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Ilde Soliani

Cucina greca fra zafferano e bottarga alla conquista del Giro d’Italia dei Sapori a Fano

in Giro d'Italia dei Sapori/Mangiare e bere da

Gustando il dionisiaco cibo degli dei con lo zafferano e la bottarga ellenici

Zafferano e bottarga sono eccellenze già da sole. Se poi sono eccellenze elleniche valgono il doppio. Lo zafferano è il più antico del mondo e proviene da 1600 ettari coltivati in biologico e lavorati dalla cooperativa che, anni fa, ebbe l’incarico di riportare in vita e mantenere la varietà Krokos, che è unica. La bottarga è confezionata con il metodo che, forse, i greci appresero dagli egiziani. Viene appena salata, poi sciacquata in acqua di mare purificata e conservata in un guscio di cera d’api.  Così si apre e si taglia come un salame. Rimanendo morbida.
Per questa serata esclusiva ho chiamato i miei amici più cari. Quelli con cui amo discutere di cibo, vino, vita, champagne e profumi. Ilde Soliani arriva per ultima, principessa papessa può permetterselo, con Marco Bargnesi il suo geniale fotografo. Poco prima era arrivato Roberto Coppi con la sua bella moglie. Ilde lo chiama subito Harry Potter e lui rispolvera il sogno di scrivere un libro autobiografico ambientato in Grecia. Cominciamo bene…
Accanto a me è seduto Giorgio Bakagias. È grazie a lui che assaggiamo queste meraviglie e altre ne assaggeremo. E’ grazie a lui che in cucina con Elide Pastrani, siamo alla Lanterna a Fano, c’è Theo Karathanasis, chef ufficiale dello zafferano ellenico.  Vicino a Giorgio c’è il mio amico cuoco Maurizio Digiuni. Il suo blog ‘Una lacrima sul frigo’ la dice lunga. Leggiamo e commentiamo il menu. Ma Giorgio ci prega di assaggiare prima di commentare perché certe voci e parole non rendono giustizia ai veri sapori. Obbedisco per prima e aspetto l’antipasto che mi sono permessa di consigliare a Flavio Cerioni e Elide. Ho già provato la bottarga sia nature e sia in insalata con arance e finocchi. Un gin tonic allo zafferano, ben ghiacciato ci ricorda che dopo stasera nulla sarà come prima. Il ritmo si alza e diventa incalzante con una meravigliosa fetta di feta fritta, impanata con sesamo e pistacchi, e adagiata su una crema di zafferano (nella foto di copertina). Kruger, il mio ‘capo’ seduto al tavolo dei vip (ha condotto lui la serata) esclama estasiato: “ Era tanto che non mangiavo un piatto buono così!”
In cucina Elide e Theo parlano in fiammingo. Il passato di entrambi ha origini olandesi. Ma che combinazione fortunata. La composizione che studiano con i peperoni rossi e gialli è quasi una sfida Italia/Grecia. Il rosso, quello ellenico, è ripieno di bulgar (grano spezzato trattato con lo yogurt), zucca, carota, menta. Sapori prepotenti, dolci e freschi  insieme. Il giallo, l’italiano, è ripieno di ricotta allo zafferano. È tono su tono così come il suo sapore. Italia Grecia 1 a 1. Quando in tavola viene servita la Trahana scende un religioso silenzio. Anche Ilde contempla questa zuppa e non parla. Molto strano per lei. Assaggiamo dubbiosi. Sorrisi gaudenti si stampano sui volti dei miei amici.
Cucchiai golosi cercano altra zuppa da portare al palato. In pratica è un brodo di pollo fatto solo con le cosce, ci spiega Giorgio traducendo Theo, dove viene cotto il bulgar. La pallina bianca nel centro è yogurt e ricotta. Il giallo, manco a farlo apposta, è dato dallo zafferano. Il pepe nero macinato grosso esalta ancora di più questi sapori e profumi a noi ‘sconosciuti’. Elide risponde alla provocazione seguendo il suo cuore ed una ricetta che fa spesso con la bottarga sarda abbinandola alla crema di asparagi. I trucioli di Gualtiero Marchesi sono quasi trionfali con fette lucide e brillanti.  Mentre Theo gira fra noi e si becca, in inglese, complimenti e critiche di Ilde, Maurizio interroga Giorgio e gli spiega come la farebbe lui la bottarga degli Dei. Giorgio ride e si accordano per vedersi a Grottamare. “Vengo anch’io” dice Ilde che sembra presa dalle parole che scambia con Theo e invece segue tutto e tutti con la coda dell’occhio. Due interpretazioni diverse rivelano la grande cuoca che è Elide. I bocconcini di baccalà con favette fresche e salsa di zenzero e zafferano danno un tocco speciale a questa cena. Come un attimo di stand by. Che ci sta bene. Il ritmo riprende ed è rock (come noi quando siamo contagiati da Ilde!) con i medaglioni di filetto di vitello in salsa di bottarga. Qui Elide ha usato la bottarga al posto del tonno per un inusuale vitel tonné.
Intanto Theo, tornato in cucina, ci prepara il predessert: una coppa di yogurt con sciroppo allo zafferano e spezie varie. Cromatismi vivaci all’occhio e al palato. “Da paura!” è Ilde che parla. Segue un dolce all’altezza del predessert dove una spuma candida di yogurt accompagna il cioccolato fondente che ricopre il gelato al pistacchio. Tutto ellenico anche qui. La serata si chiude con infuso allo zafferano tiepido e grappa allo zafferano. Buonissima. Fatta personalmente da Theo. Rimaniamo a chiacchierare felici. Qualcuno dopo la seconda grappa tira fuori il greco scolastico. Theo ride. “Noi greci siamo accoglienti ma anche voi italiani non siete da meno.” Adesso vediamo che si inventa Maurizio Digiuni. Vi tengo informati.  Alla prossima.

Carla Latini.

QUI LE FOTO Giro d’Italia dei Sapori 2017-2018 3°edizione: La Grecia, eccellenza ellenica al Ristorante alla Lanterna di Fano (PU) 4 aprile 2017

Oggi cucino io, ospiti a sorpresa per la festa di fine corso da Sandwich Time

in Mangiare e bere da

Sono le coincidenze che la vita per fortuna ci regala. Potevo immaginare che i miei amici di Sandwich Time, Andrea De Carolis e Marco Paniccià, fossero dei fans del dottor Mauro Mario Mariani? Potevo immaginare che la mia amica Ilde Soliani, il naso più ispirato che conosca, volesse conoscere il dottore?

Oggi cucino io Mariani e IldeLo ammetto. Vi ho fatto venire il mal di testa. Vado per ordine. Mercoledì 6 aprile ad Osimo al teatro la Nuova Fenice c’è stata la presentazione-spettacolo del Tao dell’alimentazione di Mauro Mario Mariani, già celebrato da me QUI. Il giorno stesso c’è stata la festa di fine corso di “Oggi cucino io” di Sandwich Time (ve l’ho già raccontato QUI). Sempre mercoledì 6, nel pomeriggio, alla stazione di Ancona arriva Ilde Soliani (sapete già chi è). Voglio stare con tutti, vedere lo spettacolo di Mariani, mangiare e festeggiare da Sandwich Time. Mi si stavano intrecciando le idee quando, qualche giorno prima, lo stesso Andrea mi risolve il problema. <<Vi aspettiamo dopo lo spettacolo>>. Ed io: <<Ma faremo molto tardi>>. <<Noi vi aspettiamo>>, mi risponde Andrea. Apprezzo commossa la soluzione di Andrea De Carolis (i cuochi, si sa, sono abituati a cucinare a qualsiasi ora) e la inoltro ai miei amici, che accettano felici. Più che un dopo teatro è stato quasi un “prima dell’alba”. Ma il piacere di stare insieme e conoscersi reciprocamente ha superato la barriera della stanchezza.

Oggi cucino io MarianiMariani ha rilasciato interviste personali e raccontato aneddoti. Noto con piacere che il menu, già preparato per la festa di fine “Oggi cucino io”, è come Mariani comanda. Fresco, locale e stagionale. Piatti semplici, profumati e molto ben fatti. Gradiamo molto la misticanza nel cestino di pasta fillo. Ilde, che di solito non rinuncia alla sua fama di Miss Tranchand, apprezza gli gnocchetti di patate dei Sibillini con ragù bianco e punte di asparagi e il vino fermo, bianco delle Cantine Fontezoppa. Il libro di Mariani, come era logico che fosse, ha dato un tocco di in più alla serata. Uno scambio di omaggi reciproci. E i libri? Dove sono i libri? Così dopo aver firmato centinaio di autografi ad Osimo, Mariani ricomincia a fare dediche. Le sue non sono firme, ma “brevi capitoli” (lo dice il suo editore, non io). Mariani ama conoscere le persone che vogliono leggere il suo libro. Fa così con tutti i suoi pazienti. Perché la migliore medicina è l’amore. Lo dice sempre Andrea De Carolis ai suoi ragazzi e ai suoi allievi: cucinando con amore si è già a metà dell’opera. La tecnica viene piano piano. Prima ci vuole passione. Sono le tre di mattina e siamo ancora lì a parlare e a mangiare un dessert di yogurt. Voglio essere presente alla nuova puntata del prossimo “Oggi cucino io”. Magari con Mariani e Ilde… chissà!

Sandwich Time è a Civitanova Marche in via Einaudi 214, tel 0733 816623. Per la cena è meglio telefonare. Per “durante il giorno” va bene a qualsiasi ora.

Carla Latini

Officine Modelli: il lusso delle calzature marchigiane nel mondo

in Moda da

Claudio PostacchiniA grande richiesta mi trovo a riparlare, e lo faccio con molto piacere, con Claudio Postacchini. L’occasione per Tyche era stata “provocata” dalla comune amica Ilde Soliani (potete leggere tutto QUI). In questa sede voglio dare spazio alle idee di Claudio e dei suoi soci Luca Sabbioni e Massimiliano Caporali. Tre vite vissute intensamente nel mondo della moda che si sono incontrate nel progetto Officine Modelli srl. Chiedo a Claudio tutto quello che vorreste chiedergli voi. Come si fa a diventare, in così poco tempo, leader nel mondo della produzione di scarpe di lusso da uomo, con il marchio Carlo Pignatelli?

Claudio, come hai iniziato questa nuova storia con i tuoi soci?

<<La nostra storia è nata dopo una sfilata di moda Carlo Pignatelli a San Marino. Carlo aveva bisogno di alcune paia di calzature da uomo. A me, Massimiliano Caporali e Luca Sabbioni è venuta l’idea di fare delle calzature che potevano completare gli abiti stupendi della maison. Carlo ci ha detto che sarebbe stata una bellissima cosa. Così abbiamo fatto i modelli di calzature iniziali e già alla prima stagione di vendita abbiamo subito avuto un bel successo. Da lì in poi abbiamo raddoppiato le vendite mentre la Carlo Pignatelli le raddoppiava sugli abiti. Siamo cresciuti insieme con numeri eccezionali per l’Italia. Basti pensare che nel 2005, nel Belpaese si facevano circa 200mila matrimoni e noi insieme alla Pignatelli vendevamo 60mila paia di calzature a 60mila abiti da sposo. Un successo eccezionale in quanto avevamo il 30% del fatturato. Nel commercio è un dato fantastico di mercato. Oggi i matrimoni sono circa 150mila in Italia e noi, in un momento così difficile, abbiamo ancora il 20%. Che rimane sempre un dato fantastico>>.

Quali sono le eccellenze nella tua produzione?

<<Insieme alla calzature Carlo Pignatelli abbiamo creato dei nostri marchi, vedi Ishu e Labo Luxo. Mentre Ishu è una calzatura tecnologia sia nei materiali che nella realizzazione, fare Labo Luxo è stato come realizzare un sogno. Abbiamo cercato di creare una calzatura di alta qualità, tutta Made in Italy, sin dalla progettazione che nell’utilizzo di materie prime e manodopera tutta italiana. Abbiamo dato alla calzatura un indirizzo sartoriale di lusso, accessibile a tutti i clienti e/o a marchi che vogliono distinguersi dalla massa. Addirittura con le iniziali in oro o argento personalizzate cliente per cliente>>.

Il made in Italy davvero può farcela? All’esterno ancora ci guardano o la crisi ha ormai congelato il sistema?

<<Il Made in Italy può farcela sicuramente se da parte dei produttori e da parte del nostro governo ci sarà una comunione di intenti in leggi che difendano i prodotti della nostra terra e soprattutto che diano valore vero al Made in Italy. Perché secondo me il Made in Italy deve essere e può essere solo questo: progettazione in Italia, materie prime italiane, manodopera italiana e fasi di lavorazione tutte in Italia. Il tutto certificato e controllato al 100%. Questo purtroppo ad oggi non esiste ed e un peccato perché all’estero ancora abbiamo un appeal che però, se non metteremo presto un punto legislativo serio e professionale, perderemo>>.

Marche terra piena di risorse, a volte poco sviluppate. L’imprenditoria è ancora base del tessuto sociale?

<<Nelle Marche abbiamo un territorio dove per fortuna ancora oggi ci sono imprenditori di grande qualità e professionalità e che hanno voglia sempre di migliorarsi. Siamo un territorio importante di artigianalità e manifatturiera per la moda. Non è un caso che tutti i marchi più prestigiosi al mondo fanno fare la loro produzione alle nostre aziende. E’ grazie a loro e alla nostra capacità di inventiva e produttività che molte aziende ancora sopravvivono. Le Marche sono il vero volano della moda calzaturiera italiana. Non è un caso che la nostra azienda Officine Modelli è volutamente situata ancora al centro del nostro paese, Sant’Elpidio a Mare. E solo per informazione, le nostre calzature sono state indossate nel passato anche dalle squadre di calcio quali Juventus, Roma, Palermo, Valencia e dalla Nazionale Italiana grazie al marchio Carlo Pignatelli. Ad oggi disegniamo e produciamo per dei marchi importanti del lusso mondiale>>.

Ringrazio Claudio Postacchini e con lui tutti gli imprenditori che ce la stanno mettendo tutta per rimanere italiani.

Carla Latini

 

Un’H incoronata al piede: sandali d’autore Made in Marche per Ilde Soliani

in Moda da

Ricordate la mia amica Ilde Soliani e il suo video realizzato per il progetto SensHilde con Mauro Uliassi? Ne ho scritto abbondantemente su queste pagine diversi mesi fa (Lo ritrovate QUI). Le Marche sono per Ilde non una terra di passaggio ma rappresentano luoghi dove fermarsi, incontrare e progettare, bere e mangiare bene.

showroom pignatelliCi sono delle coincidenze e dei segni che non possono essere trascurati. Che diventano segnali precisi lungo un percorso. Nel progetto Senshilde c’è un visual stylist che si chiama Rosario Costantino. Rosario conosce Claudio Postacchini e lo presenta a Ilde. Un colpo di fulmine che va oltre il professionale. Che non fa parte della sfera sentimentale. Claudio Postacchini, per chi conosce il mondo delle scarpe delle “Marche sporche”, ha fondato nel 1996 Officine e Modelli srl con Luca Sabbioni e Massimiliano Caporali. Un gioiello di azienda. Una fucina creativa e di grandissima classe nel mondo delle calzature di alta moda. Officine Modelli produce anche per la Carlo Pignatelli spa per la quale disegna e commercializza scarpe classiche, sportive e per cerimonia, accessori e album fotografici di elevato standing. I due, complici me e la piadineria Magritte a Loreto (vi ho già raccontato di Matteo e Michele Fusillo QUI) si sono incontrati qui. Fra una piadina e l’altra, un club sandwich e bicchieri di verdicchio “lauretano”, lievita, come la pasta della piadina di Matteo, il progetto di Claudio per Ilde. Poi saliamo in macchina e la nostra strada ci porta verso Officine e Modelli a Sant’Elpidio a Mare. Mentre Ilde e Claudio ragionano sui pellami e su dove andrà messa la fibbia con la H di SensHilde e la corona, io passeggio per lo showroom come una bimba nel paese dei balocchi. Adoro queste Marche! Oltre alle scarpe Claudio e company producono per Pignatelli anche una linea da donna che si chiama Jolie. Sandali incastonati dentro gioielli. Ed una linea giovane che si chiama iShu+. Dedicata a chi fa una vita dinamica e cosmopolita. Scarpe a prova di tutto. Che alla sera puoi mettere tranquillamente con lo smoking o con un abito lungo per sentirti come Jessica Sarah Parker in Sex in the City. Le mie mani si fermano ad accarezzare degli album fotografici lavorati uno per uno a mano dai nostri pazienti artigiani marchigiani che si raccontano così: sia la carta interna che le veline che l’esterno sono nati per proteggere e conservare i nostri ricordi più belli… Intanto Ilde e Claudio hanno finito. O quasi. È un grande privilegio per noi che Ilde, Miss Tranchant, abbia scelto Claudio per inventare i suoi sandali “magici” con l’H incoronata. Ilde ritornerà a breve e saranno altri i nostri percorsi marchigiani. Non mancherò di raccontarveli perché è bello scoprire, in viaggio con Ilde, la nostra splendida terra.

Per dovere di cronaca e perché Claudio e i suoi soci meritano lodi assolutamente meritate, le Officine Modelli srl vantano 15 showroom monomarcha e 550 boutique di alta moda nelle principali città di ogni parte del mondo. E scusate se è poco!

Carla Latini 

Dallo Champagne alla “freschezza” del porto: Galileo è sempre pronto a stupire

in Senza categoria da

Civitanova è viva anche d’inverno. Forse i civitanovesi se ne accorgono poco, abituati come sono alla movida primaverile ed estiva. Lo dimostra il fatto che molti ristoranti sulla riviera – avete presente quei bellissimi chalet che sembra di mangiare in riva al mare? – sono aperti e, per fortuna, pieni di gente.

Galileo è uno di questi. Stefano, il patron, è un personaggio eclettico che interagisce con i clienti con simpatica decisione. Li accompagna a capire il motivo delle sue scelte. Che sia un vino, un pescato del giorno, un olio evo. I suoi clienti ormai lo sanno e si aspettano, ogni volta, di essere stupiti. E questo avviene molto spesso. Stefano è un appassionato di champagne. Da lui le più belle maison sono in carta. Da poco sta anche importando piccole maison direttamente dalla Champagne. Mi ha fatto vedere le fatture. Dalle bolle più famose del mondo al mercato del pesce alle 3 e mezza il passo, per Stefano, è breve. Per uno che ama dormire come lui il sacrificio è doppio ma per noi buongustai è un regalo grande. Pensate che Stefano, ogni mattina, dopo l’acquisto, posta sulla pagina facebook del Galileo la foto del pesce comprato e la relativa fattura con i prezzi in evidenza. Bel coraggio. Poi, ridendo, mi racconta che scarica e torna a dormire. Lo chiamano i suoi ragazzi verso le 11. Quando sono stata da lui aveva trovato scampi di media pezzatura e la gente, mi dice, vuole gli scampi grandi. Anche i rombi e i san pietro non erano grandissimi. Ho mangiato un san pietro al vapore solo con olio evo… vi lascio immaginare. Se siete degli appassionati del pesce vero, quello che Stefano chiama <<senza puzze>> (perché a lui la puzza di pesce dà troppo fastidio) Galileo è per voi. La moglie di Stefano è la regina della cucina. La sua grazia nei piatti è evidente. Femminile nel senso più alto della parola. Ho assaggiato filetti di sogliole e gamberi su verdure con avogado e un’insalata di seppie con i carciofi. La julienne di seppie trattiene, gradevolmente, un po’ del loro nero. Le altre proposte a menu sono classiche e direttamente proporzionali al tipo di pescato che Stefano riporta dal porto. Gli abbinamenti con frutta e verdura sono croccanti e saporiti. In sala, poi, insieme a Stefano ci sono Simone e Nicola. Due ragazzi simpatici che rendono il servizio professionale ma “leggero”. Mi fermo a parlare anche con loro e scopro che Simone è un grande conoscitore di essenze e profumi. Così “naso” da riconoscere il mio profumo che Hilde Soliani (ne ho già scritto per voi, potete leggere l’articolo QUI) ha dedicato al burro e ostriche di Mauro Uliassi. Si è fatto tardi e devo andare. Sarei rimasta ancora. Tutto qui, Galileo mi ha fatta star bene.

Carla Latini

Che profumo è Mauro Uliassi? Un’essenza creata da Ilde Soliani

in Moda da

Succede che una signora “naso” – il suo è piccolo ma molto allenato e sensibile ai profumi ed ai sapori della cucina – capiti spesso nelle Marche perché innamorata del “naso culinario” di Mauro Uliassi. Così tanto innamorata da dedicargli un video, unico nel suo genere, nel quale Mauro, addirittura, canta. E pure molto bene. Ilde Soliani è una mia buona e cara amica, l’avete capito, e nella vita crea profumi che poi vende nelle più chic boutique del mondo. Nel suo piccolo tour nelle Marche, ha sostato da Ramona ed Errico al ristorante Andreina, da me allertati sulla qualità e sulla sincerità del personaggio (Ilde dice sempre, veramente, quello che pensa). Dopo la cena si sono intrattenuti fino alle 4 della mattina. A parlare di quello che uno che si siede a tavola e l’altro che cucina e l’altro ancora che serve, vorrebbero dalla vita. Dalla vita professionale che si intreccia e non si slegherà mai con quella personale. Il giorno dopo carico Ilde sulla mia piccola macchina e torniamo a Loreto. Alle 4 della mattina la Basilica era chiusa. La porto nella Sala del Pomarancio a conoscere il “mio ciuchino”. Il ciuchino più bello della storia dell’arte. Almeno per me. Entrate, alzate gli occhi verso sinistra. I suoi occhioni azzurri vi guarderanno in ogni luogo voi siate. Immagino di averlo già scritto e, se l’ho fatto, chiedo scusa. Io ed Ilde siamo lì mentre il suo cameraman, nonché fotografo, cerca di cogliere qualcosa di buono in una luce rarefatta. È quasi l’una. Il sole dalle finestre ovali della Basilica entra a picco e rende tutto senza contorni. Anche noi. Une breve visita alla Casetta di Maria e poi, a proposito di contorni, ci viene fame. Sono le due. Decido che qualcuno dei miei amici cuochi a Portonovo riuscirà ad accogliere “tre pellegrini” come noi. Due pescetti fritti non si negano a nessuno. Detto ma non fatto.

Mentre con Ilde ricordiamo delle idee di Uliassi che ci emozionano, come Bagnasciuga e il burro con l’acqua di ostriche; mentre ricordiamo l’oliva da ricomporre di Errico, mi trovo a discutere, senza metterci troppo tempo, con i parcheggiatori di Portonovo che, capisco siano in “alta stagione esagerata”, ma non offrono un minimo di collaborazione. Vabbè! È <<alta stagione esagerata!>>. Ai miei amici propongo due bolle locali, due tipi di ciasculi diversi e due spaghetti a casa mia quando, miracolo, un parcheggiatore, complice un amico cuoco, ci fa “poggiare” la macchina. Che è molto diverso da parcheggiare. Due spaghetti con i moscioli e due pescetti fritti ci fanno dimenticare che c’è un esercito di automobilisti che deve parcheggiare. Ilde a fine serata mi fa annusare i suoi nuovi nati. Profumi che sanno di sapori e luoghi. Sapori e luoghi che profumano? Decidete voi. Uno sa di ciliege si chiama: una tira l’altra. Uno è dedicato a Mauro Uliassi: burro e acqua di ostriche. Un altro sa dell’aria notturna dell’esterno di una discoteca vicino Modena. Un altro ancora sa di cespuglio mediterraneo con origano, rosmarino, menta, salvia, basilico, pomodoro e si chiama Buon Appetito. L’ultimo è Peccatrice. Un peccato di gioventù che mi spruzzo molto volentieri. In questi giorni so di ciliegia. Poi vedremo. Volete sapere dove è andata a cena Ilde quella sera? Indovinate… Per saperne di più su di lei, i suoi profumi e i suoi video, c’è un sito e la sua pagina Facebook.

Carla Latini

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