A Osimo un’Osteria Moderna eppur generosamente classica

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Il cuoco Massimo è un personaggio conosciuto in paese. E’ stata sua l’idea di far diventare Palazzo Baldeschi, uno dei palazzi nobili più belli, un ristorante chic. Troppo chic, però, per i cittadini di questa bella cittadina (Osimo è conosciuta in Italia e nel mondo per i 9 km di grotte sotterranee e per le sue bellezze architettoniche). Ma torniamo all’antefatto di Palazzo Baldeschi. I piatti di Massimo sono troppo impegnativi da capire e troppo elaborati nella presentazione perché i locali possano crescere ed apprezzare. Ha tenuto duro per un po’,  poi ha cambiato impostazione. Per un giovane che ha vissuto i fasti “marchesiani” percorrere la strada di Davide Oldani è stato molto facile. Con l’impostazione, Massimo cambia anche luogo. Sopra le grotte (quelle già citate) ci sono i vecchi macelli. Sposta qui la sua creatività e la sua brigata. Dà un’allegra mano di bianco alle pareti e al soffitto a volte. Lascia le grandi finestre che guardano Fonte Magna, la vallata di Santo Stefano e la Rocca di Offagna. Attacca spiritosi lampadari a palla. Rende tutto l’ambiente leggero e accogliente. Con tavoli grandi apparecchiati con una bella cura spartana. I piatti di Massimo, qui all’Osteria Moderna, sono piatti grandi, abbondanti. Generosamente classici, stagionali e dai sapori molto decisi. Quella di Massimo è una cucina di “polso” che condivide con Marcella, la sua compagna di vita e di lavoro. Una cucina fatta con materie locali. Ho mangiato arrosticini (veri!) con patate arrosto eccellenti. Vere anche quelle. Verdure pastellate fritte con maestria. Croccanti fuori e morbide dentro. Ho fatto prendere al mio accompagnatore lo spiedone di manzo che si è rivelato rosato al punto giusto all’interno. La carne tenera e saporita. Il menu è unico, se si vuole. Oppure la scelta va alla carte. Ci sono tanti antipasti che potrei definire “retorici” nel nome. Ma mi contraddico da sola quando li vedo passare davanti ai miei occhi. Anche un tagliere di salumi e formaggi vuole la sua degna presentazione. E che bontà! Salumi grassi e non unti, come mi ha insegnato Gianfranco Vissani. Per i primi valgono le stesse parole che ho scritto per gli antipasti. La carbonara di Massimo, quando la fa, è degna della migliore osteria di Trastevere. Cremosa e avvolgente con guanciale croccante. So anche (ma peccato non l’ho assaggiato), che ha un piatto con lo stoccafisso da memorizzare. Le sue sono ricette fatte con mano sicura e navigata che piacciono molto sia agli osimani che ai turisti. Si beve sfuso, alla spina, al bicchiere. Ma potete anche scegliere in una proposta vini articolata che sorprenderà piacevolmente. L’Osteria Moderna, frequentata anche dagli attori e registi che animano la stagione della Fenice, divide e moltiplica con l’amico Luca Zamperini di Gustibus (vi ho già scritto di lui su Tyche) la”nomea” che ad Osimo si mangia bene. Marisa e Rossano della Tavernetta del Corso (anche di loro avete avuto mie notizie su Tyche) chiudono il cerchio goloso della città dei Senza Testa. La sera e nei giorni di festa conviene prenotare. Il mio consiglio è arrivare un paio d’ore prima in città e godersela con una lunga passeggiata da piazza Dante a piazza Nova. Dove potrete ammirare il panorama opposto che si vede dall’Osteria. Gli Appennini fino ai Sibillini. L’Osteria Moderna prende le prenotazioni allo 071 714566.

Carla Latini

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