Tag archive

Giorgio Montanini

Giorgio Montanini a Maiolati con Per quello che vale…

in Eventi/Teatro da

Giorgio Montanini, sabato 11 febbraio 2017, sarà protagonista al al Teatro Spontini di Maiolati in provincia di Ancona con “Per quello che vale…”.
Giunto al suo sesto spettacolo e a due anni dall’ultimo “Liberaci dal bene” ritorna l’irriverente attore fermano Giorgio Montanini, il più importante rappresentante italiano della stand up comedy in Italia. Leggendario nei suoi graffianti monologhi il comico marchigiano e acclamatissimo protagonista televisivo ,alla sua terza edizione, con Nemico Pubblico (Rai3). .
“Per quello che vale…” è una sorta di riflessione sul ruolo che un comico ricopre in una società. Un ruolo satirico che non dovrebbe mai salire sul piedistallo, non dovrebbe pontificare e, soprattutto, sentirsi migliore di quello che denuncia. Il comico che diventa punto di riferimento politico sociale ed economico. In Italia, invece, un comico viene preso sul serio, un politico viene preso a barzelletta.

Giorgio Montanini al Tyche Friday del Donoma: “Un monologo contro il buonismo che lava la coscienza”

in Donoma Civitanova/Eventi da

Giorgio Montanini, massimo esponente della Stand up comedy, approda venerdì 6 novembre nelle sue Marche e precisamente al Donoma di Civitanova, nel live targato Tyche Friday. Al suo quarto monologo satirico, con “Liberaci dal bene” mette in evidenza le contraddizioni della società e del pensiero comune. Un viaggio attraverso le debolezze dell’autore che si mette a nudo sul palco. Un feroce attacco al buonismo di circostanza. Vi proponiamo una veloce intervista con lui in attesa del suo imminente spettacolo.

Giorgio Montanini, Playboy non mette più le “donnine” completamente nude dentro il suo giornale. Sei turbato?

<<Guarda non ho mai comprato una copia di Playboy in vita mia. E non me ne frega niente! Se l’hanno fatto per bigottismo stupido è giusto che chiudano proprio. Invece se hanno cambiato linea editoriale non me ne frega niente della notizia. Quindi non ci trovo nulla di positivo>>.

A proposito il tuo nuovo monologo che proporrai al Donoma è intitolato “Liberaci dal bene”. Pensi che dobbiamo “indurci in tentazione”?

<<Tu l’hai visto a Portonovo (l’articolo QUI). E’ un monologo contro il buonismo del cazzo non contro il bene in assoluto, ammesso che il bene esista come esiste il male. Secondo me esistono invece degli individui, che hanno la possibilità di scegliere con il proprio cervello senza doversi aggrappare a miti o idolatrare Dei che non ci sono>>.

Il buonismo esasperato!

<<Certo, è lo stesso buonismo che sta su Facebook quando muore un comico in Francia, lo stesso che c’è a Pasqua per gli agnellini e lo stesso buonismo che c’è per un bambino migrante che muore sulla spiaggia. Cerchiamo di pulire la coscienza sentendoci un po’ migliori degli altri, ma in realtà, purtroppo, siamo delle brutte persone>>.

Ma gli ipocriti ti temono oppure in cuor loro fanno il tifo per te?

<<Gli ipocriti non devono temermi, semplicemente perché lo siamo tutti. Uno che dice “guarda che io non lo sono” è un essere umano che, come tale, è intriso di ipocrisia. Poi c’è chi ne fa uno status e quindi è un cattolico che va alla messa ma anche cocainomane e puttaniere, al lavoro non paga i dipendenti, fa bancarotta fraudolenta e sfrutta le persone; e c’è chi è ipocrita nel modo più sano e classico. Nascondiamo la verità per stare un po’ meglio. Questo non è però motivo per sentirsi migliori. Siamo delle merde ma siamo in buonissima compagnia>>.

Le tue conclusioni mi evocano il testo “Quelli che” di Jannacci.

<<Jannacci era sagace e satirico>>.

Istruzioni per assistere al tuo spettacolo?

<<Non credo ci siano istruzioni per uno spettacolo del genere. L’importante è che ci sia senso dell’umorismo, del non prendersi sul serio. Se una persona non si prende sul serio si diverte al mio spettacolo. Se invece esce fuori con una maschera e viene con quella struttura sociale che gli permette di sentirsi qualcuno è meglio che resti a casa, perché passerebbe un’oretta e mezza davvero difficile>>.

Kruger Agostinelli

Venerdì 6 novembre al Donoma di Civitanova, cena spettacolo per il Tyche Friday con la Stand Up Comedy irriverente di Giorgio Montanini in “Liberaci dal bene”. Dalle 21 cena a buffet a 20 euro nella zona “Theater” o menu alla carta nel “restaurant”. Oppure dalle 23 per il solo spettacolo a 10 euro, compresa consumazione. Infoline; 0733775860

La lingua di Montanini frusta il perbenismo a Portonovo

in Cultura da

Giorgio Montanini è sul piccolo palco dell’Hotel La Fonte di Portonovo. Luigi Socci lo ha appena presentato, in maniera diretta, precisa senza nessuna retorica, come ospite per “La punta sulla lingua”. Il pubblico, seppure in maggioranza molto giovane, sembra adulto e vaccinato. Dissente con il silenzio e applaude il doppio quando la sua morale glielo permette. Risultato? Meglio essere disinibiti con il sesso dal momento che la religione è ancora un serio tabù. La sua satira frusta con violenza bigotti, omofobi e ipocriti. Magari fosse vero che la reazione del pubblico anconetano potesse diventare realtà. Forse Montanini dovrebbe cambiare lavoro ma almeno la nostra società ne gioverebbe molto in termini di libero pensiero. Tranquilli Montanini rimarrà al suo posto, opportunamente confinato in seconda serata. Ma con la certezza del “meglio pochi ma buoni”. L’irriverenza del comico fermano è spietata e priva di compromessi e contraddizioni. E quel testo lui lo recita agevolmente, con le pause giuste ed una mimica efficace, molto fisica. Lui si definisce nella sua comicità come uno da Standup comedy. Questo mi ricorda un film della mia infanzia, “Lenny” di Bob Foss con Dustin Hoffman, ma poi preferisco avvicinarlo a due cattivi comici che ho sempre adorato. Rivedo, con le debite differenze, il buon Paolo Villaggio e Beppe Grillo. Con la soddisfazione che da Genova siamo passati nel cuore inedito della regione Marche. E mi riecheggia il ritornello <<E’ bravo ma dice molte parolacce>>. Mi piace di Montanini come abbatte la logica del nazional popolare e come infrange la regola del “volemose bene”. Morde, graffia e offende sui luoghi comuni. Scava nelle depravazioni, che ognuno di noi conosce bene nel proprio lato oscuro. Quasi parafrasando Bertold Brecht sembra dire vantandosi, quando parla di Brignano o Conti il presentatore, <<mi sono seduto dalla parte del torto perché ogni altro posto era occupato>>. Lui preferisce stare in cattiva compagnia con zingari, trans e immigrati. Insomma spallate al conformismo in una società che è, lo spiega parlando delle vicissitudini fiscali di Valentino Rossi, forte con i deboli e debole con i forti. La sua satira è corrosiva, sembra abbattere tutto ma ha un raggio di sole che splende forte, l’inno alla curiosità. E rivolgendosi al suo pubblico, abbandona per un attimo la provocazione e si lascia andare ad una saggia esortazione: <<Dovete essere curiosi come Cristoforo Colombo, perché se non lo fosse stato avrebbe scoperto solo l’isola di Ponza>>.

Poi arriva il dopo spettacolo e tocca a lui sopportare noi giornalisti. Lo fa con gentilezza ed un pizzico di rassegnazione. Ed è qui che avverto dentro di me il virus Montanini che sta esplodendo. Avverto il bisogno di pensare: <<Ma che cazzo di domande state facendo?>> Poi mi adeguo e sorridiamo. Consumo insieme a lui anche le mie osservazioni (qui sotto il video) e chiedo pure una banale ma innocente foto ricordo. Eh già certe serate non vanno dimenticate.

Kruger Agostinelli

[efsflexvideo type=”youtube” url=”https://www.youtube.com/watch?v=Erleg8MKZrU” allowfullscreen=”yes” widescreen=”yes” width=”420″ height=”315″/]

Lezione di satira dall’irriverente Giorgio Montanini

in Cultura da

Giorgio Montanini viene definito “rappresentante della stand up comedy in Italia”, eppure basterebbe il termine italiano “irriverente”. La sua energia provocatrice fa mantenere alta l’attenzione del suo ascoltatore. La prima volta che lo captai in tv, proprio quella televisione a cui dall’inizio del duemila ho dato un ruolo minimale di oggetto di arredamento, mi catturò senza pietà. Sono andato a cercare chi fosse su Internet, per non perderlo di vista. Un’attenzione che ebbi per il sempre amato Blob di Giusti e Ghezzi. Oppure il mio essere fans di Piero Chiambretti, non sempre godibilissimo, ma ancora un ottimo animale televisivo. E chi altro aggiungere? Beh diverse cose, non tutte, della Gialappa’s.

In effetti, soprattutto in tv, la noia batte sempre la curiosità. Tu stesso ti sei soffermato attraverso una riflessione su Zelig, con una simile conclusione. E’ in crisi secondo te il mondo dello spettacolo o piuttosto è il monopolio della tv ad esserlo, a causa di produttori che tengono sotto scacco la maggior parte dei programmi?

<<Purtroppo il problema è molto più grave a mio parere, non è una questione di produttori…quelli sono la conseguenza, non la causa. Questo paese ha subito nel momento più delicato e vitale della sua breve esistenza, un imbarbarimento culturale che l’ha riportato a prima degli anni 50. Tutto inizia alla fine degli anni ’70 con il berlusconismo, che non è stato solo un “Berlusconi pensiero” ma un vero e proprio atteggiamento barbaro, cafone e mediocre dell’italiano medio. Le conseguenze, purtroppo, si sono abbattute anche e soprattutto sulla cultura. Siamo passati da Sergio Leone e Fellini a Moccia; da Troisi e Benigni a Brignano e Siani. A dicembre nei primi anni ’80 usciva al cinema “Non ci resta che piangere” adesso le parodie banalotte di Checco Zalone. Però credo che la storia sia ciclica, abbiamo toccato il fondo ma forse stiamo cominciando a risalire>>.

Parlavamo con il tuo collega Macchini di come le Marche sia diventata una regione che riesce ad esprimersi meglio con la comicità che con la musica. Insomma sono davvero comici i marchigiani oppure il nostro tipo di vita aiuta molto, per contrasto, ad essere ironici?

<<Piero Massimo non è propriamente un mio collega. Nel senso che facciamo due mestieri molto diversi: io sono un monologhista puro, lui è più un performer. I marchigiani sono comici? Non credo proprio. Sono l’unico comico marchigiano che ha superato i confini regionali e si sta affermando a livello nazionale. Neri Marcorè non porta la sua marchigianità e non è nemmeno un comico puro. E’ più un attore. Le Marche sono refrattarie al concetto di arte, almeno quella che viene dalla propria terra. Se sei romano, milanese o toscano le Marche ti accettano come attore, ma se sei marchigiano devi fatiga‘. Abbiamo un grosso complesso di inferiorità. I pochissimi comici marchigiani che conosco hanno tutti scelto una forte identificazione territoriale, imitano personaggi del territorio, ma questo li ha solo facilitati all’inizio, poi li ha ingabbiati in un provincialismo da quale è difficile uscire. La musica invece la fanno tutti, sfido qualcuno a non avere nemmeno un amico che suona in una cover band>>.

Mettendoti nei panni di uno spettatore, chi ci consigli in Italia come interpreti, non importa se del teatro, cinema o tv.

<<Come comici, consiglio i miei colleghi di “Satiriasi” e il genio di Corrado Guzzanti. Su cinema, tv e teatro, al di fuori della comicità, non mi esprimo. Rischierei di fare le figuracce da ignoranti come quelle che fa spesso il pubblico non conoscendo l’argomento di cui parla>>.

Istruzioni per assistere ad un tuo spettacolo: è sufficiente ascoltare o è necessario la complicità?

<<Ascoltare con attenzione è un atto di complicità. Se invece ti riferisci anche all’empatia, sicuramente sì. Sono un comico, faccio ridere, non sono un filosofo. Non si può prescindere dall’empatia e dal rapporto che si crea col pubblico, anche di contrapposizione come capita a volte, ma è la vittoria della satira in quel caso è non lasciare nessuno come lo si è trovato prima dello spettacolo>>.

Del tuo essere marchigiano cosa vorresti proteggere e cosa buttare?

<<Ti rispondo parafrasando un monologo di Danny DeVito in The Big Kahuna “Vivi a Roma per un po’, ma mollala prima che ti indurisca. Vivi nelle Marche per un po’, ma mollale prima che ti rammolliscano”. Le Marche sono una regione speciale, forse tra le più belle in assoluto e con una qualità della vita tra le migliori del mondo. Purtroppo soffrono di un provincialismo esasperato del quale risentono anche gli artisti che si radicano sul territorio. Nelle Marche ti crei il tuo circoletto, non esci più di casa e non ti confronti più con nessuno. Muori e non te ne rendi nemmeno conto. Roma invece ti aggredisce, alla fine la odi e scappi via. Le Marche ti fregano, sono come il monossido di carbonio. Le Marche sono la regione più bella, le amo infinitamente ed è qui che voglio vivere. Ma ringrazio il mio lavoro che mi porta per il 70% del tempo fuori regione e a confrontarmi con realtà un po’ più complesse>>.

Ogni mese scegliamo un termine su cui filosofeggiare a Tyche. Questa volta tocca a ARDORE: cosa ti fa venire in mente?

<< Per un attimo ho riguardato il nome della persona che mi intervista per verificare che non fosse Marzullo. Sono un passionale, se non avessi un fuoco dentro non potrei mai fare un lavoro così straordinariamente bello come questo, ma al tempo stesso micidiale e assassino. Per quanto mi riguarda, l’ardore e l’amore che inoculo quotidianamente nel mio mestiere, sono il vaccino a tutti i virus con i quali questa vita cerca di infettarti. Se non bruciassi dentro, forse sarei già morto pure fuori. Solitamente in questo modo però, si campa anche meno. Quindi sbrigatevi a venirmi a vedere>>.

La mia impressione? Mi spaccio telefonicamente per Nanni Moretti, a causa delle mia voce e mi ritrovo ad essere un mezzo Marzullo. Vuoi vedere che questo Montanini oltre ad essere un gagliardo mattatore è pure un mago?

Kruger Agostinelli

Martedì 14 Montanini sarà ospite de La Punta della Lingua a Portonovo. Più info qui.

 

Go to Top