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agosto 2016

Alla ricerca dei “Casciottgon” con la Casciotta di Urbino. Vent’anni di Dop a Montemaggiore

in Mangiare e bere da

festa del formaggio marchigianoUn’idea originale legata ad uno dei prodotti Dop più famosi delle Marche e ad una festa, la Festa del Formaggio Marchigiano, che si svolgerà dal 10 all’11 settembre a Montemaggiore, in provincia di Pesaro Urbino. I “Casciottgon” (richiamo ai Pokemon) avranno la forma e l’immagine della celebre Casciotta d’Urbino che in quei giorni festeggia i 20 anni di Dop.

Mi ha incuriosita e sto cercando di capire meglio cosa succederà. La festa ha un programma ambizioso e divertente. Che abbraccia un bacino d’utenza trasversale. Giovani, famiglie, bambini, anziani, sportivi, ragazzi, gourmet, turisti, amanti dell’arte, della tradizione e della storia. Insomma tutti. Il momento Casciottgon sarà domenica 11 settembre all’interno e all’esterno del celebre Museo del Balì e in tutto il territorio di Montemaggiore. A breve ci sarà una cartina scaricabile dal sito www.casciottadurbino.it che fungerà da mappa strategica indicando i potenziali posti dove si potranno avvistare i Casciottgon. Comincia alle 8 e finisce alle 20.30. Il Balì, da quando è nata la mania Pokemon funge anche da ‘ricarica’. Chi conosce il gioco bene sa cosa voglio dire. Molti sono i misteri e le favole che circondano i Pokemon. Ce ne saranno tanti anche intorno ai Casciottgon. Sarà una ‘caccia’ fotografica. Per un po’ di tempo (quanto?) si materializzarà l’immagine della Casciotta così come la conoscete. Bisognerà essere veloci, attenti. Tempestivi per non farsi scappare il Casciottgon catturato. Ovvio è solo un bel gioco e come tale avrà lo sfondo senza tempo del Balì e lo storico fascino di Montemaggiore. Dove i bambini si divertono ed imparano la matematica, la fisica, l’astrofisica. E a rincorrere i Casciottgon. Scherzi a parte, i due giorni dedicati alla Casciotta più famosa d’Italia (l’unica con la “sc”) e al suo ventesimo compleanno, avranno un ampio respiro culturale e daranno un’identità diversa ad un prodotto, buonissimo, che tutti noi conosciamo e apprezziamo nei banchi frigo dei nostri supermercati. In questi giorni sarà possibile visitare il luogo di produzione a Montemaggiore. Per rendersi conto di persona del percorso che fanno latte di pecora e di mucca per diventare la Casciotta d’Urbino. A questo punto del mio pezzo mi sembra doveroso informarvi sul programma ‘quasi’ definitivo. Perché c’è ancora tanto tempo e altri appuntamenti e personaggi famosi possono aggiungersi per la gioia di tutti. Per informazioni e prenotazioni www.casciottadurbino.it.

Carla Latini

SABATO 10 SETTEMBRE

H. 9.00-10.00 “LA COLAZIONE MARCHIGIANA”
LATTE ALTA QUALITÀ QM TRE VALLI CON CAFFÈ D’ORZO,
BISCOTTI E TORTE DELLA COOPERATIVA “IL BIROCCIO”.

H. 9.30-11.00 “A SCUOLA DI LATTE”
EDUCAZIONE ALIMENTARE AI BAMBINI
ANTEPRIMA 2016/2017 COOPERATIVA “ALIMOS”

H. 11.00 – 11,45 INAUGURAZIONE PUNTO VENDITA QUIDANOI
CON LE AUTORITÀ E VISITA AL CASEIFICIO VALMETAURO (SOLO SU PRENOTAZIONE).

H. 12,00 – 12.30 “QUIDANOI È GIÀ NATALE”. PRESENTAZIONE DEL CATALOGO ONLINE DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI

H. 12.30 – 14.00 APERIPRANZO AL FORMAGGIO
CON LE RICETTE DELLA TRADIZIONE MARCHIGIANA.

H. 16.00 – 18.00 “IL PANIERE DEI PRODOTTI
FOOD BRAND MARCHE” DEGUSTAZIONE GUIDATA.

H. 17.00 – 20.30 ESIBIZIONE LANCIO DEL FORMAGGIO
CON FORMAGGIO PECORINO STAGIONATO. A CURA UISP

H. 17.30 – 20.30 ESIBIZIONE DI RUZZOLA
COMPAGNIA DEL VENGA L’OST

H. 17,30 – 18.30 MERENDA MARCHIGIANA
CON FORMAGGI E SALUMI E ALTRE PRELIBATEZZE

H. 19.30 – 24.00 “FORNELLI ACCESI”
CENA CON LE RICETTE A BASE DI FORMAGGIO
DELLA TRADIZIONE MARCHIGIANA,

DALLE H. 22.00 “CASCIOBURGHER” L’INCONTRO FRA
LA CASCIOTTA ED IL MARCHBURGER DI BOVINMARCHE.

H. 22.30 – 00.45 “NOTTE PRIMA DELLA SCUOLA”
MUSICA ED INTRATTENIMENTO PER FESTEGGIARE
IN ANTICIPO L’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO

DOMENICA 11 SETTEMBRE

H. 08.00 – 12.30 “CICLO RADUNO” ESCURISONE IN MONTAIN BIKE
CON LA “SERVIGOMME CYCLING TEAM”. (CIRCA 35 KM) DI MEDIA DIFFICOLTA’
.
H. 08.00-10.00 “LA COLAZIONE MARCHIGIANA”
LATTE ALTA QUALITÀ QM TRE VALLI CON CAFFÈ D’ORZO,
BISCOTTI E TORTE DELLA COOPERATIVA “IL BIROCCIO”.

H. 08.00- 20.30 “CASCIOTTA GO” GIOCO FOTOGRAFICO ALLA RICERCA DEI “CASCIOTTGON”

H. 10.00 – 11.30 VISITA AL CASEIFICIO VALMETAURO
(SOLO SU PRENOTAZIONE).

H. 10.00 – 11.30 “VENT’ANNI DI DOP UNA INNOVAZIONE
BEN RIUSCITA” CONVEGNO AL MUSEO DEL BALÌ.
AL TERMINE “APERTURA DELL’ORCIO”, STORICO
CONTENITORE DOVE AFFINANO FORME DI FORMAGGIO
AVVOLTE NELLE FOGLIE DEGLI ULIVI DI CARTOCETO.

H. 12.30 – 14.00 APERIPRANZO AL FORMAGGIO
CON LE RICETTE DELLA TRADIZIONE MARCHIGIANA.

H. 15.30 – 22.00 MOSTRA FOTOGRAFICA
A CURA DI 80 ASA CLUB FOTOGRAFICO

H. 16.00 – 17.00 FORMAGGI DOP A CONFRONTO
(DEGUSTAZIONE GUIDATA).

H. 16.00 – 18.30 CASCIOTTA IN STAFFETTA
A CURA DI ASD CALCINELLI RUN

H. 17,30 – 18.30 MERENDA MARCHIGIANA
CON FORMAGGI E SALUMI E ALTRE PRELIBATEZZE

H. 18.00 – 24.00 “FORNELLI ACCESI”
CENA CON RICETTE A BASE FORMAGGIO DELLA
TRADIZIONE MARCHIGIANA ACCOMPAGNATA DA MUSICA.

H. 22.30 – 00.45 “NOTTE FORMAGGIOSA”
MUSICA ED INTRATTENIMENTO PER FESTEGGIARE
I 20 ANNI DELLA CASCIOTTA D’URBINO

SABATO 10 E DOMENICA 11 SETTEMBRE
H. 11.30 – 22.00 MOSTRA MERCATO “QUIDANOI È GIÀ NATALE” (AREA DEL PARCHEGGIO DEL PUNTO VENDITA CASEIFICIO)

H. 15.30 – 22.00 MOSTRA FOTOGRAFICA A CURA DI 80 ASA CLUB FOTOGRAFICO

H. 16.00 – 18.30 “CASCIOTTA IN FLIGHT” VISITA AL CAMPO ULTRALEGGERI, A CURA DEL “ALBATROS ULTRALIGHT CLUB”.

H. 16.30 – 22.00 BABY CHEESE PARK
“GIOCARE CON IL LATTE” LABORATORI PER BAMBINI

H. 16.30 – 18.00 PASSEGGIATA TURISTICA CON GUIDA
A MONTEMAGGIORE AL METAURO.

H. 17.30 – 22.00 SPINNING
(SOLO SU PRENOTAZIONE AL 328-3911575)

H. 17.30 – 22.00 GIOCO LANCIO DEL FORMAGGIO

PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
PROLOCO MONTEMAGGIORE AL METURO
www.casciottadiurbino.it

Maurizio Digiuni, con un nome così non poteva che fare il cuoco! “Divagazioni” al gusto ciauscolo di pesce

in Mangiare e bere/Senza categoria da

“Dai su fai la solita battuta sul mio cognome!” Mi attacca subito! Impossibile resistere. La metto additittura nel titolo. Maurizio fa il cuoco da 18 anni sulla costa sud della riviera adriatica. Quindi mare servito nel piatto. Grandi numeri di gran classe. Il posto si chiama il Porticciolo ed è a Cupra Marittina. Benedetta e Stefano sono i titolari. Affezionati alla sue solida tradizione. Ma a volte, ogni tanto e per fortuna nostra, ama divagare.
Divaga sui ricordi e fa della sana provocazione. Si inventa ricette per recuperare quegli scarti che, altrimenti, finirebbero nei primi piatti. Come la sua galantina di tonno. Dove con il tonno mette le uova sode e i pistacchi.

Firma piatti che definiamo insieme ‘blasonati’. Piatti che mettono soggezione al cuoco che li fa. Uno di questi sono gli spaghetti cacio, pepe e cozze. La vicinanza dell’Abruzzo si fa sentire. E il sempre attuale, mare monti, cacio e pesce, risulta goloso e piace a tutti. Ma non voglio scrivere solo delle divagazioni di Maurizio. Dei suoi fiori di zucca ripieni di gamberetti e non di alici, delle sue lumachine e vongole con pecorino.

Al Porticciolo ho assaggiato, finalmente, la versione ufficiale del Brodetto alla sambenedettese. Quello fatto con tante verdure. Pomodori verdi (perché diventavano maturi durante le uscite in barca) peperoni gialli, rossi e verdi. Tutti i pesci del pescato locale. E non mancano mai le seppie. Niente farina e tanto, tantissimo aceto. Che aiuta a sfaldare le verdure e a conservare i pesci. Molti sono i clienti che si fanno chilometri per questo Brodetto. E si fermano anche al mare. Il Porticciolo ha una quarantina di ombrelloni, una spiaggia ben curata e il calore famigliare di Benedetta e Stefano. Lei segue e coordina la sala. Stefano fa la pizza. Per i ‘vacanzieri’ stanziali Maurizio inventa sempre il ‘piatto del giorno’. Spesso un primo che ‘impone’ con gentilezza. Che siano vongole o scoglio. Dalla sua mano potrete gustare intelligenti abbinamenti di verdure, legumi e pesce. Tutto di stagione e locale. In cucina con lui c’è Marco che è il suo secondo. Ha solo 27 anni ma l’esperienza di un cuoco navigato. Poi c’è Andrea, giovanissimo ed alle prime armi. Cresce bene. Maurizio è soddisfatto.

Contento di essere riuscito, durante il caos frenetico di agosto, a tenere fede alla sua promessa.

Grandi numeri di gran classe. In sala due persone aiutano Benedetta. E quando possono si aiutano a vicenda passando dalle pizze di Stefano alle ‘divagazioni a sorpresa’ di Maurizio. Il nostro Digiuni ci tiene a precisare che tutte le paste fresche, gnocchi e ravioli, sono fatti in casa. Insieme ai dolci: bavaresi e semifreddi estivi, panne cotte, zuppe inglesi, sacher. Un paio di dolci al giorno sono il suo trand abituale. “Ancora divagazioni chef?” Provocazioni che è meglio. “Tu non hai mai assaggiato il mio ciauscolo di pesce: calamaro ripieno di ciauscolo tagliato a fettine e servito freddo. Mi sono dimenticato anche di raccontarti della carbonara con i fiori di zucca e la bottarga, degli hamburger di pesce, della frittata con l’umanità e della spigola in carrozza. “Ma come inviti i tuoi clienti a scegliere le divagazioni/provocazioni? Le leggono sul menu soltanto? Esci in sala?” “Esco all’inizio, al momento degli antipasti caldi e freddi. Si chiamano così ma li cambio spesso. Colgo l’occasione per descriverli. Spiego perché oggi c’è il tonno e ieri la ricciola. Offro il mio aiuto. La mia è una presenza discreta. Mai invadente. Necessaria”.

Immagino che fra una spiegazione e l’altra Maurizio trovi il tempo giusto per infilare, con un tocco leggero di fioretto, un assaggio di galantina di tonno o una spigoletta fresca in carrozza. Formaggio e pesce. Non una novità ma una continuità. Benedetta, Stefano, Maurizio, Marco e Andrea vi aspettano al Porticciolo. Con un nome così, tanto per rimanere in tema di nomi, il pesce fresco è una certezza. E non rimarrete ‘Digiuni’!
Vi consiglio di prenotare allo 0735/777629 https://www.facebook.com/chaletilporticciolo. www.chaletporticciolo.it

Carla Latini

La Capannina di Portonovo, la scelta giusta di fine estate

in Senza categoria da

La mattina presto è un momento più che magico. Meglio dello scontatissimo tramonto. I sughi già bollono in cucina e i cuochi sfilettano il pesce. Alle 7.30 la Portonovo gastronomica è già attiva. Mi fermo a prendere un caffè alla Capannina. Il cielo è coperto ed è uguale al mare.

Sento ancora i rumori sommessi della sera prima. Cocktail e grandi spiriti nella notte guardando verso l’orizzonte. Dopo una cena che avrà fatto “ridere” il vostro palato. La Capannina si vive dalla sera alla mattina e viceversa. Un tuffo, una brioche, un bagno di sole, l’ombrellone, la sdraio, una pizza bianca ed una padellata di paccheri. Gabriele Capannelli alle 7.30 è già qui. Organizza la giornata e poi scappa ad Ancona, a Bontà delle Marche (ne ho scritto QUI). Imprenditore audace è convinto che non si può smettere di fare. Sua è anche l’iniziativa, molto ben riuscita, al porto del capoluogo, che si chiama “Ticiporto”: spettacoli gratuiti e street food per rinfrescare le serate anconetane. Ma torniamo alla Capannina. Gabriele sta dietro le quinte e davanti, sul palco, due belle donne, Beatrice e Lorenza, accolgono gli ospiti e li seguono in ogni loro desiderio. Qui se ne possono esprimere tanti. Dalla pizza. Unico bagno al mare con il forno a legna che “sforna” pizze bianche e rosse firmate da Rudy. Con farciture classiche e di fantasia. Croccanti, da mangiare a spicchi con le mani. E la “marinara” vi farà leccare le dita. C’è un menu di lusso e uno degustazione. La lista delle vivande alla carta. Gli immancabili moscioli che ogni cuoco interpreta a modo suo. Il cuoco della Capannina li lascia assolutamente al naturale. A profumare di sale e di mare.
Una lavagnetta accanto all’entrata indica ogni giorno il pescato del giorno con accanto il prezzo al chilo. Come una “borsa” del pescato. In questo modo, appena arrivati, potete scegliere il pesce di vostro gradimento che sarà condito e cotto solo per voi. In tempi di fermo pesca è una solida garanzia di freschezza e qualità. In attesa, insieme ai moscioli e al loro sughetto perfetto per fare scarpetta, due crudi, se vi piacciono, ed un eccellente baccalà mantecato, potrebbero essere il vostro inizio. Da bere? Gabriele è un cultore del buon bere. Si rifornisce direttamente dalle cantine. Sia locali che fuori regione. Ha una lista di bolle, dal Franciacorta al marchigiano, che strizza l’occhio ruffiano alla Francia migliore. Con il pesce le bollicine sono da tutto pasto. Soprattutto se cominciate con il crudo. Non mancano birre artiginali, non solo da abbinare alle pizze. Gusterete dei paccheri con i moscioli che arrivano a tavola ancora saltando in padella e gli spaghetti con ragù di mare. Quello in bianco con tutti i pesci cotti a tempo. A ciuscuno il suo tempo. Mentre il vostro grande pesce starà borbottando nel forno con gli aromi del Monte Conero accanto a lucidi, immancabili, pomodorini. Potete stare dentro, fuori, fra fuori e dentro. Continuare a stare in branda. Rilassati e, forse, se riuscite, spensierati per qualche ora. Lo scopo di Beatrice e Lorenza è solo questo. Donarvi cibo e vino che si fondano con l’atmosfera ed il paesaggio unico che la natura ci regala, senza chiedere nulla in cambio.
Perché il vostro soggiorno sia indimenticabile e vi costringa a tornare qui. Dove un caffè alle 7.30 della mattina ti fa tirare un sospirone come fosse un sollievo. Ed il mare ha sempre il colore del cielo. La Capannina è attiva tutto settembre. Il periodo più bello. Per prenotazioni e informazioni tel. 071 801562, info@lacapanninadiportonovo.it

Carla Latini

Daniele Baldoni, nelle sue sculture l’antidoto ad ansie e paure

in Arte/Cultura/Tyche Magazine da

Daniele Baldoni un’esperienza artistica per scoprire se stesso. Una facilità nella manualità, l’ha fatto approdare alla scultura. Ci racconta la sua storia attraverso una interessante intervista e una galleria fotografica con alcune sue opere portate in redazione. Una frase di Leonard Cohen, “C’è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la luce”, sembra descrive perfettamente il nostro giovane artista.

intervista video di Kruger Agostinelli

foto di Federico De Marco

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Luigi Mancini e i suoi grappoli di Pinot nero a picco sul mare

in Mangiare e bere/Senza categoria da

I vignaioli sono dentro i loro vigneti che sono dentro i loro vini. Il vino si fa in vigna, dicono tutti gli enologi e gli esperti. Più la vigna è amata e più i vini sono generosi. Ho conosciuto Luigi Mancini prima di bere i suoi vini e poi ho visitato il vigneto più alto. Che si specchia del mare tanto è ripido. Ed il mare soffia fra i filari, con un forte vento salato. Luigi è una persona schietta. Di poche parole che offre con la stessa grazia con cui versa i suoi vini. Ma se entri in sintonia è un mare blu di nozioni e di emozioni che ti travolge.

vini mancini Arrivo da lui verso mezzogiorno, in cantina nel Pesarese. È in piedi su una scala accanto ad un tino. Un piacere vederlo così. All’opera. Poi mi fa accomodare nel suo quartier generale. Mobili antichi di pregio e il caos bello e avvolgente di chi lavora senza sosta fra mail, post it, bottiglie e bicchieri. Mi permette di fare, con lui, unn percorso degustazione unico. Stappando annate che risalgono a 15 anni fa e che ancora non hanno finito di raccontare la loro storia. Colpita assaggio in silenzio. Adoro il Pinot nero che trovo il grappolo più bello e delicato del mondo. Un po’ come il Verdicchio. Chiuso “a pugno” all’esterno per aprirsi con calma e a lungo dentro il bicchiere. Luigi è stato il primo a vinificare Pinot nero nelle Marche, impiantato a Pesaro tanti anni fa durante la dominazione napoleonica. Il terreno calcareo e il microclima freddo proveniente dal mare risultarono, fin da allora, ideali per questa coltivazione. Fu la famiglia Mancini, da generazioni, a mantenere in purezza il vitigno e a vinificarlo con cura, rispetto e attenzione. Mentre parliamo, Luigi accende il computer e sul grande schermo mi faccio un viaggio virtuale fra gli appezzamenti da dove prendono il nome i suoi vini. Roncaglia, Albanella 100% con una piccola aggiunta di Pinot nero, è nella zona di Roncaglia, accanto al parco naturale San Bartolo. Focara, zona Focara sempre accanto al Parco che produce appunto il Focara, Pinot nero vinificato in rosso. Focara Rive, sempre Pinot nero ma proveniente dalla zona di Rive, dove stiamo per andare. Colline Focara e Rive, il Sangiovese del Colli Pesaresi. Dalla vigna di Monte Bacchino nasce Blu, IGT rosso. E sempre da Rive arriva anche il Sangiovese. E poi c’è Impero (posso dire il mio preferito?), Pinot nero vinificato in bianco. Attualmente di Albanella c’è il 2013 e delle altre uve il 2012 e 2011. A breve, oppure quando lui vorrà, anche Mancini avrà le sue bollicine.

tenuta mancini tycheHo avuto il privilegio di un’anteprima che mi ha confermato quello che stavo pensando mentre degustavo: i grappoli che Luigi ama e “protegge” dal freddo del mare lo ringraziano con questi vini che sono senza tempo. Prima di portarvi con me a Rive, sarà eccitante ma non nel senso che pensate voi, vi consiglio di vedere sul suo sito www.fattoriamancini.com un video molto bello, di quelli che si dicono emozionali, che mostrano le sue vigne, le ginestre che qui durano tutto agosto, il tramonto. Uno spettacolo unico che porta in vigna visitatori ogni sera per tutta l’estate. Arriviamo in macchina fino a Rive. La visita fra le vigne è “sui generis”. Se volete, salirete su una Suzuki a 4 posti, decappotabile con gomme da alta montagna, Luigi alla guida vi chiederà: «Sei sportiva?» Abbastanza, rispondo tranquilla. Bene, tenetevi forte, perché si parte per un tour rocambolesco, che ha del pericoloso se non sei uno stuntman. Montagne russe fra le vigne a picco sul mare. Ed arriviamo in alto, così in alto che manca il fiato. Scendo, tocco terra e lui ride. Un motivo in più per andare a trovarlo. Oltre che per acquistare i suoi vini.

Fattoria Mancini, Strada dei Colli, ingresso via del Gabbiano, Pesaro. Tel 0721 51828, aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.

Carla Latini

le confidenze di Alex Britti fra ricordi e aneddoti, “viva le donne del Lola”

in Concerti/Eventi da

“Passiamo a salutare Alex Britti?” mi propone l’amico e collega Marco Chiatti del Corriere Adriatico. Da parte mia c’è la curiosità di incontrarlo per la prima volta e poi abbiamo il gancio della bella promoter Angelica Curzi. E’ proprio Angelica che con la sua insuperabile cortesia ci introduce alla corte di Britti. Non è difficile entrare in confidenza con lui e poi abita a Roma, precisamente a Monteverde nel mio quartiere, di quando abitavo lì anche io. Parliamo del ristorante capitolino il Focolare, anzi da Calogero come ben si ricorda lui. Poi la nostra conversazione passa al meteo, complice la sera decisamente freddina di agosto che stiamo affrontando.  Ed ora di cosa parliamo ? Inevitabilmente di musica e…dintorni.
– Ci sono artisti che seguono le tendenze e tu?
<< Non ci riuscirei mai, io compongo quello che sento e non potrebbe essere diversamente. Non so davvero quello che scriverò ma l’ispirazione è così, quando arriva è pronta per essere servita. Se funzionerà? Spero di si ma è una condizione secondaria. >>
– Con un prezioso collaboratore del Tyche Eventi, Maurizio Della Fortuna hai collaborato, al teatro Manzoni di Milano ad un progetto ambizioso con Toquinho
<< E’ vero con il leggendario musicista brasiliano ci siamo regalati questa occasione in cui raccontavamo, chitarra in mano, le nostre rispettive canzone famose. E poi abbiamo dedicato una parte a noi due. Mi ricordo che mio padre aveva un suo disco con Vinicius De Moraes, lo conoscevo a memoria. Ho iniziato a strimpellargli quei pezzi e lui divertito mi è venuto dietro. Si è fatto buttare giù da internet i testi e ci siamo esibiti così. Che bel successo. Penso proprio che sia un’esperienza da ripetere>>.
– E delle Marche cosa ricordi?
<< Un esperienza importante e stimolante per le Winx. Questo mi ha permesso di venire diverse volte giù a Recanati>>.
A questo punto scatta la memoria del buon Marco Chiatti, che lo vide appunto come cliente divertito al mitico Lola di Porto Recanati.
<< Mamma mia che… – il resto continua in romanesco che tradotto in lingua italiana sta per – che belle donne che lo frequentavano>>.
Da lì il suo ricordo diventa più prolifico e praticamente era all’epoca un esperto di tutti i locali da ballo degli Ascani (Green Leaves, etc etc). In pieno buonumore arriva Angelica che ricorda che manca una manciata di minuti al concerto in piazza XX settembre a Civitanova. E’ salito più sorridente sul palcoscenico, del resto i buoni ricordi fanno bene e fanno dimenticare pure che, stasera l’aria è proprio fresca. Grazie Alex

Kruger Agostinelli

(foto di Federico De Marco)

I menu di Felicità Romagnoli in musica: ecco gli abbinamenti con i concerti di Tyche Festival

in Mangiare e bere/Senza categoria da

La storia di Felicità Romagnoli sembra un film girato a Hollywood. Già il nome è tutto un programma: Felicità. In verità, nata in America, il suo nome originale è Happy. Mi racconta la sua passione per la cucina cominciata in casa con nonna e mamma. Un po’ “fai date” e un po’ di corsi fra Usa e Londra hanno formato la mano sicura di questa bella ragazza. Alla fine del mio pezzo che è anche un’intervista, Felicità abbinerà i suoi menu agli ultimi concerti di Tyche Eventi e alle musiche che preferisce. Quindi rimanete qui. Felicità sfilava per Valentino. Mi confessa, però, che, siccome il primo amore non si scorda mai, anche adesso, ogni tanto, si concede il lusso di qualche sfilata fra un servizio di catering ed una cena in un club privato. Felicità cucina a domicilio. Dopo qualche anno passato fra i fornelli di altri cuochi ha deciso di fare da sola. Ha un carattere forte la ragazza che ha fatto del suo ‘Chef a domicilio in musica’ un vero e proprio mestiere.

E la musica come si inserisce?
«La musica fa parte della mia vita. Mentre invento un piatto e preparo una linea di cucina la sento in cuffia. Cucino con le cuffie. Se poi i miei clienti voglioso essere coinvolti accendiamo lo stereo! Il mio motto: cucinando con amore, mangiando con felicità».
Compleanni, matrimoni, anniversari con la cucina felice e musicale di Felicità? Quali sono i tuoi ingredienti e i piatti preferiti?
«Mi muovo agilmente fra vegetariano e vegano. Adoro zenzero, curry, curcuma. Lavoro molto bene pesci e crostacei. Ci abbino tutti i generi musicali dal jazz alla musica classica fino alla house»,
Circa 5 anni fa è uscito, solo in inglese e negli Stati Uniti, il suo primo libro. Come poteva intitolarsi se non ‘Food and Music’? Ci sono raccolti i suoi piatti classici. Attraverso il passa parola la ragazza arriva poi a cucinare per grandi eventi e per personaggi molto famosi. Madonna e Alain Delon la chiamano spesso.
«I miei libri? Ti riassumo in breve la loro storia, ho pubblicato a novembre dell’anno scorso il mio libro in inglese vendendo circa 1200 copie tra America e Gran Bretagna per poi stamparne circa 5000 copie in italiano da vendere in Italia, sto concludendo accordi con diverse librerie e ultimando sul sito la vendita online. Nel frattempo sto chiudendo il secondo libro che sarà disponibile a novembre (il cartaceo). Le differenze tra il primo e il secondo libro sono l’inserimento di canzoni associate (musica tra gli stili più svariati) alle ricette, e l’utilizzo di erbe e di spezie come rimedi naturali oltre che in cucina».
Quindi aspettiamo il prossimo “Food and Music”. Sappiate che il 5% delle vendite verrà devoluto alla Aiom Marche grazie al contatto con il dottor Luciano Latini.
Ed ora ancora domande ed i menu/concerti e i menu/music.
Ma durante il lavoro, come fai? Chiami qualcuno che ti aiuta?
«Fino a 70 persone faccio da sola. Mi preparo la linea prima a casa, arrivo nella location destinata, metto le cuffie o accendo lo stereo e comincio!».
Ride con dolcezza e mi chiede scusa se aggiunge altre notizie su di sé. Ma io sono qui per questo e apprezzo molto la sua cortesia. Quindi scopro che nel Giugno di quest’anno è stata premiata con il Disco Diva. Una serata speciale che ha allietato anche con un angolo degustazione dove ha fatto assaggiare le sue creazioni.

Che adesso inventi per noi di Tyche. Facciamo un gioco al contrario. Io ti dico un gruppo musicale o un cantante (gli ultimi concerti di Tyche tanto per rimanere in tema) e tu mi dici il menu che ti viene in mente per loro.
Da qui in poi vengo travolta dalla competenza e dalla fantasia di Felicità!
menu TIROMANCINO
– Calamari ripieni di Riso di Venere (L’alba di Domani)
– Ravioli Ripieni di Tonno Fresco e Zucchini (Angoli di Cielo)
– Sfoglia e fragole al profumo di Rosa (Piccoli miracoli)
menu Vinicio CAPOSSELA
– Funghi ripieni di spinaci (La Madonna delle Conchiglie)
– Tagliatelle all’uovo con il pollo (Le Sirene)
– Sorbetto di Mango (Le Pleiadi)
menu Jethro TULL
– Gamberi e Fave (Aqualung)
– Lasagna di Coda di Rospo e Topinambur (Locomotive Breath)
– Bavarese al limone (Heavy Horses)
Concludo il mio incontro telefonico con Felicità con tre menu musicali. Leggete che belli e divertenti.
Menu estivo vegano in chiave classica:
– Insalata di rucola pera noci e tofu con una spolverata di zenzero (9a sinfonia di Ludwig Van Beethoven)
– Polpettine di melanzane con la paprika (Aria sulla IV corda di Johann Sebastian Bach)
– Mousse all’ananas e cioccolato (Il Danubio Blu di Strauss)
Menu vegetariano in chiave jazz
– Uova di quaglia immerse nel verde ( What a wonderful world – Louis Armstrong)
– Lasagna di zucca (Blue skies- Ella Fitzgerald)
– Tortino di frutta (So what – Miles Davies)
Menu di pesce in chiave mix music
– Pannocchie ripiene al forno (The two of us di Claudja Berry e Ronnie Jones)
– Ravioli ripieni di gamberoni al profumo di pomodoro fresco e zenzero (William Pharrell Happy)
– Tortino al cioccolato piccante (Maria Maria Santana)

Carla Latini

Il rock dei Jethro Tull è ancora avanti: lo era negli anni ’70, lo è ancora oggi. Il racconto, le foto e il video dal Tyche Festival

in Concerti/Eventi da

Era martedì pomeriggio, quel 2 febbraio del lontano 1971, quando due ragazzini entrarono al teatro Brancaccio di Roma alla conquista di due posti. La passione del rock era forte in quel periodo: già ascoltare un disco diventava un rito irrinunciabile. La puntina del giradischi partiva dall’inizio del vinile e scivolava inesorabile fino all’ultimo brano. Poi, con una piccola acrobazia della punta delle dita, si alzava e si rigirava quel 33 giri, tanto atteso, tanto desiderato ed ora tanto considerato. Ma, in quel martedì pomeriggio, si trattava di molto più: la possibilità di materializzare un sogno, l’incontro con la rockstar. Invece, nella penombra, un musicista vestito da mendicante con la chitarra in mano annuncia che i Jethro Tull si sono sciolti e che il concerto lo farà lui da solo. Le note erano di una nuova canzone, mai sentita, intitolata “My god”. Una voce roca ma ammaliante accompagnava quella chitarra acustica dall’arpeggio delicato ma anni luci dal rock che quei ragazzini volevano ascoltare. Lui si ferma, appoggia lo strumento e in un istante le luci si accendono improvvisamente e magicamente esplode la musica. Ora Ian Anderson su un piede solo ha imbracciato il flauto. Da quel momento compresi che non avrei potuto amare nessun altro gruppo così. Quei due ragazzini, Kruger e Roberto, ora sono in riva al mare a Civitanova quando in una meravigliosa notte d’agosto (ancora di martedì) il pifferaio magico intona “Living in the past”. Eh già, un ritorno al passato che non ha nulla di scontato. Dove non c’è spazio per la nostalgia. Il sound è ancora potente, forse più maturo ma integro nella sua indistruttibile energia “progressive”. Certo, siamo tutti un po’ cambiati. E mentre i nostri corpi si lasciano andare al tempo che scorre e ci consuma, la passione del rock sembra intatta. Quarantacinque anni dopo succede che tutto appare diverso tranne la musica che punta sempre dritta al cuore. Volevo raccontarvi questo per spiegare che la musica è come la nostra anima, non è mai in balìa del tempo. Riesce ad entusiasmarci o ad annoiarci. Ci rende dentro più belli e più brutti. Ecco, oggi sono più felice, c’è Roberto, c’è Ian Anderson e ci sono ancora pure io che continuo a commuovermi grazie a quel concerto del 1971 che non è finito mai… E intanto arriva il bis con “Locomotive Breath” e Ian canta “The train won’t stop going | no way to slow down.” In quel verso, “Il treno non si fermerà | non c’è modo che rallenti”, ci trovo l’allegoria della nostra vita che passa.

Kruger Agostinelli

 

Intorno ai ricordi di Kruger che si materializzano, c’è l’universo di Ian Anderson e dei suoi Jethro Tull. È fatto di t-shirt con la copertina di “Thick as a brick”, con l’inconfondibile silhouette del “pifferaio magico” che suona su un piede solo, o con la scritta “To old to rock ‘n’ roll – too young to die!”. L’orgoglio con cui sono indossate è lo stesso di quando sono state acquistate, in un tour di tanti anni fa o nello stand appena fuori l’Arena del Mare. Magari c’è solo qualche capello bianco in più. Ma tra le migliaia di persone che sciamano verso l’ingresso, si respira l’atmosfera del grande concerto. Non si tratta, però, di gente che vuole “vivere nel passato”. Perché il prog-rock di Ian è ancora avanti: lo era negli anni ’70, lo è ancora oggi. E, soprattutto, perché tra il pubblico c’è il teen-ager che con le dita mima l’inconfondibile riff iniziale di “Aqualung” ora proposto con maestria da Florian Opahle, acclamato chitarrista. C’è chi alza ancora accendini tra la moltitudine di nativi digitali che usano i flash o i display degli smartphone per illuminare le note che escono da quel flauto. Suadenti, potenti, senza età. E, soprattutto, c’è lui, ancora su un piede solo, celtico menestrello con bandana. Che un età ce l’ha, 69 compiuti proprio mentre lasciava il palco. Ma che regala momenti di immortalità. Ultima annotazione sull’Arena del Mare, per una notte “seventy” in tutto e per tutto. Un grande spazio coperto di verde dove, nei punti più lontani dal parco, c’era chi si è seduto sull’erba o sdraiato su una coperta, chi si è portato il cane, chi pargoli in passeggino, chi bimbi liberi di scorrazzare, chi si è appartato per un bacio furtivo. E la mente torna ai grandi raduni rock di un’epoca che, forse, è destinata a non tramontare per quel che ha proposto in musica.

Emanuele Pagnanini

(Federico De Marco foto e video)

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Stagione 2016 le foto dello Shada di Civitanova Marche

in Eventi/foto/Shada Civitanova da

Qui le foto dello Shada di Civitanova Marche stagione 2016:

Gran Finale con Rumba de Mar 9 settembre 2016

Drupi 2 settembre 2016

Renato Pozzetto 26 agosto 2016

Quisisona Band 19 agosto 2016

Alan Sorrenti 14 agosto 2016

Matteo Borghi 12 agosto 2016

Drupi 5 agosto 2016 ANNULLATA PER MALTEMPO

Agostino Penna 29 luglio 2016

Al Bano 22 luglio 2016

Matteo Borghi 15 luglio 2016 ANNULLATA PER MALTEMPO

Marcella Bella 8 luglio 2016

Rumba de Mar 1 luglio 2016

Max Giusti 24 giugno 2016

Maurizio Vandelli 17 giugno 2016 ANNULLATA PER MALTEMPO

Gipsy Kings Legend 10 giugno 2016

Opening 3 giugno 2016

 

I Due Cigni di Rosaria Morganti, quando la cucina è una ricerca in continuo movimento

in Mangiare e bere/Senza categoria da

Il suo ristorante, anzi il Ristorante di famiglia, è a Montecosaro Scalo. Si chiama Due Cigni. Fra i fornelli con Rosaria Morganti c’è mamma Ida. Se vi aspettate una cucina al femminile vi sbagliate di grosso. Qui si respira terra, materia, mare, spezie, profumi intensi e netti. Ricette antiche e codificate che hanno una storia da raccontare.

Ma perché Due Cigni? Mentre si mette in posa per la foto ufficiale prendendo in mano alcune pesche Saturnia come farebbe un giocoliere esperto con le sue palle, mi racconta che quando la mamma aveva il ristorante lei e la sorella erano piccole. Gironzolavano senza una vera e propria vocazione. «Che farò del mio ristorante?” chiese mamma ad un ospite abituale e molto gradito. E lui rispose: «Hai due figlie che crescono come due cigni. Ci penseranno loro». In verità poi la sorella ha preso il volo e lei, dopo aver interrotto gli studi di Medicina, ha preso in mano l’intero progetto. Ed eccola qua. I giovani le dicono che è vecchia (classe ’57) ma le sue ricette, i suoi piatti, sono sempre in continuo movimento. Deve inventare, cambiare, creare, imparare.
Dura e dolce nello stesso tempo. Come la sua cucina. Tenera e delicata quanto caparbia e combattiva. Una guerriera che profuma di sfoglia, di spezie, di erbe e fiori dimenticati. Ci ricordiamo con piacere dei tempi di Cuochi di Marca. Quando un gruppo di cuochi illuminati voleva cambiare in meglio la nostra regione. Era l’unica donna e teneva testa a chef del calibro di Lucio Pompili. Che la adora ed il sentimento è reciproco. La conosco da tanti anni e sono tanti anni che non ci vediamo. Vorrei dirle mille cose che non le ho mai detto. Di quanto l’ho sempre ammirata, stimata e sostenuta. Ma la lascio tranquilla. Perché stasera per me ed i miei ospiti sfida l’ovvio, poteva essere diversamente? Ed osa. Dove solo chi sa può osare.
Una cena con la pesca Saturnia dall’antipasto al dolce? Dalla mente di Rosaria, su questo argomento, sono nati abbinamenti felici e “stracopiati” (fammelo scrivere Rosaria per favore!) da cuochi emergenti giovani e senza solide basi. Se mangiate in giro la pesca Saturnia con il pesce crudo, con le cozze, con il prosciutto ecc…dovete dire grazie a questa signora elegante, fantasiosa e tenace.
I piatti che vi descrivo fra poco li trovate nel menu. Quindi oserete anche voi!
Per Saturnia Rosaria “pesca” nella storia fino al 1500, “pesca” nella memoria e nei piatti casalinghi del lunedì; “pesca“ nei suoi approfondimenti mediterranei con Sergio Mei (uno dei più grandi veri cuochi italiani); “pesca“ nei suoi giorni in Giappone nella cucina di un altro grande; “pesca” nella memoria di un dolce, forse, banale; “pesca” nei forni dai quali uscivano arrosti gaudenti e saporiti. Non mangeremo pesce crudo stasera. Non mangeremo cozze. Il nostro primo antipasto sono due crostini fatti con burrata e acqua di rose, con le pesche e tante spezie profumate. Accanto due bocconi con prosciutto (il nostro, sottolinea) e pesca. L’acqua di rose è la sua. La ricetta del 1500. Ma qualcosa di crudo in verità c’è. È una tartare di agnello dei nostri monti. Un piatto coraggioso. Con melanzane, pesche e menta. Che esce prepotente ma non dispiace. Anzi, piace molto ai miei. Brava Rosaria! Poi arriva il risotto del lunedì. Quello fatto a casa con gli avanzi della domenica. Come quando si faceva la pasta con pomodoro e burro. Il risotto è con il pomodoro e manzo essiccato. Mi fa venire in mente nonna che metteva anche i piselli. Quando nell’orto finivano i piselli e cominciavano i pomodori. Si può “cacio e pepe” con Saturnia?

cacio e pepe i DueLe tagliatelle fatte in casa con il grano Saragolla si agganciano ad un condimento prepotente fatto di sapori aggressivi e morbidi nello stesso tempo. I piatti di Rosaria, tutti, cominciano con profumi forti che arrivano fino alla mente e rimangono in bocca. E si separano, si uniscono insieme alle erbe e agli aromi. Hilde Soliani, che è al mio fianco, le tira fuori un passato orientale e le dice: «Sembra di essere a Londra in un eccellente ristorante fusion». Un complimento? Decidete voi quando mangerete da Rosaria. Odori caldi di forno arrivano dalla cucina. Un trancio di porchetta con crosta croccante e carne che si scioglie in bocca sposa Saturnia. Nozze d’oro sicuramente. Chissà quante volte e in quante case qui intorno avranno cotto maiale e pesche? Il dolce (banale ma perché?) è un normale soufflè di pesche. Fatto benissimo. Da mangiarne fino a tarda notte insieme ad un Calvados del ’77 consigliatoci da Silver Frati, il Maitre sommelier. Un professionista di grande apertura mentale. La cantina dei Due Cigni è piena di piacevoli sorprese. Come Il Cupo 1999 di Ester Hauser che a dispetto del nome sta in provincia di Ancona. Con me e Hilde c’è Francesco Annibali. Che ringrazio di cuore per il pomeriggio nel pescheto (di cui vi ho già raccontato QUI) e di questa serata con Rosaria. Una Rosaria che osa. Tant’è che quando Hilde le fa sentire alcuni sui profumi, non ha dubbi e sceglie “Osare”. «In due parole come mi definiresti?», chiede Ilde a Rosaria mentre si fanno immortalare da Marco Bargnesi. «Profondità diversa. Tu hai una profondità diversa”. E le due signore continuano a scambiarsi emozioni, sensazioni, esperienze ecc…mentre io e Francesco, comuni mortali, finiamo il nostro Calvados.
Due Cigni, via Ss Annunziata 19, 62010 Montecosaro (MC) tel 0733 865182 info@duecigniristorante.com

Carla Latini

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