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Loretta Grace canta con passione l’Inno di Mameli: “Sono Italia anche io”

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C’era una simpatica ragazzina di colore che girava nel mio storico negozio falconarese, Disco Fantasia. Amava la musica Loretta Grace bambina, quando arrivava con le sue amiche per comprare o ascoltare le ultime novità. <<Ero un venditore prevenuto nei tuoi confronti?>>, gli chiedo e lei sorridendo mi promuove. Ho rivisto dopo diverso tempo Loretta in veste di star di importanti musical e ultimamente su La7: con la sua interpretazione di grande effetto, hashtag #litaliasonoanchio, dell’Inno di Mameli (il video potete vederlo QUI)

Loretta mi confermi che l’italiano è meno razzista quando ha a che fare con un’artista o uno sportivo?

<<Penso che l’italiano, discorso generico, abbia paura della diversità e che solo quando si tratta di calcio, di arte o di spettacolo tende sempre a non vedere più differenze di colore o di provenienza>>.

Come combattere allora questa paura?

<<Mah, più che combattere per me bisognerebbe sensibilizzare i bambini, fin dalle scuole elementari, sul fatto che la diversità non è brutta, non è da temere. E’ invece qualcosa che può dare un valore aggiunto. La possibilità di confrontarsi, di avere uno scambio culturale con chi è diverso, ci arricchisce>>.

Non deve dividerci.

<<Esatto. Siamo ormai nel 2016 e non più negli anni Ottanta, quando mio padre o mia madre sono venuti in Italia. Oggi però non è giusto dare per scontato che una persona scura o comunque con tratti somatici non caucasici venga per forza considerata straniera. Esistono ragazzi italiani di seconda generazione come me, mio fratello, o come tantissimi altri. Ecco vorrei una maggiore apertura. Bisogna accettare che questa è l’Italia di oggi. Sono Italia anche io>>.

Com’è nata l’idea di fare il video con l’Inno di Mameli?

<<In realtà volevo farlo già lo scorso anno ma per impegni di lavoro non mi è stato possibile lanciarlo prima. E’ però sempre rimasto nei miei desideri. In questo momento si parla di Ius Soli e tutto ciò mi ha colpita in prima persona: quando ho compiuto 18 anni non mi fu riconosciuta la cittadinanza perché avevo sei mesi di residenza anagrafica che non mi erano stati riconosciuti. Di fatto in quel periodo non risultavo residente da nessuna parte, nonostante mio padre studiasse Architettura a Pescara e avesse una casa a Silvi Marina con mia madre. Parlando con gli avvocati mi hanno spiegato che ci sarà stato qualche problema burocratico negli enti, durante il passaggio dall’archivio cartaceo al digitale. Mi sembra comunque assurdo: ho una formazione e una cultura italiana, non sono mai stata in Africa o in America, non conosco altro fuorché l’Italia. Bisogna creare una legge che tuteli il bambino, l’Italia ormai deve adeguarsi a quello che è il resto del mondo. Sono nata in Italia, conosco la storia italiana, ho studiato in Italia. Quindi se ho una cultura italiana mi sembra giusto che mi venga riconosciuta la cittadinanza>>.

Pregi e difetti allora della nostra Italia?

<<Pregi? Ho girato parecchio per lavoro e devo dire che l’Italia mi manca sempre per una questione di cibo, di odori, di arte. Mi piace l’italianità e il senso d’ospitalità che è ammirevole. Per me il difetto è invece che c’è poco spirito di patriottismo. Quando si tratta di calcio siamo tutti davanti alla tv, ma per il resto… Se non ci sono problemi che ci toccano violentemente nel privato restiamo dentro casa a fare post su Facebook scrivendo cosa non ci va bene>>.

Se avessi una bacchetta magica come ripareresti questa società sempre più attratta dalla violenza?

<<Più amore, più comprensione e più tolleranza. Oggi, anche nei rapporti interpersonali, si tende ad essere poco tolleranti e pazienti. E bisogna riscoprire i valori>>.

Cosa stai facendo e soprattutto cosa farai? Insomma hai qualche anticipazione della tua attività artistica per noi di Tyche Magazine?

<<In questo momento sono in tournée con uno spettacolo, The Blues Legend, che sta andando particolarmente bene. Purtroppo nelle Marche, non so perché, ma non ho mai avuto possibilità di venire con gli spettacoli. Come per Sister Act. Questo musical sarà quest’anno di nuovo prodotto dalla Compagnia della Rancia: mi avevano chiamato ma purtroppo non abbiamo trovato l’accordo e a malincuore ho dovuto rifiutare la proposta>>.

Per scaramanzia non ci dici nient’altro?

<<A livello musicale e teatrale sì, non dico nulla per scaramanzia. Come blogger ho collaborazioni con brand importanti. Grazie a loro sto riuscendo a sensibilizzare un po’ di più le case di prodotti cosmetici per far uscire negli store fondotinta e altro per chi come me ha la pelle scura. Quando ero piccola a Falconara non c’era nulla e dovevo farmi inviare tutto da mia zia dall’America>>.

Kruger Agostinelli

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