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I marchigiani al Cibus di Parma, la più importante fiera biennale del food

in Mangiare e bere da

I marchigiani al Cibus di Parma, la più importante fiera biennale del food. Questa fiera continua ad attirare importatori da ogni parte del mondo. Fedeli e affezionati europei, americani, australiani, thailandesi, giapponesi, indiani, cinesi. Il Made in Italy, quello vero, «continua a funzionare», mi dice Marcelo Antoniolli che viene da Manchester.

cibus tycheI marchigiani a Parma ci sono, ma non ci sono le Marche. Nel senso che non c’è la Regione in veste ufficiale. Come è successo, invece, a Vinitaly, a differenza di altre che sono presenti, concentrate nel padiglione 8. Qui trovo i marchigiani-artigiani. Pastai all’uovo come Aldo, salumifici come Saporito salumi. Hanno stand affollati ma mai come la Regione Puglia o la Regione Friuli Venezia Giulia. Così, insieme, ad un amico italiano, Massimo Vidoni, che ha lavorato negli Usa e che ora è il re del tartufo fresco a Dubai, andiamo alla ricerca dell’agro-alimentare marchigiano che tanto piace all’estero. Io so chi sono ed anche lui. Mappa in mano e partiamo. Al padiglione 6 troviamo Maurizio Giacchetti patron dell’Ortoconserviera Cameranense. Sott’olio e preparati di ottima qualità. Gentile, Maurizio esce dallo stand per salutarmi poi rientra veloce. Sta conducendo una degustazione con i buyer di un grande gruppo americano. Faccio una foto e catturo la tensione positiva che sempre tensione è, che vive dentro i protagonisti di una fiera così importante. Dove, come in tutte le grandi fiere, prendi 6 appuntamenti per la mattina e forse diventano 8 oppure solo 4. Dipende anche dal tempo che ci vuole per entrare e parcheggiare. Come per Vinitaly a Verona, per Parma vale la stessa identica polemica. Fiera vecchia, per passare da un padiglione all’altro si esce all’aperto. Il giorno che ho scelto era quello delle grandi piogge “tropicali”. I cellulari prendono poco… insomma disagi su disagi che non tolgono il sorriso a chi da dentro lo stand aspetta visite commerciali.

Quattro passi più in là saluto gli amici di Acqualagna tartufi. Un nome che, non meno di Alba, vuol dire nel mondo tartufo di pregio. Loro, credo, siano stati fra i primi nelle Marche a produrre creme e condimenti, oli e burri che permettono di conservare al meglio i profumi ed i sapori del “diamante grezzo della terra”. Come lo chiamò Raffael Garcia Santos durante uno degli ultimi appuntamenti de “Lo mejor de la Gastronomia” a San Sebastian. Ed a proposito di tartufi voglio salutare dei miei amici che hanno il brevetto dell’olio al tartufo realizzato per osmosi. La loro è stata una scommessa vincente che ha riconciliato il mercato mondiale con l’olio artigianale al tartufo. Vengono da Arezzo, si chiamano Boscovivo. Perdonate la parentesi non marchigiana ma è giusto ricordare chi ha cominciato in questo filone.
Cammina cammina… eccoci al padiglione 3. Con Massimo mi sono già lasciata da un po’ per passare sotto le ali protettive di Paolo Paciaroni che è qui con la sua brigata per uno show cooking. Mi porta da Baldi Carni. Avete presente l’uscita di Monsano sulla superstrada per Fabriano? Baldi Carni è lì. In fiera conosco Luca Scorcella, nuovo direttore commerciale. Un ragazzo giovane e pieno di quell’entusiasmo trascinante di chi ha in mano un progetto nuovo. Vuole parlarmene ma non c’è tempo. Assaggio però i nuovi hambuger tutti Made in Marche. Tanto di cappello ragazzi! Finalmente il mio telefono ridà segni di vita. Marco e Beppe, amici italiani che affrontano il difficile e complesso mercato di Malta, sanno che ci sono e vogliono darmi un bacio. Ci becchiamo alla Quack, sempre al 3, salumi e prosciutti d’oca. Appunto Quack. Ritorno all’8 da dove ero partita e mi fermo per un succo di frutta vera con Maurizio Curi della Golosa di Montelparo a Fermo. Già incontrato a Taste ricordate? Parliamo di costi e di quanto sia impegantiva questa fiera. Come vi ho scritto da quando mi conoscete ammiro il coraggio individuale dell’agro-alimentare marchigiano. Di tutti quelli che c’erano. Il prossimo Cibus sarà fra due anni. Mi auguro di vedere all’8 uno spazio tutto Marche.

Carla Latini

 

Taste, a Firenze il gusto si veste di raffinatezza. E le Marche sono protagoniste

in Mangiare e bere da

A Firenze ogni anno, alla Stazione Leopolda, c’è Taste. Questa è l’undicesima edizione. Non è una fiera, non è lo è mai stata. La definirei il miglior week end lungo eno-gastronomico italiano. Anche perché si svolge a Firenze ed è quindi una ragione buona e giusta per passare tre giorni in questa splendida città.

Lunedì 14 Marzo, Firenze è illuminata da un sole caldo e piacevole e mortificata da numerosi lavori in corso. Taste, che fa parte degli eventi organizzati da Pitti Immagine http://www.pittimmagine.com, è solo per i più raffinati gourmet. Quelli che hanno sempre voglia di stupirsi e che sono super preparati. Qualche volta pure troppo. È per gli addetti ai lavori. Quelli che hanno la vocazione di vendere e quelli che hanno, invece, quella di comprare. È per i produttori artigianali di cose buone e giuste. Per loro partecipare a Taste non è molto facile perché vengono fatte a monte delle selezioni “selettive” allo scopo di tenere sempre alto il livello. Inventore di Taste è il noto giornalista Davide Paolini. Per i fans, il Gastronauta. Una garanzia per chi va e per chi espone. L’atmosfera da “girone dei golosi” come l’ha definita Marzia Tempestini, giornalista e scrittrice fiorentina, mentre scambiavamo due parole con Giuseppe Cerasa, il direttore di Repubblica Roma, si crea, naturalmente, fra la gente che assaggia, beve, confronta. Il luogo affascinante e trasgressivo fa il resto. Ci vuole un fisico bestiale ed un palato allenato per reggere un’intera giornata di Taste. E mente lucida e attenta. Perché gli stimoli intellettuali che provengono dal “ring” sono numerosi e a ritmo serrato. Volutamente mi sono concentrata sui produttori. Sapete bene, se mi leggete, quanta ammirazione, rispetto e affetto nutro per chi la mattina si sveglia e sorride perché sta andando a lavorare. Solo dieci i marchigiani. Oppure sarebbe meglio scrivere i dieci marchigiani presenti con i loro stand hanno dato lustro alla nostra Regione e dimostrato il loro attaccamento ad usi, costumi, tradizioni e innovazioni. Per trovarli cammino per Taste con la testa in alto. Naso in su per cercare i nomi sopra gli stand. I produttori sono collocati in ordine sparso ma in catalogo, per fortuna, sono in ordine alfabetico. Il primo che incontro è Maurizio Curi (con me nella foto in home page). È qui con tutte le creazioni di frutta che proviene dalla sua terra. Confetture, sciroppate e succhi che portano il nome La Golosa www.lagolosacm.it. Fra le paste artigianali (a Taste ci sono i migliori artigiani di semola e uovo) incontro la Mancini che presenta la sua nuova linea bio integrale http://www.pastamancini.com/it/, la Filotea http://filoteapasta.com/ e la Spinosi http://www.spinosi.it/home_it/ (già vista anche a Tipicità). Noto, non so bene se con piacere o con qualche dubbio, che tutti gli espositori hanno concentrato le loro forze sulle confezioni. Sui packaging. Non sto parlando dei marchigiani ma di tutti in generale. C’è tanto packaging superfluo. Ma è una mia opinione. Assolutamente discutibile. Per i tartufi e derivati abbiamo Cagli contro Acqualagna. ItaliaTartufi http://www.italiatartufi.it/ e T&C funghi e tartufi https://www.truffle.it/ . Poi mi mi fermo da Mario Mercuri. Che coltiva e seleziona zafferano. www.zafferanopuroinfili.it e lo propone in tutte le declinazioni. Di fronte, sempre con il naso in su, leggo Osimo. La mia città. Coda Nera http://www.codanera.it/codanera presenta un salmone scelto e affumicato da professionisti del settore. In una scatola bianca e nera che colpisce. Fin qui ho visto e salutato produttori famosi e in ascesa che conosco di fama e come ‘prodotti’. Un amico romano, affinatore di formaggi nonché venditore, Sandro Tomei, mi chiede se conosco l’Angolo di Paradiso di Amandola http://www.angolodiparadiso.eu/ . Felice rispondo no. Allevamenti e formaggi che se riuscite, tanto Amandola è bella ed è a due passi, meritano una visita. A fine serata mi viene l’idea, malsana, di passare a ri-salutare tutti prima di andare. C’è così tanta folla, direi ressa, ad ogni stand che rinuncio. Non mi vedono nemmeno se lancio baci. Volevo prendere un caffè Perfero http://www.perferocaffe.it/ o provare uno dei loro infusi che mi intrigano parecchio ma rinuncio anche a questo… lo prenderò nelle Marche con calma.

Carla Latini

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