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Cultura - page 2

Agar Sorbatti, prima donna ingegnere delle Marche, celebrata in una mostra a Milano.

in Arte/Cultura da

Il “giovane” Comune di Loro Piceno celebra Agar Sorbatti, prima donna ingegnere, con una premio ed una mostra che si terrà a Milano a partire da sabato 5 dicembre. Agar Sorbatti divenne ingegnere nel 1923. Il suo soprannome era Camà. Un nome che ora svetta sull’etichetta di un grande vino prodotto dalle Tenute Murola. Le idee di Agar si svilupparono intorno all’uso ridotto dell’acqua nei processi industriali. Lei fu la prima donna ingegnere delle Marche e la settima del regno d’Italia. Ma quanto sono belle queste Marche, nascoste, che emigrano a Milano con una mostra articolata e sorretta da quattro artisti locali di gran pregio sotto l’ala, protettiva, di Agar Sorbatti! La storia comincia così: c’è un artista che si chiama Daniele Cristallini che fonda guidaarteitalia.com dove lui, insieme ad altri amici artisti di grande livello lascia segni importanti riguardo tutti gli aspetti delle arti visive. C’è il Comune di Loro Piceno con un sindaco donna giovane e intraprendente che si chiama Ilenia Catalini. Ilenia, l’anno scorso, indice il Premio Agar Sorbatti. Dedicandolo ad una donna di grande valore e dando valore a tutto il territorio. Ci sono gli amici artisti di Daniele Cristallini, Giordano Emiliozzi, Roberto Marchionni e Giancarlo Minen. E c’è una Mostra che apre il 5 Dicembre a Milano che sarà il riassunto di quanto vi ho scritto finora. La Mostra vedrà esposte le opere degli artisti di cui sopra e anche di Daniele Cristallini. Sarà alla Galleria d’Arte Arte&Moda in via Cervia 13 e terminerà il 13 Dicembre. A chiudere il cerchio c’è lo sponsor “vino” delle Tenute Murola che porterà le sue “creazioni” insieme al vino dedicato ad Agar che si chiama come lei si faceva chiamare dagli amici, Camà. La Mostra è già in essere a Loro Piceno. Ed ora due parole sulle Tenute Murola. Intanto Murola è un toponimo locale, che indica la fonte utilizzata per abbeverare gli animali, per cui terreni con “Muròle” erano in antichità particolarmente apprezzati. Qui ne esiste una, evidenziata già nei cabrei dell’inizio del ‘700. La Famiglia vi si stanzia sin dal ‘700. E dall’ora è attiva e sensibile al rispetto del territorio e a tutto ciò che gli gira intorno. Che sia cinema, teatro, arte e musica. Ricordando Nonna Camà nasce la collaborazione con il Comune di Loro Piceno e con Guidarteitalia. Ripeto che belle queste Marche nascoste e laboriose. Ad maiora! Se siete a Milano andate a vedere la Mostra e divulgate con lo stesso mio entusiasmo perché ce n’è veramente bisogno.

Carla Latini

Il talento di Gianluca Grandinetti non ha confini, da Justin Bieber a Ben Harper

in Arte/Cultura/Moda da

Gianluca Grandinetti, 24 anni di Potenza Picena, nel Maceratese, è ormai una realtà nel mondo del videomaking. Gianluca ti colpisce subito per educazione, timidezza e riservatezza. Poi, parlandoci, si rimane incantati dalla sua preparazione. La “raccomandazione” di Henry Ruggeri nel proporcelo in redazione è più una dritta che uno scambio di favori. I due si raccontano (l’intervista video qui sotto) con una sana complicità. Fa piacere vedere come un nostro giovane talento sia apprezzato ormai a livello mondiale. Un videomaker che raccoglie consensi e premi internazionali. Insomma uno dei frutti buoni di una terra marchigiana che sa esportare stile e talento.

Tra voi due è nata una grande collaborazione.

Gianluca: <<Siamo marchigiani entrambi e ci siamo “beccati” nel nostro “paesino”. Ci troviamo a 5 chilometri di distanza, io sono di Potenza Picena, lui di Porto Potenza Picena. Henry è tutt’ora il mio idolo. Prima di conoscerlo sfogliavo le sue foto pazzesche e le guardavo al computer pensando: è un grande, vorrei davvero stringergli la mano>>.

Henry:<<Avevo necessità di “scaricare” il mio hard disc di conoscenze ad una persona abile e più giovane. Così ho incontrato Gianluca: quando l’ho conosciuto aveva 20 anni e già era dotato di un gran talento. Quello che è successo è stato inevitabile>>.

Gianluca: <<Henry mi ha fatto conoscere il mondo della musica, il rock, e mi ha insegnato lo spirito con cui affrontare il lavoro, la vita e il lungo viaggio che puoi avere di fronte la mattina quando ti alzi dal letto. Mi ha insegnato a buttarmi senza paura nuotando tra i pesci grandi, allargando le spalle. Mi ha insegnato cos’è il Rock’n’Roll in tutto, non solo nella musica>>.

Con chi hai iniziato?

Gianluca: <<Parlo degli ultimi tre anni. Ho iniziato la mia prima esperienza insieme ad Henry per Barley Arts. Abbiamo così collaborato con Lenny Kravitz, Ben Harper, Mika e altri artisti. Da lì c’è stato un uragano di eventi, uno dietro l’altro. Faccio difficoltà a ricordarli tutti in fila. Il più importante, l’incipit, tre anni fa con il tour dei Radiohead. In quella occasione abbiamo capito che fondamentalmente potevamo creare questo pacchetto foto-video “On the Road” e proporlo alle varie agenzie. Che poi non lo abbiamo mai neanche proposto, è stato un effetto naturale. A catena>>.

Che sistema usi per i tuoi lavori?

Gianluca: <<Il mio livello telecamere e altro è “semplice”: penso molto all’inquadratura, curo il sapore dell’immagine. Sono partito con le compatte, poi sono passato alle reflex. Adesso giro con una cinecamera con ottiche “cinema”. Ma scelgo di volta in volta. Dipende sempre da quello che devo fare>>.

Quale lavoro ti ha lasciato dentro più cose?

Gianluca: <<Devo farti delle distinzioni. Faccio molta musica e molta moda soprattutto. Diciamo che il mio vero obiettivo è creare immagini il più vicino possibile alla “video arte”. E’ questo il campo che mi piace di più ma che è anche il più difficile. Quindi nei fashion film (non parliamo di commercial) curo l’estetica ai massimi livelli integrando il prodotto, che in questo caso è magari un outfit completo di uno stilista. La musica ha un livello diverso: l’interpretazione è più legata alla canzone>>.

Con chi ti sei sentito più a tuo agio? Insomma vogliamo i nomi!

Henry: <<Da esterno penso che Gianluca ha fatto un ottimo lavoro quest’estate, durante il concerto degli Ac/Dc ad Imola, dove io ero il fotografo ufficiale e lui il videomaker ufficiale. Purtroppo il video non è ancora disponibile perché stanno aspettando le liberatorie. Ma è un prodotto da brividi>>.

Gianluca: <<Negli ultimi tre anni grazie ad Henry ho stretto tante mani e conosciuto tante persone che prima vedevo solo in tv e nul web. Ora posso parlare delle sensazioni che ho provato di fronte a tali personaggi. Mi sono trovato bene ad esempio con Fabri Fibra: ho fatto due lavori per lui, il video di “Alta Vendita” e un documentario del tour. Poi, parlando di star, citerei sicuramente Ben Harper, uno dei miei artisti preferiti. Dopo un mese che abbiamo iniziato con Henry a lavorare insieme l’ho incontrato. Con Ben Harper abbiamo iniziato a chiacchierare, ho preso il plettro e abbiamo mangiato una pizza. Tengo segretamente il suo autografo nel mio studio>>.

Chi ti ha deluso?

Gianluca: <<Non ho avuto grandi delusioni>>.

Ultimamente hai fatto qualcosa per Justin Bieber (li trovate insieme nella foto di copertina di questo articolo, ndr).

Gianluca: <<Una bella sorpresa è il mio primo lavoro con un’agenzia internazionale. Ho sempre lavorato per l’Universal Italia, con Fabri Fibra, Clementino, Marracash e altri, questa volta per l’Universal America, che segue appunto Justin. Sta promuovendo il suo nuovo album e negli ultimi giorni sono stato a Milano per fare una clip e altre cose che utilizzeranno, non so ancora come. Un’esperienza bella e con Justin mi sono trovato bene. Lui ha ricevuto diverse critiche ma magari chi giudica non pensa che è un ragazzo di 21 anni come tutti, che ha una vita diversa per il semplice fatto che ha sempre migliaia di telecamere puntate addosso>>.

Sei partito da una piccola realtà. E’ bello sapere che ormai i ragazzi marchigiani non hanno più orizzonti e limiti. Il prestigio italiano della creatività che ti ha aiutato?

Gianluca: <<Proprio alcuni giorni fa ho vinto un premio a Chicago grazie ad un fashion film. Il premio si chiama proprio “Bellezza”, scritto in italiano e non in inglese. Questo perché viene dato un riconoscimento all’estetica. Il video è girato a Recanati e a villa Buonaccorsi a Potenza Picena. Secondo me ha ottenuto consenti proprio per la sua impronta “italiana”>>.

Sogno nel cassetto?

Gianluca: <<Parlerei di sogni, ne ho diversi. Mi piacerebbe tanto seguire una rock star o una band per un periodo, e curarne l’immagine a 360 gradi. Mi stimolerebbe molto come sfida. Un sogno che ho in comune con Henry. Un altro è quello di riuscire ad esprimermi al meglio con le immagini. Non importa con quale brand o in quale situazione, ma vorrei ottenere attraverso la telecamera quello che ho in mente al massimo. Sto lavorando per arrivare ad un livello più alto>>.

Kruger Agostinelli

 

Luca Zamparini ed il “Naso di Carlotta”: una bella storia di solidarietà

in Cultura da

La sensibilità del cuore di un cuoco è spesso molto grande, complice anche il calore dei fornelli. Questa che sto per raccontarvi è una storia bella, commovente e vera. Luca Zamparini (vi ho già scritto di lui QUI) conduce con la moglie Nunzia e la cognata Iva, il Ristorante Gvstibvs ad Osimo.

Da diversi anni, ormai, è il presidente dell’Associazione “Il Naso di Carlotta” ed è istruttore di cani adatti ad essere compagni/amici di disabili. Mi raccontava che, con accanto un cane ben addestrato e, assolutamente gioioso, la persona coinvolta diventa autonoma al 70% e rende più serena anche la vita di tutta la famiglia. Lo slancio con cui vi scrivo queste cose belle mi viene dalla grande soddisfazione che Luca e Nunzia hanno avuto il 25 settembre scorso quando il Rotary dell’Alto Fermano ha organizzato nella splendida cornice di Villa Serita a Penna Sangiovanni (MC) una conviviale Interclub Rotary Alto Fermano Sibillini il cui tema era “Il cane da supporto fa la differenza tra la dipendenza e l’indipendenza”. Presenti moltissime personalità del mondo rotariano e del mondo cinofilo, come il presidente dell’Enci, e delle istituzioni locali: Luca Zamparini de “L’Associazione Il naso di Carlotta” di Osimo- Ancona , l’istruttore cinofilo Tommaso D’Angelo del centro cinofilo “Canis sapiens” di Sorrento accompagnati dal loro maestro Luca Rossi direttore tecnico del “Centro studi del Cane Italia” di Salsomaggiore Parma. Dopo i saluti di rito dapprima si sono sviluppate tutte le tematiche relative alla formazione del cane da supporto, quali sono i benefici, le peculiarità caratteriali e di razza, poi l’aspetto tecnico e la preparazione fino poi alle dimostrazioni pratiche. Con Isis, labrador di 4 anni, si è portato a conoscenza del folto pubblico presente tutto ciò che può fare un cane preparato a 360 gradi: caricare la lavatrice, accendere e spegnere la luce, aiutare nelle vestizione, raccogliere oggetti. Ma il clou della serata è stato il piccolo Claudio, bambino di 12 anni affetto da atrofia muscolare spinale (Sma) che con la sua golden retriever Lady di 18 mesi, ha commosso e impressionato l’intera platea, che ha potuto constatare con mano a quanta indipendenza può portare un cane ben preparato ma soprattutto che diventa una compagnia insostituibile: dedizione, amore puro, gioia e vita. Il Rotary, nella persona del presidente Sandro Pacioni e dei suoi più stretti consiglieri, ha voluto fortemente questo incontro per poi impegnarsi in un progetto pluriennale nella formazione di cani che andranno a supportare disabili. La prima adozione è stata fatta proprio in questa serata ed è Emma piccola border collie di 5 mesi che sarà preparata per E.C. di Osimo.

Grande soddisfazione per Luca Zamparini istruttore cinofilo e presidente della Associazione “Il Naso di Carlotta”: sono veramente emozionato, finalmente dopo aver bussato a tante porte qualcuno ha creduto in questo progetto che veramente può cambiare la vita a chi già è sfortunato, ringrazio tutto il gruppo del Rotary Alto Fermano e Sibillini e in special modo Sandro Pacioni per la benevolenza, la disponibilità, la discrezione con il quale ci hanno accolti e ringrazio il mio amico e collega Tommaso che con il piccolo Claudio e la sua famiglia ci hanno raggiunto da Sorrento e Luca Rossi che con la sua professionalità ed esperienza segue sempre il nostro lavoro e la nostra formazione. Con il Rotary si è fatto il primo passo per “l’indipendenza”. Si replica l’11 novembre. Prendete nota.

Carla Latini

Si ride con “Il passo del pollo”. Il nuovo e-book di Valentina Capecci

in Cultura/Libri da

Valentina Capecci la conoscete già. Ogni mese scrive per Tyche Magazine pezzi umoristici sulla sua “tragicomica” condizione di pendolare, tra le Marche, dove vive, e Roma, dove lavora come sceneggiatrice. Una lunga carriera fatta di film per il cinema, tantissime fiction Tv (più di venti), commedie teatrali e anche qualche libro. L’ultimo, “Il passo del pollo”, è un e-book (scaricabile da Amazon a solo un euro e mezzo) e la prima cosa che colpisce è la sua copertina, apparentemente irriverente. 

Ma l’apparenza inganna, giusto?

<<Infatti. Anche se la trama, con diversi personaggi, ha vari aspetti, in sostanza si tratta di una appassionata storia d’amore. Parla di un ragazzo e una ragazza agli antipodi, per estrazione sociale, carattere e cultura che però, frequentandosi, scopriranno di avere in comune le cose che contano, valori fondamentali come il senso di giustizia, l’altruismo e una gamma di sentimenti che sfidano le convenzioni. Ecco perché non bisogna fermarsi alle apparenze>>.

Detta così sembra una storia molto seria e invece i protagonisti sono simpatici e il tono è ironico, pieno di battute. La vicenda poi è ricca di situazioni divertenti e colpi di scena esilaranti.

<< Beh, è una commedia. E un chiaro omaggio a un certo cinema che amo molto: quello in cui un manipolo di sfigati si imbarca in un’impresa, spesso assurda, per cambiare il corso della propria esistenza>>.

Di che impresa si tratta?

<< Di una truffa. Utilizzando uno scalcagnato pollaio>>.

Ecco svelati il titolo e, soprattutto, l’immagine di copertina: cercano di metterla in quel posto a qualcuno, giusto?

<< Esattamente>>.

Abbiamo visto su Amazon che le recensioni sono molto positive, addirittura entusiaste del libro. Ma ora ti faccio l’ultima domanda: dal prossimo mese tornerai a scrivere per noi, vero?

<< Certo! Ho ricevuto mail e messaggi su Facebook di altri pendolari come me. Quindi non posso smettere di dar voce alle nostre sofferte peripezie>>.

A presto Valentina!

Kruger Agostinelli

Tyche, l’opportunità per sconfiggere l’indifferenza

in Cultura da

<<Vi suggerisco di soffermarvi su quel quadrato esterno rosso, in una direzione volutamente esclamativa. Perché? Quelli siamo noi della redazione TYCHE alla costante ricerca di notizie capaci di generare vivacità nei sensi>>. Scrivevo così nel pezzo di apertura del nostro magazine, nel tentativo di spiegare il significato della nostra missione. Una specie di polo di energia sotto la scritta Tyche, quel termine che è nella mitologia greca la divinità della fortuna.

Ecco, quel quadrato rosso che oggi vedete emergere in prima pagina non è una sorta di “Gratta e vinci” ma è la concreta convinzione che solo il pensiero, il ragionamento, l’entusiasmo, i desideri, la creatività, il cuore che si emoziona e, perché no, la legittima ambizione, possono sconfiggere la palude dell’indifferenza, del tira a campare. Raccontiamo storie e pensieri di chi ce l’ha fatta e di chi ce la vuole fare. Raccontiamo di come è bello il nostro territorio ma anche di chi va fuori da questi confini e continua a provarci. Raccontiamo di eccellenze e di tendenze. Insomma cerchiamo di intercettare tutto ciò che determina un movimento, un’onda, un sussulto. Tyche è per noi l’identificazione della fortuna più grande che ognuno di noi può incontrare. L’opportunità.

Kruger Agostinelli

Arcimboldo, “gustose passioni” nel libro di Ketty Magni

in Cultura/Libri da

Ketty Magni è una mia cara amica. Una scrittrice di gran talento e di “gustosa passione”. Complice Valentina Conti, sono stata coinvolta nella presentazione del suo ultimo libro dedicato ad Arcimboldo in occasione di Futura Festival.

Arcimboldo è il “pittore fruttivendolo”, tanto famoso durante il Rinascimento e poi dimenticato, perché forse non capito. La sua fama riprenderà con i surrealisti. <<Ma quanto è attuale oggi Arcimboldo?>>. Valentina inizia con la domanda di rito. E Ketty ci racconta di quest’uomo irruento e passionale. Pieno di energia, intraprendenza e generosità. Un uomo che era riuscito a ritrarre Rodolfo II, l’imperatore degli Asburgo, con una pera al posto del naso. Arcimboldo si vantava di entrare a Palazzo ad ogni ora del giorno e della notte. Aveva l’amore della donna più corteggiata e ambita del momento, Ludovica Crivelli, che morirà presto, lasciandolo nella disperazione. Era ambizioso a dismisura. Amava ostentare la sua arte. Fu molto popolare all’epoca. Divenne ricco con la sua arte. <<Attuale ora sicuramente si! Arcimboldo è uno dei simboli di Expo. È la natura che entra dentro l’uomo e lo fa diventare immortale>>. Ketty è innamorata della storia del suo Arcimboldo. Lo accarezza con le parole e lo protegge. È tenera quando racconta di come si innamorò di una povera fruttivendola e di tutto quello che fece per renderla felice. Nel libro sono descritti i pranzi sontuosi e le ricette pregiate che ne facevano parte. Erano tempi in cui le portate erano assolutamente ben confezionate. <<Si mangia prima con gli occhi. Ne sa qualcosa il nostro amico Gualtiero Marchesi>>. <<Ma come hai fatto a elaborare le ricette del tempo?>>. <<Segreto professionale. Ho le mie fonti. All’epoca si mangiava dolce, si condiva con miele, formaggi, frutta e verdura. Si cominciava già a bere del vino freddo. Erano molto bon vivant, gaudenti>>. Da qui in poi lasciamo Arcimboldo ai suoi teneri ricordi e parliamo di oggi. Ketty come me conosce tanti cuochi importanti. Quelli televisivi per intenderci. Quelli mediatici capaci di far diventare un piatto a tre stelle una semplice patatina fritta confezionata. Concordiamo, da sagge visionarie del fenomeno che c’è troppa esposizione. Sono anni che lo diciamo e anni che è sempre così. Anzi aumenta. Tutti oggi sono esperti di cibo e fotografano i piatti al ristorante. Lo faccio anch’io, lo ammetto. Ma perché sto lavorando. E mi vergogno anche un pochino. Però non annuso i piatti. Quello proprio no. Dal pubblico in fondo arriva un no tassativo riguardo il naso su i piatti. C’è un pubblico attento e critico al Futura Festival. Un pubblico che con il caldo che faceva è arrivato puntuale ed ha apprezzato la storia di Arciboldo raccontata da Ketty. Valentina le domanda che libro ha sul comodino. Che libri, mi correggo. <<Non te lo dico>>. I libri sul comodino di uno scrittore, di solito, svelano la trama del suo prossimo libro.

Carla Latini

Le parole di Valentina e il violino di Marco a Tyche Live

in Cultura/Libri da

Sotto i riflettori di Tyche Live in questa occasione vi proponiamo in redazioni le parole di Valentina Capecci e il violino di Marco Santini. Una puntata che permette a Valentina di raccontarci del suo mondo di sceneggiatrice televisiva e di scrittrice. Potete cercare qui i racconti che ha editato per Tyche. Marco invece ci parla delle sue esperienze internazionali e del “contatto” con Papa Francesco. Partendo da un brano ispirato ad un’isola lontana del nord fino alla sua orchestra per archi in Germania. Due esempi di marchigiani che riescono ad esportare fuori dai nostri spazi territoriali il loro indiscusso talento. Buon ascolto.

#TycheLive

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Irene Paoluzzi, ingegnere all’estero con un libro nel cassetto

in Cultura/Libri da

Un cervello all’estero per scelta, scrittrice per passione. Irene Paoluzzi ormai da diversi anni, pur essendo giovane, torna nella sua Civitanova solo per qualche periodo di vacanza. E’ ingegnere e lavora per una società svedese di sviluppo software che recentemente l’ha spedita a Manila, capitale delle Filippine, ma che solitamente la vede impegnata a Malta. <<Quando sono partita – dice – non era ancora un periodo così nero per il lavoro qui da noi. Ma ho scelto di lavorare all’Estero proprio per una mia crescita personale>>. Ma da quando aveva 20 anni, coltiva il sogno di diventare una scrittrice. Il suo romanzo, “L’innocenza del germoglio” ha passato la fase regionale del concorso letterario La Giara. Ora è alla ricerca di un editore che lo pubblichi. Irene si racconta a Tyche in questa intervista.

Kruger Agostinelli

in collaborazione con Emanuele Pagnanini

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Futura2015: dal capitalismo dei Beatles al marketing di Cleopatra

in Arte/Cultura/Libri da

Il futuro si declina anche guardando al passato. Dai miti e dalle figure della storia, come Cleopatra e Dante, fino all’iconologia del presente, da quei quattro ragazzi di Liverpool che poi sono diventati famosi con il nome di Beatles. Il sabato del Futura Festival, a Civitanova, ha visto il suo apice la sera in piazza della Libertà, dove sono saliti sul palco prima il giornalista Federico Rampini, poi Michele Mirabella, autore, conduttore televisivo e divulgatore, grande conoscitore dei Classici. Entrambi protagonisti assoluti, con un’energia coinvolgente.

<<Cito Steve Jobs: i Beatles sono il mio modello di businnes>>. Da “Here comes the sun”, speranza per una ripresa economica, a “Yesterday”, che <<oltre alla nostalgia di un amore perduto si potrebbe estendere all’economia e al fatto che si può pensare di non vivere in un paradiso terreste>>. O “When I’m Sixty-Four”, <<emblema di quell’invecchiamento della popolazione>> che innesca scenari preoccupanti. Federico Rampini presenta un tema complesso, che ruota intorno alle regole dell’economia, in modo dinamico e accattivante, prendendo spunto dal gruppo di Liverpool. Mordendo pure quella mela di Apple per rendere amica di tutti un’economica <<troppo spesso religione esoterica, sequestrata dai teocrati>>. Ovviamente si parla anche di attualità, della Grecia e del suo rapporto con la Germania: <<In questa vicenda non ci sono buoni e cattivi – risponde il giornalista ad una domanda del pubblico -. Ci sono prevalentemente cattivi ben distribuiti in tutti i campi. Attenzione però a non trasformare l’intera Grecia in un paese di martiri innocenti>>. E come superare, se superare, il capitalismo, gli chiedono dalla platea? La replica. <<Da giovane ho creduto anche io ad una possibile fuoriuscita da questo sistema. Oggi non penso sia attuale, dal momento che ho visto crollare tanti sistemi socialisti. Cuba, pur avendo un’isola rigogliosa, importa l’80% della produzione. Bisogna quindi aprire gli occhi. Penso però che il capitalismo può cambiare e ci sono state diverse forme di capitalismo migliore nella storia. L’Inghilterra dei Beatles era capitalismo, gli Usa dei Kennedy era capitalismo>>.

Michele Mirabella dopo “Cantami o mouse” svela che sta preparando una nuova pubblicazione, che si intitolerà “Il file di Arianna”. Il suo modo di raccontare è davvero unico. Parla di letteratura, anche se ammette che <<gli italiani leggono poco. Sarà che sono intenti a scrivere troppi libri>>. Diversi i miti narrati. Come Cleopatra, <<donna cha ha inventato il marketing: dal suo modo di presentarsi a Cesare fino al modo in cui ha programmato il suicidio: come una moderna telenovela!>>

Tra gli ospiti, da segnalare anche un interessante intervento di Gilberto Corbellini, professore ordinario di Storia della Medicina e docente di Bioetica. <<Il progresso? E’ come il potere. Lo critica chi non ce l’ha. L’Italia ad esempio è ferma da dieci anni>>.

Non perdetevi oggi alle 18 la Lectio di Paolo Flores D’Arcais e alle 21.30 l’incontro con il grande scrittore David Grossman. Futura si riposa lunedì e martedì e ripartirà mercoledì. Per tornare ad indagare sul cambiamento.

#TycheFutura

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Chimena Palmieri, sette notti “da sogno” con Ligabue

in Cultura/Libri da

Chimena Palmieri, anconetana, ci racconta che è stata precoce nel leggere e scrivere: aveva appena quattro anni. Una passione che non l’ha mai abbandonata. Poi l’opportunità del primo libro edito per la Sonzogno che dal titolo potrebbe trarre in inganno. “Sette notti con Liga”. Una fan del cantautore emiliano che tratta il suo mito semplicemente come uomo. In sette racconti in cui costruisce situazioni surreali ma anche ironiche e velatamente disperate. Un taglio sorprendente e ricco di intuizioni. Poi, durante una visita alla nostra redazione, ci racconta del suo libro in attesa di pubblicazione, “Raval”. Un’attenta chiacchierata per comprendere come sia difficile nutrire la propria passione di scrivere. Ed ora speriamo di leggere a breve delle parole scritte da Chimena per Tyche Magazine.

Kruger Agostinelli

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