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Da Pedaso al Bulgari Hotel: la fulminante carriera di Alessandro Accinni, professione bartender

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La mia natura mi porta a curiosare. Dove vedo marchigiano, nel mondo, io domando. Ho conosciuto Alessandro Accinni, splendido giovane di Pedaso dietro un banco bar di grande classe al Bulgari Hotel, che non ha bisogno di alcuna presentazione, a Milano. «Sono felice di incontrare un conterraneo in questo posto sublime, raccontami». Ed ecco a voi Alessandro Accinni. Se siete da queste parti andatelo a salutare. Gli lascio, volentieri, la parola. Leggerete una storia che potrebbe essere di esempio, senza retorica…

«Ho iniziato a lavorare a 14 anni come cameriere facendo le stagioni in una pizzeria di Pedaso, per poi approcciare la mia prima esperienza in un cocktail bar nel 2006, sempre come cameriere.. Nel 2008 incomincio a salire dietro il bancone nello storico Bar Gelateria Concetti di Pedaso e da lì parte una collaborazione stagionale che dura 6 anni. Una vera e propria seconda famiglia per me. Nel 2010/2011 intraprendo il corso di studi di infermieristica, corso che mi appassiona e coinvolge tantissimo, ma che mi sento di abbandonare 2 anni dopo per motivi familiari. Nell’ottobre 2013 partecipo ad un corso Aibes a Milano per migliorare e arrotondare le mie conoscenze. Corso che poi mi porta a contatto con alcune aziende del milanese. Il 18 dicembre 2013 ho io primo contatto con il Bulgari Hotel & Resorts di Milano. Ad aprile 2014 inizio il mio percorso che mi vede in sala bar come chef de rang e ad novembre 2014 salgo sul bancone del Bvlgari (non per mia scelta ma per esigenza dell’azienda) con umiltà e paura di non essere all’altezza. Poi da lì piano piano ho iniziato a ritagliare i miei spazi e a poter dire la mia su tutti i fronti. Ad oggi la maggior parte dei clienti sa il mio nome e la gente passa al bar per salutarmi anche se è seduta a bere fuori in giardino. Ed è la soddisfazione più grande… In questo momento sto anche frequentando il corso Ais e sono al termine del secondo livello».

Come vivi a Milano?

«Qui si sta bene, la città offre molto sotto tanti punti di vista. È sicuramente una città che ti mette in contatto con il mondo e ti da possibilità di imparare tanto e di crescere sia come professionista ma sopratutto come persona. Però un pedasino Doc, come me, sente tanto la mancanza del mare».

Un tuo cocktail?

«Fusion: Vodka – Sake – Ancho Reyes – Sloe gin Lemongrass syrup – lime juice».

Il tuo sogno?

«Tornare in patria e non vivrei in un altro posto se non nella mia Pedaso, anche se potrei lavorare fuori dalla mia città. Ma purtroppo le possibilità, fuori dalla città, sono, ahimè, limitate ed è difficile esportare un certo tipo di mentalità. Magari tra qualche anno sarà fattibile. Ogni volta che torno giù mi rendo conto di quanto questo mio sogno sia difficile da realizzare. Ma un posto dove tornerei a lavorare anche domani è il bar dove son cresciuto, il bar della famiglia Concetti».

Cosa vuol dire Mixologist?

«È un termine inventato che forse non è nemmeno mai esistito: il mixologist non è nient’altro che lo chef dietro al bancone. È il bartender che riproduce ed interpreta le ricette dei cocktail e ne inventa di altre. Ma sopratutto è colui che si prende cura del cliente e che fa da tramite tra lui ed una piacevole esperienza. Perché il cocktail, come un buon piatto deve essere un esperienza. Concludo dicendoti che l’importante è essere sempre se stessi (nel lavoro come nella vita), non bisogna preoccuparsi di piacere per forza alle persone. Essere veri e genuini è il miglior modo per essere apprezzati».

Bene! Grazie Alessandro… Dalle Marche e da Pedaso verremo trovarti…

Carla Latini

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