feedback negativo

L’arte di acquistare e di vendere fra feedback e cattiva educazione

in Giornalista e dintorni/Il meglio di Re Gurk da

Guai se il feedback fosse usato soltanto in funzione di una personale vendetta o peggio ancora per concorrenza sleale. Nella nuova frontiera del consumatore c’è la possibilità di esprimere un giudizio per il servizio o il prodotto utilizzato. Ci vuole onestà intellettuale per esprimere un giudizio e per questo che personalmente ho scelto come metodo (considerando il tempo che gli posso dedicare) di descrivere o situazioni particolarmente felici o quelle che fanno incazzare. Oggi, ad esempio, mi sono sentito indignato oltre misura per il trattamento cafone e di non giustificata sufficienza in un supermercato, di cui riporto integralmente la mia recensione su Google. Sono stato commerciante per oltre venti anni e ricordo perfettamente la fatica per interagire con tutte i tipi di clienti che mi trovavo di fronte. Non nego che per alcuni di loro sarà stato pure difficile trattare con me. Eppure le ragioni vanno ascoltate e non si può liquidare tutto con un perentorio ed affrettato no. Inutile poi fare nei giorni precedenti (proprio in quel supermercato) , ironia della sorte, mi era stato proposto un questionario informativo fatto (scusate il francesismo) a caxxo di cane (non me ne vogliano Kelly e Milo). Forse prima di capire i gusti della propria clientela (e quelle domande credetemi erano di una banalità disarmante) poi ci si dimentica di fare un corso di educazione al personale addetto al box informazioni.
Se si vende un prodotto non sigillato di partenza, non si può poi non accettare il cambio perché è aperto. Comunque poco male da oggi avranno un cliente rompicoxxxoni come me. Anche se temo che certi comportamenti possano essere contagiosi. Acquistare in fondo può essere anche una filosofia di vita e come tale non va sottovalutata.

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