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Verdicchio di Jesi

Maurizio Molella e il Verdicchio, sognando il vino della notte con Montecappone di Mirizzi

in Mangiare e bere/Vini di Montecappone da

Non sarà sicuramente sfuggito ai fans di Maurizio Molella, uno dei quattro fantastici del DeeJay Time con Albertino Fargetta e Prezioso, sulle storie di Instagram, la lezione di vino che si è regalato recentemente a Jesi all’azienda Montecappone di Mirizzi. I centomila followers del popolarissimo dj di Radio DeeJay e M2O sanno da tempo che oltre la musica di cui è un formidabile professionista, da tempo ha una spiccata passione per vino ed olio.
Aveva un desiderio particolare per le specialità marchigiane e Gianluca Mirizzi ha esaudito con entusiasmo a questo desiderio. Cosa è successo? Ce lo spiega lo stesso Gianluca: “Visita in vigna, poiché diventa più comprensibile la cantina e i calici da assaggiare”. Per dirla con una battuta non è stato difficile per Molella, da gran dj che è, passare dai piatti (come si chiamano nel gergo i giradischi) ai bicchieri. Il tutto con un sapiente abbinamento di piatti tipicamente della tradizione marchigiana dal ciauscolo ai pecorini pesaresi per virare su due tipi di vincisgrassi e atterrare su olive fritte all’ascolana. Beh per i vini l’imbarazzo della scelta in casa Montecappone di Mirizzi e il video realizzato da Molella, visibile anche nella pagina facebook dell’azienda di Gianluca ne mostra l’ampia varietà.
“Siamo partiti dai vini che il nostro ospite prevalentemente consuma per poi attirarlo nelle magie dei nostre diverse tipologie di verdicchio e non solo. Maurizio ha saputo mixare con sapienza le nostre proposte dimostrando una predilezione per il nostro Utopia, verdicchio dei Castelli di Jesi doc e come chiusura il Kylix, Marche IGT Passito. Capitolo a parte poi la trionfale degustazione di olii dove il massimo gradimento è andato a “O Mirizzi” che proviene dagli oliveti, a varietà Rosciola, di Cupramontana, condotti secondo i criteri dell’agricoltura biologica”.
Poi un sogno nel cassetto per entrambi sotto il segno della lettera maiuscola M, come Maurizio Molella e Montecappone Mirizzi un vino della notte. Il nome? Con la M naturalmente, magari ne sapremo di più alla prossima puntata.

Ergo, la tradizione del verdicchio secondo Mirizzi

in Mangiare e bere/Vini di Montecappone da

Gianluca dopo 22 anni di esperienze nella Montecappone ha immesso nel mercato, con successi qualitativamente riconosciuti dalle più importanti guide di settore, eccellenti vini da uve verdicchio. Dalla prestigiosa riserva Utopia al Classico Superiore Federico II, a cui ora si aggiunge pure l’interessantissimo Muntobè. Nella schiera dei vini bianchi poi, non ultimo, Tabano Bianco il blend aromatico amatissimo dalla guida Luca Maroni che per ben cinque anni lo ha decretato al primo posto nazionale.

Ora proprio in concomitanza del cinquantennale nasce una nuova azienda che prende il cognome di Gianluca, Mirizzi. La neonata azienda possiede 6 ettari di vigneti coltivati a Verdicchio nel comune di Monteroberto e 3 ettari di oliveto nel comune di Cupramontana a 350 mt di altitudine. Entrambe le colture, uva ed olive, sono scrupolosamente Bio. L’azienda Mirizzi nasce per produrre diversi Verdicchio e spumanti (metodo classico o champenoise),

Da qui l’esordio con Ergo, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore che lo stesso Gianluca Mirizzi descrive: “Un cru di Verdicchio dallo stile molto tradizionale, grasso, carico di struttura e colore, esattamente come si produceva verdicchio anticamente. Il vino affina poi in anfora di terracotta diversi mesi prima di essere imbottigliato. Ergo viene prodotto in poche migliaia di bottiglie distribuite esclusivamente nei migliori ristoranti ed enoteche. Giallo paglierino con riflessi oro. Intenso ed ampio, ricco di frutta tropicale con sferzate agrumate addolcite da sentori di miele e frutta secca. Un sorso pieno e morbido ma anche sapido che incanta per il suo equilibrio. Un vino importante perfetto compagno di una terrina di agnello e coniglio in porchetta. Posso insomma dire che l’azienda Mirizzi, con l’araldica di famiglia ben in evidenza rappresenta con orgoglio i valori fondanti che mi sono stati trasmessi”.

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