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Gino Angelini

Giro d’Italia dei Sapori con Enrico Croatti: un viaggio tra Romagna, Madonna di Campiglio e Los Angeles

in Giro d'Italia dei Sapori/Mangiare e bere da

Non sai mai cosa ti aspettarti durante le serate di Flavio e Elide alla Lanterna di Fano. Questa volta la complicità di Elsa Mazzolini ci ha regalato di nuovo la presenza di Gino Angelini. Lo ricordate a novembre dell’anno scorso? Il primo giugno Gino ha reso omaggio a Enrico Croatti, suo allievo in Romagna e suo sous chef a Los Angeles per tre anni. Il giovane Enrico, che ha poco più di trent’anni, ha girato il mondo tanto per rimanere in tema. La sua cucina è piacevolmente contaminata da stili diversi, da ricordi di casa, da vite vissute fra il Restaurante Akelare, tre Stelle Michelin, di San Sebastian (Spagna) e Les Terrasses de Lyon del Relais & Chateaux Villa Florentine di Lione, fra il Grand Hotel Miramonti Majestic di Cortina d’Ampezzo e, sempre a Lione con Paul Bocuse a l’Auberge du Pont de Collonges. Oggi è dal 2008 l’executive chef del rinomato ristorante Dolomieu del DV Chalet Boutique Hotel & Spa di Madonna di Campiglio. Nel 2013 ha preso la sua prima Stella Michelin.

pateIn mezzo ad abbracci, baci e pacche sulle spalle risuona piacevole l’accento romagnolo mai sopito. I due sono in sintonia e vediamo che succederà in cucina. Il pubblico in sala e quello delle grandi occasioni. Non a caso ci sono le Mariette. Che adorano Gino. E Gino ricambierà l’affetto dopo qualche giorno cucinando a 4 mani con Enrico nella loro scuola di cucina. Alfredo Antonaros introduce Enrico Croatti. Romanza la sua vita. E noi aspettiamo il paté preparato in omaggio a Gino Angelini. È il patè di Gino. Un grandissimo piatto, dice Flavio. Ce ne saranno altri nel corso della serata: sopra un carpaccio di gambero un biscotto di nocciola contiene il patè di Gino. Beviamo un Trento Doc Rosè, Antares 2011. Cominciamo alla grande. Poi arriva una portata che giustifica quanto ho scritto sopra (la sua cucina è piacevolmente contaminata da stili diversi, da ricordi di casa, da vite vissute): le poveracce da Rimini a Madonna di Campiglio. Un viaggio su una piacevole pappa al pomodoro fatta con gli ingredienti dei canederli con piccole vongole senza guscio rese eteree da una nuvola che sa di prezzemolo. La contaminazione provoca e le persone si scambiano idee. Per i turanici alle canocchie cambiamo vino. È una Nosiola Selezione Argiller L’Ora 2013. Bariccata a dovere da non sembrare una Nosiola. La Nosiola a un nostro Bianchello del Metauro. Immaginatelo in barrique! I turanici alle canocchie erano degli spaghetti fatti con un grano duro speciale che per l’occasione sono stati triturati e ridotti in piccoli pezzi come fosse un risotto. L’amido dona una mantecatura importante e rilascia il sapore forte del grano duro. Poi Enrico Croatti ci ri-stupisce con la cottura, incredibile, di uno scalogno. Che è uno protagonisti del piatto lattonzolo iberico, mazzancolle e scalogno. Il lattonzolo è un maialino da latte cotto a bassa temperatura, la mazzancolla è caramellata nel caramello, lo scalogno sembra crudo ma non lo è. In bocca rimane croccante ma è cotto. Da mangiarne altri cento. Sempre di iberica memoria ecco arrivare la carne salada estemporanea nell’idea di un Rossini. suggestioni di primaveraCruda, battuta a coltello finemente, si presenta in polpettine, c’è tartufo, c’è la salsa. Ritorna il Trentino, prepotente. Intanto con un rosso Trento doc Rebo 2014, poi con suggestioni di primavera. È un pre-dessert? Non lo so. So che è strepitoso, sorprendente. Bello nei colori della misticanza montana tipica trentina. Con quelle foglie dalle nervature rosso porpora. Sotto a questa che sembra una semplice ma ricercata insalata c’è un cremoso di cioccolato bianco con un sorbetto agli asparagi. Il tutto, a conferma delle mie parole strepitoso, sorprendente, è dentro una coppa Martini. Il dessert che chiude la cena, prima della piccola pasticceria che assume un aspetto internazionale, ci porta in Sicilia. Mandorle e caffè, il mio primo viaggio in Sicilia è un dolce molto ben fatto. Candido. Beviamo un Goldtraminer 2014. Gino Angelini abbraccia il suo allievo. Gino è sempre orgoglioso dei successi dei suoi ragazzi. Ma ogni tanto li vuole rivedere. Li vuole accanto a se. Maestro paterno? Maestro che non smette mai di essere tale. Il Giro d’Italia dei Sapori con Enrico Croatti ha preso una “volata” internazionale. Alla prossima! Flavio Cerioni ci terrà informati sui social quando sarà.

Per info e prenotazioni: 0721881718, 335367146 info@allalanterna.com

Carla Latini

Un Giro d’Italia dei Sapori per Gino Angelini alla Lanterna di Fano. Ben 26 le stelle in cucina

in Mangiare e bere da

Il 15 novembre, un incastro irripetibile ha riunito in cucina con Gino Angelini, uno dei cuochi italiani più famosi in Usa, i grandi chef amici venuti da ogni parte d‘Italia e dagli States. Un’occasione ghiotta in tutti i sensi: gastronomica perché con tante stelle in cucina, 26, si poteva solo che mangiare divinamente come è successo, ma soprattutto culturale. Per il pubblico intervenuto, circa 166 colti gourmet, conoscere, condividere e confrontarsi con i loro beniamini ha avuto un senso molto profondo. E poi il magico carisma di Gino ha fatto la parte del leone.

cuochi gino angelini I miei ricordi corrono a tanti anni fa. Hotel de Bains Riccione, Festa della Donna. In cucina con Gino c’è Gianfranco Vissani. Passo a salutare. Mi convincono a rimanere a cena. Una cena giallo mimosa, dove la più brutta era Ornella Muti, cominciata con i classici filetti di triglia al limone di Gino (per la cronaca io ero in jeans e maxi maglione di cotone alle ginocchia…). Ma torniamo alla Lanterna da Flavio. Sono al tavolo con Elsa Mazzolini, l’ideatrice del Giro insieme a Alfredo Antonares e allo stesso Flavio. Del Giro d’Italia dei Sapori vi ho già scritto nell’articolo dedicato alle Mariette (QUI). L’atmosfera carica di tensione positiva ci contagia piacevolmente. Da buoni ospiti marchigiani beviamo un rosato con le bolle dei colli piacentini. Arrivano i piatti. I ragazzi dell’Alberghiero di Pesaro hanno scritto due righe che Gino legge volentieri. Due righe che parlano di come la loro scuola stia cadendo a pezzi. Sono bravi questi ragazzi. Sembrano formichine laboriose e silenziose vestite di beige. Flavio coordina. Il primo antipasto sono proprio le triglie del Des Bains. Inizio vintage. Così tanti cuochi nella cucina di Elide, che oggi è seduta a tavola, non ci entrano. Allora diversi girano per i tavoli raccontando storie di piatti. Sembra di essere ad un matrimonio. Un matrimonio d’amore fra il cuoco e la materia prima. Non è retorica amici di Tyche. Lo dimostra l’accostamento audace del prossimo piatto: ricci di mare, uovo pochè e scorzone. Iodio e terra in bocca. I sapori estremi del mare e dell’humus. Seguono i cromatismi di una croccante lasagna alle verze, dedicata alla sua anima romagnola e le due cotture dell’agnello con porri e patate. I nostri palati bevono il verdicchio riserva di Stefano Antonucci. Ed ora, nel menu, Gino ritorna a Los Angeles. La guanciola brasata con sedano rapa grigliato è uno dei piatti della sua Osteria Angelini. Per rendere il “viaggio culinario californiano” più credibile, beviamo un sangiovese della Three Valleys Sonoma County e si accendono i campanilismi. Il dolce calma gli animi. È una mattonella di cioccolato amaro con i frutti dell’autunno e un gelato alla zucca. Il nostro vino di visciole avvolge in bocca questi sapori.
Vengono serviti i caffè ma, dopo, nessuno si alza. I cuochi si confondono fra il pubblico. Come mantecati dentro un risotto di parole, esperienze e gusti.
Le luci si spengono lentamente, il pubblico lascia la sala e i cuochi aprono i panettoni di un amico e stappano lo champagne di un altro amico.
Tutti intorno alla tavola, ormai in borghese.

Come in un colpo di scena, fuori programma, entra Maurizio Urso da Siracusa. Sì, direttamente da Siracusa. La notte, adesso, si fa giusta per due spaghi. Maurizio cuoce 5 kg di spaghetti con aglio, olio, alici, peperoncini e muddiga. Comincia il secondo tempo della festa di Gino Angelini nelle Marche. Concludo dicendovi che i cuochi della nostra terra erano Riccardo Agostini e Stefano Ciotti. Che dagli Usa sono arrivati Enzo Febbraro e Isabella Pedroli. Dalla Romagna i migliori fra cui Giampaolo Raschi. Da Bologna i migliori fra cui Max Poggi. Tutti gli altri dal resto d’Italia. Mi scappa un cameo per Maurizio Urso che sarà uno dei protagonisti del Giro d’Italia dei Sapori ad aprile 2016. Data da destinarsi che vi dirò. Prossimo appuntamento il 3 dicembre, invece, con Gegé Mangano, uno dei cuochi che meglio rappresenta la Puglia in Italia e all’estero. Io ci sarò e vi aspetto. Per prenotare 071.884748, 335.367446, info@allalanterna.com

Carla Latini

Alla Lanterna di Fano parte il Giro d’Italia dei Sapori. Tanti gli chef… da maglia rosa

in Giro d'Italia dei Sapori/Mangiare e bere da

Una casacca da cuoco rosa Giro d’Italia indosso a Elide Pastrani, la bravissima cuoca de Alla Lanterna di Fano ha dato il via alla seconda edizione de “Il Giro d’Italia dei sapori” 2015-2016. Un’idea pensata da tre teste appassionate e profondamente amiche. Chi nel panorama enogastronomico italiano non conosce personaggi come Elsa Mazzolini, Alfredo Antonares e Flavio Cerioni, il patron appunto del locale dove si svolgerà il Giro? Elsa Mazzolini è la direttrice di una delle riviste più note e lette in Italia ed in Europa, la Madia; Alfredo Antonares è un giornalista enogastronomico, cuoco all’abbisogna, conduttore televiso e chi più ne ha ne metta; Flavio è, in questo mondo, un controcorrente coraggioso. Difensore sincero delle materie prime “reali”, sostenitore che la cucina seria serve per educare i palati a mangiare bene, fresco e stagionale. Come predica sempre il nostro Mario Mauro Mariani. Il trio ha inventato una kermesse che consiste in un vero e proprio Giro d’Italia di prodotti e di cuochi. Sono stata alla conferenza stampa.

Antonares ha spiegato il significato, nobile, del far incontrare nella cucina di Elide prodotti e cuochi importanti e stellati. Uomini che porteranno i profumi e gli odori della loro terra a Fano. Saranno i prodotti e i cuochi a parlare con i loro piatti. Ci sarà spettacolo, divertimento e cultura. Si comincia domenica 11 ottobre, a pranzo, con Le Mariette (un’associazione di più di 100 donne non cuoche che da anni divulga la cultura della sfoglia). Cucineranno il vero menu romagnolo della domenica. Sarà un tuffo nei ricordi di quando dai cappelletti in brodo si passava alle lasagne. Tutto fatto a mano e con la cura, casalinga, di un tempo. I pezzi forti del Giro, se mi posso permettere e non me ne vogliano gli altri, sono tre.

Il primo è Gino Angelini, Osteria Angelini a Los Angeles, che Alfredo presenta come uno dei migliori cuochi italiani negli States. Prima di lì Gino era al Des Bains di Riccione. Qui si sono formati tanti più cuochi di quanto possiamo immaginare. La cena del 15 novembre prevede, insieme a Gino, una ventina di suoi “allievi”. Da Riccardo Agostini, ben noto a questi schermi (potete leggere di lui QUI), a Vincenzo Cammerrucci e tanti altri. Sarà necessario soppalcare la cucina… Secondo, in ordine di tempo, il nipote del celebre Valentino Mercattilii del San Domenico di Imola. Uno dei ristoranti che ha segnato la storia della cucina italiana. Si tratta del giovane Massimo Mascia. Sarà un piacere vederlo all’opera il 23 Gennaio. Fra il 15 novembre e il 23 gennaio, si esibirà Gegè Mangano, dalla Puglia, il 3 Dicembre. Le altre date sono da destinarsi ma mese e cuoco ci sono già. Febbraio vedrà la presenza di Stefano Rufo da Isernia, Marzo Giuseppe Aversa da Sorrento, aprile Maurizio D’Urso dalla Sicilia (per lui è il secondo Giro!) e a maggio ci sarà Enrico Croatti da Madonna di Campiglio. Non sono nomi televisivi, come sottolineano i tre ideatori del format, sono cuochi che ancora stanno dietro le cucine e ogni giorno scelgono le materie prime migliori. Dice Flavio che lo chef, l’unico chef, cioè il capo in cucina, è il prodotto!

Ma veniamo al terzo pezzo forte che è stato ed è uno dei migliori cuochi italiani. Quando aveva il Ristorante in Toscana aveva accumulato tutti i riconoscimenti che esistevano, stelle, cappelli, faccini radiosi, forchette ecc… Ora che, come racconta con l’affetto dell’amico fraterno, Alfredo Antonares, fa il consulente per grandi gruppi, sta di nuovo stupendo tutti. Il suo nome è Fulvio Pierangelini. Il cuoco dell’essenziale. Purtroppo e, conoscendolo bene come lo conosco, sarà un’ardua impresa (ma Flavio ci riuscirà!) incastrare Fulvio in mezzo alle altre date già fissate. Come corrispondente di Tyche del Giro d’Italia dei sapori vi terrò informati. A dimostrazione che il trio ha inventato qualcosa di realmente importante per le Marche ci sarà ogni sera la presenza dei ragazzi dell’Alberghiero di Pesaro coordinati dal Prof Paolo Pagnoni. Un’occasione unica per loro. Un valido appoggio verrà dato anche dall’Accademia della Cucina Italiana nella figura del responsabile Marche Mauro Magagnini. Alberto Mazzoni, direttore IMT, garantirà la scelta delle cantine. Perché al Giro d’Italia si beve marchigiano! Per tutte le altre info e per prenotare 0721 884748, info@allalanterna.com. In conclusione, ha affermato Alfredo Antonares, il Giro sarà la ghiotta e colta occasione per, senza muoversi di casa, fare un vero tour gastronomico dello stivale. Vale la pena di esserci.

Carla Latini

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