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Cingoli

Il rito del cibo d’asporto a Cingoli, tradizione e sorprese

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Il Tetto delle Marche, il giorno dopo Ferragosto Più su sempre più su… Cingoli si arrampica fino a guardare negli occhi il San Vicino. La domenica dopo ferragosto oscurano il cielo nuvole nere cariche di pioggia. Sono davanti al Ristorante dei Conti. Da qui si vede che a Senigallia piove a dirotto. L’Hotel che ospita il Ristorante al piano di sotto è fermo nel tempo. Elegante e sofisticato come qualche decina di anni fa. Un grande giardino pieno di alberi da frutto e piante esotiche lo circonda. Qua e là ombrelloni e tavoli ricordano che si pranza e si cena all’aperto. Cingoli per me vuol dire agnello alla brace (mi perdonino i vegetariani), coniglio ripieno, funghi, tartufo. Tagliatelle e tortelli ripieni. Ciambelle e anisetta. Quasi sotto l’Hotel c’è un’importante pista da motocross. Ci fanno gare nazionali. Le moto ronzano come zanzare impazzite saltando da un ponte all’altro. Mi faccio impacchettare qualcosa e la porto via. Coniglio ripieno di delicatezze aromatiche. Leggero e profumato. Ora la mia macchina sa di bosco e di arrosto. Scendo verso la città. Se Cingoli è alta più di 600 metri il Ristorante dei Conti supera i 700 sicuro. Parcheggio per godere della passeggiata e della vita di paese divisa fra abitanti e villeggianti abituali. Sono anziani, molto anziani, famiglie con bambini, coppie di mezza età. Tanti ciclisti. Scambio due parole con delle signore in un bar accanto ad una rosticceria pizzeria che, anche oggi che è domenica, emana freschi odori di cucinato. Le Signore mi consigliano di fermarmi anche la sera. C’è Calici di stelle e tanti piccoli produttori locali. Qui intorno c’è una comunità di sardi che da anni alleva pecore e produce dell’ottimo pecorino. Anche lo yogurt! Mi informo se la rosticceria pizzeria ce l’ha. Mi dicono di si. Forse il coniglio che ho preso per pranzo è un po’ poco… forse. Sono curiosa di vedere cosa propone questa rosticceria ferma nel tempo come il Ristorante di cui sopra. Vincisgrassi sia bianchi che rossi. Cannelloni sia bianchi che rossi. Polli arrosto al forno ed allo spiedo. Patate. Verdure grigliate e fritte. Olive ripiene e cremini. Immagino che starete pensando: “Che noia le solite cose. Manca il vitell tonné e ci siamo tutti’ Invece il vitell tonné non c’è ma un c’è un arrotolato di vitello tipico di queste parti. Fatto solo con verdure strapazzate. Ne prendo qualche fetta insieme alle patate che sembrano buonissime. Mezza pizza di formaggio che è più formaggio che pizza. Una forma di pecorino stagionato. Mentre scelgo la strada più breve per rientrare a casa si è già fatta quasi l’una. Lentamente tutti i ristoranti della zona si riempiono di gente. Anche il mio Dei Conti era già sold out. Mi vengono in mente i pranzi di una volta. Tavolate di antipasti, primi, secondi, contorni, e dolci. I classici mari e monti. A casa, mentre mi guardo Valentino Rossi, assaporo con calma i miei “cibi comprati”. Sono buoni. Molto buoni. Come se li avessi fatti io. Il pecorino supera ogni aspettativa e mi fa sentire a casa ancora di più. In fondo sono marchigiana adottiva. Ed è Cagliari la città che porto nel cuore. Devo tornare e farmi accompagnare direttamente da qualche pastore e casaro… poi, come al solito, vi racconterò…

Carla Latini

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