che la poesia, che tanto amavi, possa esserti ancora compagna in questo nuovo e misterioso viaggio.

Amicizia per viaggiare meglio la propria vita

in Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da

Era il settembre del 1971, il numero del giorno non mi è mai venuto in mente. Ma come posso dimenticare di quella lacrima che ho versato mentre Roberto mi accompagnava dentro la stazione Termini, fino a quel vagone dove c’era scritto destinazione Falconara Marittima, anzi per essere precisi Ancona. E’ stato un bivio della mia vita, abitavo a Roma e finivo in provincia fra mare e raffineria. Non c’era spazio per la ribellione, serviva soprattutto affidarsi al destino. Scelta che si è ripetuta nella mia vita, non certo per mancanza di coraggio. Il destino tira dritto e conosce già la trama della nostra vita, a noi non rimane che l’intuito di capire certi passaggi in cui è possibile determinarne un piccolo ma sostanziale cambiamento. Questo post mi serve per parlare del viaggio della vita ma pure dell’amicizia. Con Roberto ci eravamo conosciuti tre anni prima in quella Villa Sciarra in cui coltivai piacevolmente la mia pubertà, grazie ai primi amori e alla passione smisurata per la musica rock. Ho avuto diversi veri amici importanti che hanno rappresentato in pieno delle stagioni vissute ma lui è quello che ha attraversato per lungo e per largo la mia vita. Quel fratello, a tutti gli effetti, che per me figlio unico, è un punto di riferimento, mai ingombrante ma decisamente rassicurante. E dire che siamo una strana coppia. Lui alto ed io basso. Lui pessimista ed io ottimista. Anche nella politica sostanzialmente lontani. Io abbastanza romantico e lui irrecuperabilmente simpatico. Per la musica? Lasciamo perdere, ci prendiamo sempre in giro. E non ultimo il calcio, lui romanista ed io distrattamente della fiorentina. Ebbene un’amicizia così non me la potevo tenere stretta solo per me e così mi vanto che a volta a volta, è diventato amico di tutti i miei amici vecchi e nuovi, che lo conoscono e lo apprezzano. Ma la più grande gioia nel tempo che passa, giustamente inesorabile è che quelli che capiscono meglio la nostra amicizia sono entrambi i nostri figli. Si sente che sono felici quando ci vedono insieme.
Stiamo per partire per un nuovo viaggio, di quelli come dice lui “offerti dai punti dell’American Express”, per festeggiare il suo compleanno che coincide con il primo giorno di primavera. Dove? Nelle prossime ore ve lo dirò, di sicuro l’unico segreto rimarrà solo quanti anni compirà. Altrimenti scoprireste pure i miei. 

Buon Natale 2018 insieme a Kelly e Milo fra speranze da recuperare

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da

E’ vero potrei sembrare esagerato ad affidarmi ancora una volta ai miei pelosetti. Eppure ci sono delle buone ragioni per cui utilizzo Kelly e Milo per porgerti i miei più saluti natalizi. Perché a loro invidio l’amore senza limiti che sanno offrire alle persone care, la fedeltà incondizionata, l’allegria per le piccole cose e non per ultima la possibilità di farmi ancora sentire un ragazzino quando mi invitano a giocare con loro.

E dire che l’espressione “mondo cane” è stata utilizzata negli anni ’60 per definire gli orrori del mondo. Noi umani dovremmo rivedere molte parole, molti atteggiamenti e molte azioni per recuperare un po’ di tolleranza e di onestà intellettuale nei confronti del prossimo.

Ecco perchè considero la loro complicità importante, mi ha aiutato e permesso di farti degli auguri, sinceramente più buoni e genuini.

Kruger Natale 2018

Tragedia a Corinaldo, morire per un concerto

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da

“Se me lo dicevi prima” recita una canzone di Enzo Jannacci che è poi l’inno dell’ipocrisia. Io che sono piccolo di statura, ricordo perfettamente in diversi concerti e pure nelle rare partite di calcio che ho seguito di essere a volte trascinato dalla massa di persone in movimento. Un’onda inarrestabile che si muove e semplicemente ti trascina, se fatta in modo regolare. Posso quindi perlomeno intuire cosa può succedere se subentra la paura. Non c’è scampo. Ma non bisogna andare in discoteca basta alle volte anche una semplice sagra, zeppa di persone. Ed il fattaccio può succedere. Se a tutto questo aggiungi l’energia di un pubblico minorenne. Oltre il doppio delle persone della regolare capienza del locale. Le strutture esterne non adeguate ad un piano di fuga (pensate alla balaustra che ha ceduto). E la presenza di spray urticante che può essere venduto alle persone sopra i 16 anni per l’autodifesa personale. La tragedia ha tutte le componenti per essere rappresentata.
Ora si scatena una maldestra ma inevitabile caccia alle colpe e pure una peggiore gara a delle improbabili soluzioni.
Di sicuro a sensazione, i gestori non hanno scampo. Mettere oltre il doppio delle persone in quello spazio è un rischio inammissibile. Ma penso pure che non abbiano meno responsabilità quelli della SIAE che dovrebbero sapere tutto della licenza del locale. Quindi,se i dati riportati risultano esatti, come si possono permettere di essere venduti ben 1400 ticket (di cui si trattengono una bella fetta di diritti) mentre non c’è una capienza superiore ai 900 posti? E poi diciamoci la verità lo stesso management, che ben conosce il costo dell’artista, non puo’ far finta di non immaginare che sarà una serata “regolare”. Diffido sempre per natura dai moderni Ponzio Pilato.
Ora tutto questo è sotto i riflettori e quindi attenzione a non fare la caccia alle streghe o crociate contro il mondo dell’intrattenimento.
E soprattutto ora anche se con enorme difficoltà bisogna esprimere un triste pensiero di dispiacere per queste sei sfortunate persone. Con la consapevolezza che non ci saranno più per loro possibilità di vivere in serenità altri giorni con i propri cari. Un danno irreparabile e del dolore senza fine per chi resta.

E’ il compleanno di Milo e Kruger

in Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da

Scelgo le parole di uno dei miei autori preferiti, Francesco De Gregori, per festeggiare questo mio nuovo compleanno che si aggiunge al primo di Milo, anche lui datato 21 novembre. “Però non mi confondere con niente e con nessuno, e vedrai… niente e nessuno ti confonderà. Soltanto l’innocenza nei miei occhi, c’è nè già meno di ieri, ma che male c’è.”
Ho letto di corsa i vostri auguri ed ho dedicato almeno un attimo, non solo a ricordare chi fosse la persona che me l’ha mandato ma a recuperare qualcosa del nostro vissuto. Un istante più o meno lungo per carpire dalla memoria, una sensazione anzi una pennellata che mi è rimasta appiccicata nell’anima. Ovvio che distratto come sono, non potevo riconoscere tutti, anzi. Eppure è stata una bella doccia emozionante di sensazioni. Una scossa a questo quotidiano che proprio crescendo diventa sempre più pesante ed invadente.
Non cercavo solo la poesia o i momenti belli. Cercavo me stesso nell’instancabile curiosità del vivere o semplicemente nelle contraddizioni di cui l’esistenza è un buon teatro di recitazione. Grazie a tutti voi per esserci almeno incontrati e chissà qualche volta pure compresi.

ReGurk compleanno 2018

Andrea Fochista, indimenticabile disc jockey Mr Tilt

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da

Inciampo volentieri nei ricordi, soprattutto se mi hanno arrecato delle forti emozioni. I ricordi mascherano la realtà e amplificano, un po’ come succede nei sogni, le sensazioni e le situazioni. Invece quando mi affido alla memoria, anche se a volte sbiadita e malconcia, riesco a mettere in ordine dei tratti del mio percorso di vita in cui ho incontrato persone che hanno inciso nella mia personalità sia in senso positivo che negativo. Hanno avuto il merito di mettermi in movimento, evitandomi di sprofondare nella dilagante mediocrità a cui quotidianamente assisto, da chi non vuole mai mettersi in discussione. Insomma il mio antidoto naturale ai primi o alle prime della classe…

Ciao Mr Tilt, sapessi le volte che mi sei venuto in mente. Oggi preso dall’inconsueta voglia di ordine in uno scaffale da liberare ho trovato questa lettera qui che da anni cercavo invano. Tu sei apparso in un breve percorso della mia vita, troppo piccolo. Noi “veri” pionieri, agli albori delle radio private, uniti da quel sacro amore, anzi preferirei dire fuoco, per la musica nuova da scoprire. Eh già poco tempo ma vissuto, nel garage di Borgo Rodi alle radici di Radio Arancia. Poi ti accompagnai nella prima ed unica esperienza in discoteca. Avevamo Senigallia tutta per noi, io al timone del Papagajo Club e a te presentai il Conte Babele per il suo Number One. Sento ancora la leggerezza delle nostre chiacchierate fra un disco e l’altro e qualche volta a bere e mangiare da Marion, nelle notti senigalliesi. Poi quel maledetto sabato notte mi portarono a voce la notizia di quell’incidente stradale dove potevi essere tu. Purtroppo eri tu. Poi ti ho rincontrato una notte di tanti anni fa (qualche decennio penso) quando mi regalasti in sogno anche dei numeri. Ero troppo felice di averti rivisto e non li giocai nemmeno. Siamo fatti così, sbadati ma profondi negli affetti da conservare. Un abbraccio amico mio mentre David Bowie canta ancora una volta per noi “starman”.

Kruger

ps: in memoria di Andrea Fochista.

Irrinunciabili briciole di felicità per un tris di kappa

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da

Ed ora posso dire tranquillamente che chi di foto colpisce di foto perisce. Stanotte al compleanno (poi non ne parlo più) dei miei due ragazzi, ampiamente pubblicizzato, ho avuto un’implacabile regista, mia figlia Kimberley. Ha praticamente setacciato ogni foto fatta e dopo un rigido e scrupoloso controllo ha deciso quale potessero essere pubblicate. Niente da dire è un’artista. Da parte sua Kevin invece si sottomette, per non fare torto a nessuno, a farsi fare delle foto con delle espressioni spesso non molto convinte. Quel tavolo allegro dove con Mila, Elba, Kelly, Milo, Alice e Nicola ci siamo voluti bene divertendoci, sembra aver funzionato sul serio. Ora mentre, dal mio cellulare, mi ripasso tutte le immagini della serata mi accorgo che fra tutte quelle pubblicate manca proprio questa da tris di Kappa. Trovo quindi bello concedermi ancora a questa incontrollabile vanità dell’apparire che in fondo nasconde piccole ma irrinunciabili briciole di felicità. A cui nessuno di noi dovrebbe mai rinunciare

Kevin e Kimberley cinquantasette anni in due, ancora non mi hanno superato

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk/Le parole che graffiano da

Perlomeno oggi non mi dovrò impegnare per il tema della giornata. È semplice e allo stesso tempo infinitamente piacevole, il compleanno di Kevin eKimberley. Che belli in questa foto che è in fondo l’allegoria della vita in un mare di emozioni, grassa di difficoltà ma preziosa nei momenti di felicità. Di sicuro a loro penso di aver regalato il profondo senso della libertà e mi sono dimenticato (in fondo non l’ho mai capito) di come essere opportunisti per rimanere a galla. Preferiamo voler bene al prossimo senza remore, anche se si dovesse sbagliare. È tanto per citare Ivano Fossati “È questo (capirai) vuol dire responsabilità “. Questa sera saremo insieme al resto della famiglia per un piccolo momento di festa davanti a quella torta che fa scoccare 57 anni in due. Ancora non mi hanno superato. A questo punto non mi rimane che dire vi voglio bene, come farebbe ogni padre di fronte ai propri figli. Il volersi bene, questo è sicuro, non ha bisogno di classifiche

Go to Top