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Angela Velenosi: “il segreto è viaggiare, occorre comprendere il mondo”

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L’ultimo riconoscimento, quello di Testimonial Marche Nel Mondo ad Expo 2015. Angela Velenosi rappresenta sicuramente una delle pagine più belle e importanti del mondo dell’imprenditoria femminile. Non solo delle Marche. Fondatrice nel 1984 con il marito Ercole della cantina Velenosi, nell’ascolano, il suo successo viene decretato da un curriculum di tutto rispetto: dall’associazione nazionale Le Donne del vino, all’onorificenza di Cavaliere del lavoro, fino alla nomina a presidente del Consorzio Vini Piceni Doc.

Angela Velenosi, imprenditrice di successo. Quando si parla di comando, avverte ancora una sottile differenza nel conflitto fra uomo e donna?

<<Assolutamente no. Non è una questione di genere. E’ importante essere leader. La leadership si conquista sul campo di battaglia: il gruppo ti segue laddove sa di ricevere dal proprio capo delle direttive giuste, e risposte altrettanto giuste. Maschio o femmina che sia>>.

Lei rappresenta fuori dai confini regionali il nostro territorio. Un territorio che troppo spesso viene considerato con poca identità. Angela Velenosi avrebbe una ricetta vincente per invertire questa tendenza?

<<Chiaramente parlo per il mio settore (anche se ho percezione di tutto quello che riguarda la proposta turistica, lavorandoci a stretto contatto). Non penso che la regione Marche abbia sbagliato informazioni o che gli operatori abbiano saputo promuovere male questo territorio. Ma nel mio settore è questione di numeri. Nelle migliori annate in Italia si producono circa 45-50 milioni di ettolitri di vino, dalla Valle d’Aosta a Pantelleria. Traducendo questo dato regionalmente, il Veneto, ad esempio, rappresenta da solo 9 milioni di ettolitri, la Sicilia 7 e l’Abruzzo 4. Arriviamo a noi: le Marche in un’annata ottima possono raggiungere un milione di ettolitri di vino prodotti, considerando tutte le denominazioni comprese le Igt. Non abbiamo la stessa quantità nei numeri per combattere la guerra al Montepulciano d’Abruzzo, al Chianti o al Valpolicella. Restiamo un mercato di nicchia. Siamo ben riusciti a farci conoscere con denominazioni come il Verdicchio che, nonostante i piccoli volumi rispetto alla concorrenza, ha saputo collocarsi in una nicchia di mercato di qualità, di valore. Questo è il lavoro che dobbiamo fare: non andare a combattere su di un ring con chi ha un peso maggiore di noi, ma puntare sulla qualità. Dimostrando che in una regione sicuramente piccola dal punto di vista produttivo si possono fare grandi cose. Poi sotto l’aspetto turistico si dovrebbe abbandonare l’individualismo tipico di questa terra, che è una brutta abitudine. Iniziamo a parlare di Marche>>.

I giovani si lasciano condizionare da mode e tendenze per cui, ad esempio, il mondo dell’enogastronomia o dell’informazione viene preso d’assalto senza studiare prima un progetto di fattibilità. Colpe e soprattutto rimedi? Ad esempio scuole inadeguate, una burocrazia asfissiante, un mercato saturo o semplicemente mancanza d’intuito?

<<Una domanda che tocca tante corde, ci vorrebbe un giorno intero per rispondere. Posso dire ai giovani che devono viaggiare. E’ questa la carta vincente. Viaggiare mi ha aiutato molto, perché mi ha permesso di capire cosa succede nel mondo. Bisogna aprirsi senza paura, apprendere tante cose per poi riportarle in Italia. Ecco, mi piacerebbe che i giovani trovassero qui la loro realizzazione, grazie ad una mente diversa, più aperta. I nostri ragazzi vivono troppo dentro casa, invece fa bene partire. Poi, politicamente, sappiamo quali sono i mali dell’Italia. Ma bisogna creare una scintilla. Va cercata fuori e riportata qui, in Italia>>.

Lei beve vino, esclusi i suoi ovviamente? Che gusti ha?

<<Ora mi confesso: sono una grande appassionata di birra. L’adoro. Sono anche una viziata, quindi dalla birra passo direttamente alle bollicine. Non importanza se Champagne o metodo classico italiano. Quel che conta è che siano bollicine di qualità. Niente compromessi>>.

Lei è donna molto bella. La bellezza è un privilegio in più o a volte è un ostacolo per le legittime ambizioni?

<<Se dovessi risponderti come Angela Velenosi direi che è un limite, che mi ha creato sempre qualche difficoltà. Come donna direi di no. Da una parte è certo piacevole il consenso per un aspetto gradevole ma dall’altro canto tutto ciò diventa difficile. Bisogna stare attenti per evitare che un gesto possa venire mal interpretato. Bisogna essere molto coscienti di se>>.

Tyche Magazine ogni mese ha una sua parola chiave su cui filosofeggiare. Ora tocca al termine VITA. A lei cosa le evoca?

<<Una parola bellissima, è l’essenza di tutto ciò che siamo. Vita è pensare ai miei figli, è pensare alla nascita dei miei vini, è pensare alla magia che c’è dietro questa parola. Mi trasmette pensieri importanti. Quando ognuno di noi si guarda indietro può scoprire che dalla vita sono nate le cose più belle che ha fatto>>.

Kruger Agostinelli

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