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Fiorella Mannoia

La Mannoia condanna a Fermo ogni violenza in un concerto sotto il segno di Dalla

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Fiorella Mannoia si sofferma su un termine caro a Lucio Dalla, “mascalzone”. Gli serve per descrivere il potere e la classe politica che pur di mantenere il proprio posto incita alla violenza e si scaglia sempre contro i più deboli. Poi punta il dito, senza mezzi termini, sulla tragedia di puro razzismo che si è abbattuta su Fermo, città che l’ha tenuta a battesimo per il nuovo tour “A te. Omaggio a Lucio Dalla”. Rivolgendosi al pubblico, dedicandogli lo spettacolo, dice: «Emmanuel non ce l’ha fatta. La moglie ha ceduto gli organi del marito, impartendo una lezione che i razzisti con capiranno mai».

Passionaria ma anche interprete di raro carisma, rapisce e trasporta nel mondo multicolore del cantautore bolognese a cui era molto legata. Fiorella incanta la bella Villa Vitali al festival Villa in Vita di Fermo, nel concerto numero zero del nuovo tour che si è tenuto mercoledì 6 luglio. Una platea stracolma che si perde nella poesia del linguaggio e nell’armonia musicale di un Lucio Dalla questa volta consegnato ad un’ambientazione sonora orchestrale. Uno spettacolo intimo, in cui la personalità della Mannoia ha saputo rendere intatte le atmosfere del cantautore bolognese. Nel variopinto mondo “dalliano” abbiamo optato per l’interpretazione di “Cara”. Poi inevitabile il bis con “Attenti al lupo”, a cui segue la candida affermazione «Sono sicuro che Lucio me l’avrebbe permesso» quando Fiorella ha trafitto al cuore i suoi fans con tre suoi brani. Delirio in tutti i sensi grazie a “I dubbi dell’amore”, “Perfetti sconosciuti” ed una corale ed appassionata “Quello che le donne non dicono”. Sembra tutto finito ma è talmente grande l’affetto del pubblico che si porta appresso il suo pianista e canta ancora un brano, “La storia siamo noi” di Francesco De Gregori, tanto per non venir meno al suo impegno sociale anche nella musica. Applausi in una notte triste per Fermo ma ricca di cultura ed impegno.

 Kruger Agostinelli

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Fiorella Mannoia e lo Sferisterio, in una notte di fine agosto

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Fiorella Mannoia Sferisterio MacerataLei canta “Le notti di maggio” e noi descriviamo una notte di fine agosto nel suggestivo palcoscenico di Macerata. Fiorella Mannoia è leggera, profonda ed incantevole. La stupefacente maturità dei suoi anni si nasconde nell’inebriante frutto del suo mestiere. Una gioia incontenibile per il numerosissimo pubblico che applaude mentre lei canta, che canta mentre lei balla e alla fine? Eh già, proprio quel finale entusiasmante in cui Fiorella cerca e trova un autentico bagno di folla. Il suono che fa da cornice è perfetto, come un abito aderente. A volte sensuale, altre volte elegante e all’occorrenza scatenato. Ci vuole questo per una voce come quella Mannoia. Interprete raffinata come poche al mondo. E fa bene a ringraziare Enrico Ruggeri che per primo la testò come interprete della musica d’autore italiana. Questa regina dai capelli rossi rende tutto magico e le canzoni di Claudio Baglioni, Ivano Fossati, Francesco De Gregori, Enzo Jannacci, Paolo Conte, Vasco Rossi e Renato Zero guadagnano sempre qualcosa in più. Abbiamo sentito la mancanza di un omaggio a Pino Daniele che lei conosceva bene. Ma non si può volere tutto e poi, a dire la verità, ormai lo fanno quasi tutti. Fiorella brilla e accende la notte. C’è temperamento e rivoluzione dentro di lei. Non fa comizi ma l’impegno c’è e l’attenzione pure. E per dirla con delle parole che ci cantato “Ho imparato a sognare e ho iniziato a sperare che chi c’ha avere avrà. Ho imparato a sognare quando un sogno è un cannone, che se sogni ne ammazzi metà”. Sembra proprio di essere con Fiorella nel mondo delle meraviglie…

Kruger Agostinelli

 

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