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Mangiare e bere - page 2

A Casa Mirizzi il Pranzo di San Martino per Festeggiare i primi 50 anni della Montecappone

in Carla Latini/Mangiare e bere/Vini di Montecappone da

Sara Pandolfi è una Fatina Bionda munita di un mestolo magico capace di trasformare un’accogliente e calda cantina in un salone delle feste. Di quelle sontuose, quasi natalizie.  Al suo fianco il marito, lo Chef German Scalmazzi, arriva come il principe azzurro con la sua corte, il sous Chef Gianluca Guidi e un carrozzone favoloso dove ha caricato l’intero Chalet La Rotonda di Porto Recanati. Anticipato di pochi minuti da Mauro Follenti, il mitico macellaio di Civitanova Marche, che in questa favola domenicale somiglia al Gatto con gli Stivali. Nel corso della narrazione capirete perché. Il padrone di casa, Gianluca Mirizzi con la bella moglie Annarita, accoglie i numerosi ospiti. Che sono amici, clienti fedeli, giovani coppie. Insomma quella che mi viene da chiamare: bella gente. Il vero scopo di questo conviviale non è solo mangiare bene e bere meglio. E’ ascoltare ed imparare. Per questo, motivo in fondo alla sala, German ha costruito un palco dal quale ci racconterà ogni passaggio dei piatti che degusteremo. Accanto a lui Mirizzi, con il suo eloquio colto ma di facile ascolto, ci porta nel magico mondo delle vigne, del vino e dell’olio. Con la semplicità di linguaggio di chi segue la vita della produzione dalla terra al bicchiere.

I convenuti sono accolti dalle mie rosselle, piccoli crostini di grano duro al verdicchio, farcite con la concia fresca della salsiccia di Follenti. Cominciamo con golosa aggressività e brindiamo ai 50 anni dell’Azienda con il Sauvignon spumante Charmat. Una sorta di ‘in alto i calici’ che scalda subito l’atmosfera. La bella Sara ci invita a sederci. Tavoli tondi, centro tavola di croccanti grissini. Sembra di stare allo Chalet La Rotonda. Mentre ci servono la stupenda tartare di Follenti il padrone di casa ha in mano una bottiglietta preziosa. Contiene l’extravergine  monovarietale di Rosciola che ci viene portato a tavola un una ciotolina. Da annusare, da pucciare con l’indice e da leccare. Qualcuno fa giustamente scarpetta. Quella della produzione dell’olio per la Montecappone è stata un vero e proprio recupero delle piante già esistenti. Curate con maestria e professionalità hanno portato questi eccellenti risultati. Così come le vigne. Dalla carne cruda passiamo al celebre ‘ragù de lo Batte’. Mauro e German sembrano il Gatto e la Volpe, e Mauro ha sempre gli Stivali, quando raccontano la storia contadina del rito del raccolto. Io, nel mezzo, posso solo che divertirmi. Ma quanto ha bollito il ragù? Due ore anche di più. I trucioli godono di cotanta bontà e il ragù ringrazia. Un giro di parmigiano a piacere passa fra i tavoli. Come a casa. Perché, in fondo, siamo a casa. Casa Mirizzi. Rende omaggio al piatto il Verdicchio dei Castelli di Jesi 2017 Muntubé. Che in dialetto jesino vuol dire ‘molto bene’. Un vino pensato da Gianluca per ricordare, appunto, gli anni passati. Tutti i pregi del vino di una volta senza i difetti. Per il celebre Federico II Verdicchio dei Castelli di Jesi 2016 Scalmazzi crea sul palco i ‘Tortelli di ricotta e limone, brodo di parmigiano, zucca e pancetta’. Una delizia per gli occhi. Un’esplosione di sapori per il palato. Il pubblico, perché questo pranzo è uno spettacolo, applaude. Mirizzi spiega con soddisfazione la grande evoluzione di Federico II e, reduce da Merano Wine Festival, ci racconta dei numerosi premi presi quest’anno che arricchiscono il medagliere dei suoi meritati successi. Ed ora arriva il momento più sconvolgente della giornata. Follenti porta sul palco un coniglio crudo intero. Testa compresa. Mi aspetto reazioni poco simpatiche ed invece anche le signore in prima fila si dimostrano interessate a capire perché il coniglio non può essere scambiato per un gatto e come si fa a dissosarlo ad arte. Lo mangeremo di lì a poco trasformato dall’estro di German in ‘porchetta e pop corn’ di cotenna. Utopia Verdicchio dei Castelli di Jesi di Jesi Classico Riserva 2015, una delle chicche della cantina Mirizzi, rende omaggio a questo grande piatto. Gianluca ha dedicato al nonno Kylix Marche IGT passito che, nel tempo, si è affinato e ha trovato in questo nome la sua giusta dimensione. Lo beviamo con due pecorini marchigiani, uno meno stagionato dell’altro e con un dolce spettacolare, poteva mancare? Un cannolo di cioccolato fondente ripieno dal nome ‘sigaro di cioccolato, crema al mascarpone e crema di latte, terra ai cantucci e cacao 70%. Sazi, felici e ‘socializzati’, sembriamo ad una festa di matrimonio, Mirizzi ci accompagna in cantina. Per me non è la prima volta. Ma ogni volta è come se lo fosse.Un grande grazie va al Direttore Kruger Agostinelli che, come il pifferaio magico, conosce i nostri desideri e sa come realizzarli.

Buon Compleanno Montecappone! Ah, dimenticavo, al ritorno dalla cantina ci aspettavano caldarroste bollenti.

Carla Latini

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Pranzo di San Martino da Montecappone Proprietari Viticoltori Mirizzi a Jesi

in Mangiare e bere/Vini di Montecappone da

Appuntamento in cantina a Jesi dai Montecappone Proprietari Viticoltori Mirizzi, per il Pranzo di San Martino, domenica 11 novembre 2018.

Continuano gli eventi speciali per il 50° anniversario dell’azienda di Gianluca Mirizzi che prendendo spunto proprio da San Martino, quando “ogni mosto diventa vino”, si concede un evento dedicato al buon bere e al buon mangiare. Per questo giorno speciale Gianluca ha messo in campo una squadra marchigiana che renderà onore ai suoi migliori vini ed oli delle etichette Montecappone e Mirizzi.

A German Scalmazzi, giovane ma apprezzatissimo chef del ristorante La Rotonda di Porto Recanati, il ruolo di direttore di orchestra per questa sinfonia di sapori. Poi come partner la pasta di Carla Latini e le carni della Macelleria Follenti di Civitanova Marche. Il tutto naturalmente innaffiato dai Vini di Montecappone.

Per cominciare il pranzo Mauro Follenti, dell’omonima Macelleria di Civitanova Marche, farà una dimostrazione di come veniva fatta la concia ovvero la salsiccia tradizionale marchigiana che abbinata ai taralli  di Carla Latini e le bollicine di Sauvignon di Montecappone. Durante il continuo del pranzo Chef German Scalmazzi effettuerà lo show cooking dei piatti proposti. Carla Latini racconterà aneddoti della sua pasta e a Gianluca Mirizzi la descrizione di vini ed oli proposti in questo Pranzo di San Martino.

Secondo una logica in equilibrio fra tradizione e innovazione gastronomica, questo è il menu creato per l’occasione:

La “concia” della nostra Salsiccia tradizionale
Battuta di Scottona Marchigiana, tartufo estivo, crema d’uovo e stracchino al lime
abbinato con Sauvignon spumante charmat Montecappone

Truciolo Carla Latini con ragout de lo Batte
abbinato con Muntobè Verdicchio dei Castelli di Jesi 2017

Tortello di ricotta e limone, brodo di parmigiano, zucca e pancetta
abbinato con Federico II Verdicchio dei Castelli di Jesi 2016

Coniglio Leprino in porchetta e popcorn 2.0
abbinato con Utopia Verdicchio dei Castelli di Jesi classico Riserva 2015

Formaggi, dolci dello Chef
abbinato con Kylix Marche IGT passito di Montecappone

Caffè

Ad ogni partecipante sarà offerta una confezione assaggio di olio extravergine nuovo.

Pranzo di San Martino in Cantina, domenica 11 novembre 2018 ore 13. Chef German Scalmazzi

Info 0731 205 761 – 333 297 8870

MONTECAPPONE Proprietari Viticoltori Mirizzi -Via Colle Olivo, 2 – JESI AN

Aria di festa da Menchetti a Perugia

in Mangiare e bere/Menchetti da

Primo settembre con Roberto Farnesi, Alex Belli, Paola Di Benedetto, Francesca Brambilla, EleNoir Dj e Frank Nastri

Roberto Farnesi prossimamente protagonista della nuova serie per rai 1 Il paradiso delle signore; Alex Belli noto per le sue apparizioni a Ballando sotto le stelle e L’isola dei famosi; Paola Di Benedetto già madre natura nel programma Ciao Darvin di Bonolis e protagonista nell’ultima Isola dei Famosi; e non ultima Francesca Brambilla la Bona Sorte alla corte di Bonolis nonchè showgirl in Quelli che il calcio. E’ un set televisivo? No semplicemente è aria di festa per il rinnovo del locale di Menchetti a Perugia, sabato 1 settembre dalle ore 19 in Strada Trasimeno Ovest 7.

E non finisce mica qui, spazio anche per la musica con un duo eccellente formato dalla bella ma soprattutto la bravissima EleNoir Dj, specializzata in House e Deep Music; a cui si aggiunge il percussionista Frank Nastri, uno dei migliori Live performer in giro per il mondo, ha suonato fra l’altro a fianco di artisti come Mario Biondi, Jesto Funk, Nathan Heins e Josè Padilla il boss di Cafè del Mar. La coordinazione artistica è stata curata da Fabio Romagnoli.

Ingresso libero per tutti e sicuramente una festa con selfie con i propri beniamini, musica da ascoltare e da ballare e naturalmente tutte le irresistibili sfiziosità di Menchetti.

Settanta anni e non li dimostra, stiamo parlando dell’azienda Menchetti che dal 1948 dà più sapore al tempo. Sotto il segno del pane la famiglia Menchetti ha saputo trovare sempre il giusto equilibrio fra tradizione ed innovazione al motto del piacere di vivere insieme. Un sapiente mosaico che ha il cuore in Valdichiana con la propria azienda agricola che è il motore di tutte le attività, dove cresce il grano Verna prima di diventare pane, pizza e dolci. Una famiglia apprezzata da sempre per il rispetto dell’ambiente e la continua ricerca di eccellenze del territorio.

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MENCHETTI dal 1948 – Strada Trasimeno Ovest 7 Perugia – info 075 5009617

Aria di festa da Menchetti Perugia

Cena della vendemmia in vigna a Jesi da Montecappone

in Mangiare e bere da

Sabato 8 settembre, ora 20.30, Cena della Vendemmia in Vigna, una prelibata iniziativa della Montecappone Proprietari Viticoltori Mirizzi. La rinomata azienda di Jesi propone questo suggestivo evento al centro delle iniziative che in questo 2018 sono state dedicate al 50° anniversario dell’azienda.
Sarà Massimo Bomprezzi, uno chef eccellente a realizzare un menù che unirà la tradizione culinaria marchigiana all’abbinamento dei vini più importanti della cantina di Gianluca Mirizzi, ovviamente personalizzandola con il suo gusto impeccabile. Insomma non una cena qualunque ma l’essenza del territorio per esaltare quei vini di Montecappone, sempre più spesso e in alto nelle migliori guide nazionali ed estere, a cui va aggiunto il superlativo e pluripremiato assortimento di olio. Partner della serata la Pasta di Carla Latini e la Macelleria Francesco Follenti.

– Rollè di faraona con brunoise di ortaggi e pistacchi con insalata e
pepite di pecorino di fossa con olio di ascolana tenera.
Accompagnato dallo SPUMANTE Marche Igt SAUVIGNON.

– Vincisgrassi alla maceratese
– Trucioli Carla Latini con speck, zucchine, crema di parmigiano e
Accompagnato dal MUNTOBE Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore doc 2017

– Oca della battitura cotta nel forno a
– Coniglio in porchetta con cotica croccante, patate e pomodori
Accompagnato dal FEDERICO II Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore doc 2016

– Pasticceria mignon
Accompagnato da Vino & Visciole

Cocomero al ghiaccio
Caffè e liquori

Il produttore Gianluca Mirizzi sarà felice di raccontare i vini proposti e offrire (a fine serata), a tutti gli intervenuti come ricordo della serata, in omaggio una selezionata bottiglia dell’azienda

55,00 euro a persona

Info e prenotazioni: 0731 205 761 – 333 297 8870

La cucina dello Chef German Scalmazzi con i Vini di Montecappone secondo Carla Latini

in Carla Latini/Mangiare e bere/Vini di Montecappone da

Il pranzo con gli amici. Se deve essere è così.

Ormai, sono i rapporti, quelli veri sui social, a creare collisioni, incontri, contaminazioni. Per me la parola contaminazione è bella e positiva. Vuol dire uscire dall’orticello e provare a portare altrove le proprie idee. Dove c’è cultura c’è sempre spazio per un buon vino e per un buon cibo. Detto ciò o detto questo, come amano intercalare tutti i politici oggi, succede che Gianluca Mirizzi, ai social Gianluca Utopia (come uno dei suoi vini di punta) si scrive e si chatta (si può dire si chatta?) con Mauro Follenti. La terza generazione della Macelleria Follenti a Civitanova Marche. Quella che nonno e babbo non avrebbero mai immaginato. Si vogliono incontrare, il vignaiolo illuminato (è mio amico e quindi sono di parte ma nel giusto) e il macellaio che nella sua bottega (bellissima) prepara leccornie con il roner a bassa temperatura. Mi coinvolgono e visti i passati recenti, decido che un pranzo da German Scalmazzi con Sara Pandolfi in sala sarebbe l’ideale. Mirizzi vuole spiegare a Follenti i suoi vini e solo la pazienza e la professionalità di Sara lo possono aiutare. Il destino vuole che per un pelo, ma proprio un pelo, Kruger non ci raggiunga con Bobo Vieri. E’ da solo. Meglio. Confondo Vieri con Alberto Tomba.
Ma questo è un problema mio. Siamo puntuali tutti, caso strano, e facciamo fare a German. Ogni suo piatto sarà perfetto con i vini che abbiamo la gioia di degustare. Con Follenti c’è un suo carissimo amico. Da qui in poi denominato ‘appassionato di buona cucina’.
Con i primi antipasti ‘fai te!’ di German, Mirizzi ci stappa Millesimé. Lo spumante della sua nuova azienda biologica Mirizzi a Monte Roberto. 100% Verdicchio. Profumato, corposo, bollicine raffinate, piccole, una dietro l’altra in fila indiana. Mangiamo il salmone affumicato al cedro, maionese al lime, salsa di guacamole, cialde di pane carasau e polvere di olive nere, lo sgombro piastrato con la cipolla rossa caramellata e la tagliatella di seppia con i germogli. Io continuerei a bere Mirizzi Millesimè. Ma è un pranzo ‘didattico’ oltre che goliardico. Quando German ci porta i tortelli ripieni di raguse in porchetta e le irrora con l’acqua bollente di finocchietto selvatico Mirizzi stappa Muntobè che è sempre all’interno della produzione bio. Muntobè in dialetto jesino vuol dire ‘molto bene’. Un Verdicchio di facile comprensione che, però, fa ragionare tutto il tavolo. Kruger è impegnato a provare il suo nuovo telefono e a darci cenni della sua frenetica vita mondana. Follenti mangia, beve, gradisce e alla fine farà le sue riflessioni. Il suo amico ‘appassionato di buona cucina’ sembra essere felice di stare con noi. E ci credo! German prevede un secondo primo piatto che sono degli gnocchetti fatti in casa, con un locale e stagionale ragù di pesce in bianco. E’ il momento si stappare Ergo. Un grande Verdicchio sempre biologico e sempre Mirizzi. Che ricorda i difetti piacevoli e avvolgenti, quasi commoventi, del famoso ‘vino del contadino’.
Un Verdicchio schietto e diretto. Quasi 14 gradi di elegante ‘campagna’.
Mentre proviamo a dire a Sara e German che noi ci fermiamo qui, ben mangiati e ben bevuti, Mirizzi annuncia il prossimo vino che con la ventresca di tonno ai carboni, verdurine miste qualcunque esse siamo, è quanto di meglio potevamo aspettarci. Si chiama Utopia Castelli di Jesi. Un Verdicchio elegante e molto longevo. Un Verdicchio che invecchia bene  fino a 20 anni. Il suo vino più amato e più premiato. Per farla breve: il primo della classe della Montecappone.
German e Sara si siedono con noi e il conviviale va avanti con un piatto misto di dolci al cucchiaio dove c’è una torta al cioccolato veramente notevole. Potremmo bere altro ma finiamo con Utopia. Dopo la foto di gruppo di rito, io, Kruger e Mirizzi andiamo a trovare Follenti nella sua Macelleria. Qui vorremmo ma non possiamo stappare Utopia Rosso, 100% Montepulciano. Lo lasciamo a Follenti. Con le sue meravigliose salsiccie sarà perfetto. E’ nata una nuova amicizia fatta di stima e confronto.
Come sempre io e Kruger ne siamo diretti testimoni e complici indiretti. O diretti?
German e Sara e tutti i ragazzi di cucina e di sala ormai siete una delle mie ‘case’ marchigiane preferite. E i miei amici concordano.

Carla Latini

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La cucina di Chef Nikita Sergeev del Ristorante L’Arcade secondo Carla Latini

in Carla Latini/Mangiare e bere da

Ogni anno il giovane chef invita il nostro Direttore ad assaggiare il nuovo menu. Spesso quello estivo. L’invito si allarga ed io, volentieri, mi associo al ‘percorso nikita’ studiato apposta per noi. Il 24enne Nikita Sergeev è stato scoperto dal mitico Luigi Cremona all’apertura del suo locale ben 5 anni fà, L’Arcade a Porto San Giorgio. Il piatto galeotto fu un risotto al sedano rapa e sentori di mare, limone candito e capperi. Ancora presente nel menu fra “gli storici”. Oggi è considerato all’interno di tutte le guide e nelle associazioni più importanti. Intanto sul tavolo tondo di legno e senza tovaglia quattro entrè profumano l’aria. Tutti i piatti freddi, tiepidi e caldi, emanano profumi prepotenti. Le due olive taggiasche con la mandorla predispongono subito il mio palato a fare un altro boccone che, con il crostone con mozzarella, pomodoro e salsa carpione, diventa subito caldo. Ottime le chips di riso che nascondono una pallina di baccalà in saor. La spugnola di barbabietola e tonno placa un poco le mie papille e le prepara al primo antipasto. Che mi introduce a capire un concetto: quando due grassi si incontrano si sgrassano. Ecco l’insalata di astice e pesca con il foie gras e la cipolla bruciata. Altro punto fermo della cucina di Nikita. Il bruciato al limite estremo . La mia bocca è pulita e pronta per l’esperienza delle verdure fermentate. Il crudo di gamberi rosa è adagiato su estratti di barbabietola, di sedano e carote. L’agrume che lo chef ritiene coprente sul pesce crudo si traveste nella buccia di limone carbonizzata. Una polvere scura che sprigiona al naso e in bocca freschezza e non acidità. L’ostrica Royale è seduta su un trono di ghiaccio. C’è gin, ginepro, aneto, panna e caviale. Tutta d’un fiato. Nel penultimo antipasto la crema di carote con zenzero e quella alla vaniglia addolciscono lo sgombro dell’Adriatico marinato all’anice e poi piastrato. L’aceto, la cipolla, l’aglio sono ingredienti forti. Nikita li trasforma e li traveste di bello e buono. Il concetto grasso elimina grasso, si spiega completamente con scampone, midollo fritto e asparagi verdi. C’è la freschezza dell’asparago appena condito con una citronette, lo scampone del Conero crudo laccato con il suo fondo di cottura e il midollo a sua volta è fritto in una panatura di cotenna di maiale. Saltellano, croccanti, fettine di asparagi sopra e sotto in un contenitore scenografico a forma di osso. I piatti di portata sono uno più bello dell’altro. C’è la mano elegante e femminile di mamma Ekaterina anche negli arredi che sono essenziali, sobri. Il sous chef di Nikita è il giovanissimo Edoardo Corpetti, con lui da tanti anni. Poi c’è Francesco Pettorossi “secondo” braccio destro dello chef che segue la linea dei pani. La sala è il regno di Leonardo Niccià e Irene Tulli. Il riso, brodo di manzo, ricci di mare e alghe mi fa ringraziare Kruger dell’invito. Il brodo non è proprio un brodo è un estratto ottenuto dalla cottura del muscolo del manzo sottovuoto e a 100° fino a che della carne rimanga solo la fibra. Ne deriva un brodo denso dove Nikita cuoce il riso lo condisce con i ricci di mare crudi, con le alghe e lo spolvera con cavolo nero essiccato. In questa creazione c’è tutto il suo essere cuoco. Nei secondi trasforma l’idea del branzino al forno con le patate e del classico polpo. Il branzino, crescione e foglie di pepe, sembra un trancio di pesce ed invece all’interno ci sono le patate condite con l’acqua delle vongole ad aumentare la sensazione umami. Il polpo è unito alla dolcezza del cocco e del cipollotto bruciato. Al posto del sorbetto, a fine pasto, ci porta uno scrigno dorato. Lo apro e mi arrivano al naso cioccolato bianco, aceto e polvere di carcadé. Un pre-dessert molto originale che anticipa la scelta di tre dolci monocromatici. C’è dell’ironia nei dessert e anche nella piccola pasticceria che seguirà. Ci sono tre dolci (Trelatti, Fragola, Pistacchio) non dolci. E la piccola pasticceria, invece, ricorda i classici dolci italiani. La mia preferenza va sul candido Trelatti (marshmallow al latte caprino, gelato di buffala affumicato, spuma di latte vaccino al cardamomo e fior de sel). E’ nelle corde del mio palato perché non è un dolce. Sembra di mangiare burrata, mozzarella, fiordilatte nelle consistenze che tutti conosciamo, ogni tanto risvegliano il palato delle micro meringhe. Il mio ‘percorso nikita’ finisce con un mini bacio di dama e una cheesecake mignon entrambi buonissimi. Abbiamo abbinato a questi piatti dei Vini di Montecappone, l’azienda jesina di Gianluca Mirizzi. Grazie Kruger. Quando torniamo?

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Premio Galvanina a Pesaro, il mondo enogastronomico dei nostri amici

in Mangiare e bere da

Tutti gli anni, ormai da 18, all’interno del format Il Festival della Cucina Italiana si svolge il Premio Galvanina che rende omaggio a giornalisti, produttori, imprenditori, cuochi e vignaioli che si distinguono in Italia e all’estero per la loro dedizione e per le loro innovazioni. Lo presi anche io nel 2012 e il pezzo unico firmato da una giovane artista di Cesena è sempre in sala accanto al divano. E’ anche un’occasione ghiotta per rivedere tanti amici che passano questi quattro giorni a Pesaro in allegria e questa volta anche in musica. Perché il Festival ha celebrato Gioacchino Rossini con concerti e cene dedicate. Ma torniamo alla premiazione che si è svolta a Palazzo Mazzolari Mosca Domenica 17 Giugno. Sono con il Direttore del Kruger.it, oggi anche in veste di fotografo. Che è bravo lo dimostra questa bellissima foto di Elsa Mazzolini. Che è già molto bella di suo. E’Elsa, con Maria Chiara Zucchi, l’ideatrice del Premio. Colta e intelligente oltre che bella trova sempre il modo di divertire e intrattenere il pubblico dando risalto ai premiati e ai loro accompagnatori. Con Elsa c’è sempre un posto a tavola. In tutti i sensi. Al cospetto di Mino Mini, patron di Galvanina, del Sindaco Matteo Ricci, dell’amico di sempre Gianfranco Vissani le premiazioni hanno visto avvicendarsi personaggi molto noti al rutilante mondo del cibo e del vino. A partire da Daniele Cernilli volto pioniere e firma critica costruttiva nel mondo del vino con la seguente motivazione: per l’indiscutibile grande competenza e l’autorevolezza del suo ruolo nel mondo del vino. Poi tocca a Cristina Bowerman, una delle cuoche più eclettiche del panorama internazionale. Per lei la motivazione è: per la sua sorprendente cucina giramondo, basata su una instancabile ricerca, ricca di una femminilità intelligente, curiosa e intensa come lei. A conferma del titolo che ho dato a questo pezzo, fra il pubblico incrocio e abbraccio Verdiana Gordini, la Marietta per eccellenza, qui al festival con le sue sfogline. In verità Kruger Agostinelli non è qui per me ma per Simone Fracassi che premiato anche lui. Il grande eroe della Ciccia, con la C maiuscola, il re della Chianina ha la seguente motivazione: per aver saputo trasformare in arte l’antico mestiere del Maestro carnaiolo e per averla divulgata con passione e competenza. A seguire il noto nutrizionista televisivo Primo Vercilli, orgoglioso e onorato del riconoscimento preso con la seguente motivazione: per la intensa e appassionata opera di divulgazione di un percorso alimentare educativo che mette al centro il benessere della persona. Applaudo mi giro e vedo Flavio Cerioni, il patron con la moglie Elide Pastrani de Alla Lanterna a Fano. Meta fissa delle mie serate di pesce. La cerimonia continua con l’imprenditore Tony Pirozzi che su Londra ha creato Alivini, uno degli importatori più solido e distribuito. La motivazione per lui: per essere stato il pioniere tra gli importatori italiani in UK e per continuare a tenere alto il valore della nostra miglior enogastronomia all’estero. Ed a proposito di vini si conclude con Donatella Cinelli Colombini, Presidentessa delle Donne del Vino, che prende il premio del ‘cuore’ con la motivazione: per la sensibilità dimostrata nella divulgazione delle pratiche di disostruzione da cibo tra le Donne del Vino; e con Damijan Podversic, visionario produttore di vino con la motivazione: viticoltore eroico che esprime l’identità di frontiera attraverso gli elementi necessari a un grande vino: una grande terra, un grande vitigno e il seme maturo.
Applausi baci e abbracci e foto di rito. Risate sonore e vigorose strette di mano. Intravedo altri amici che corro a salutare. Maurizio Urso volato da Siracusa con i suoi arancini mi fa venire la voglia di tornare in Sicilia. Il tutto si conclude a tavola e Simone Fracassi coccola felice la sua splendida figlia.
Al prossimo premio!

Carla Latini

Cantine Aperte 2018 con i vini di Montecappone a Jesi, i 50 anni dell’azienda Mirizzi

in Mangiare e bere/Vini di Montecappone da

Montecappone, l’apprezzata azienda vinicola di Jesi, si prepara ad affrontare le due giornate di Cantine Aperte con un calendario davvero stellare. Non poteva che non essere così, infatti questa data coincide con il 50° anniversario dell’azienda della famiglia Mirizzi. (qui potete leggere la storia).

Uno spettacolare cartellone di eventi ed incontri che faranno da degna cornice a vini e oli della prestigiosa azienda Montecappone.

SABATO 26 MAGGIO
Il pomeriggio, con interventi dalle 15 alle 19 ci saranno alcuni artisti di strada del circo nazionale ed internazionale Takimiri per la gioia di grandi e piccini. Poi un bellissimo serale con l’allegra nostalgia musicale dei Burro e Salvia, affermatissima formazione jesina da anni il punto di riferimento per gli amanti dello swing italiano. Oltre agli insuperabili vini ed oli della Montecappone ci sarà la possibilità di mangiare grazie alle proposte della Rincrocca di Jesi e della gelateria Ciro & Pio. Ingresso libero per tutti.

DOMENICA 27 MAGGIO
Degustazione guidata di riserva a cura di Francesco Annibali della redazione di Doctor Wine. Dalle 17 alle 18 il divertimento è assicurato con le barzellette di Lando & Dino ne “i Marchisciani”. All’interno ci sarà un intermezzo per uno spazio dedicato alla moda estiva K&S Accessorized con una sfilata moda mare. Dalle 19 alle 21 musica anni 50 dal vivo con Back Beat. Oltre agli insuperabili vini ed oli della Montecappone ci sarà la possibilità di mangiare grazie alle proposte delle aziende Salumi & dintorni di Mirko Polita e il Caseificio Piandelmedico di Giulia Trionfi Honorati. Poi alla gelateria Ciro & Pio la possibilità di rendere ancora più dolce la giornala. Ingresso libero per tutti.

Gianluca Mirizzi e il suo staff sarà presente per spiegare ed incontrare tutto il pubblico desideroso di conoscere tutti i possibili dettagli della Montecappone, un’azienda che rappresenta l’orgoglio del territorio marchigiano.

Info 0731 205 761 (orario negozio)

MONTECAPPONE – VIA COLLE OLIVO, 2 – JESI (uscita Jesi Ovest per chi arriva dalla superstrada 76)

Carlo Latini racconta il suo Senatore Cappelli con lo Chef Paolo Paciaroni

in Carla Latini/Mangiare e bere da

Un invito a Borgo Lanciano non si rifiuta mai. È un luogo magico e ricco di energia vitale positiva. Da quando a dirigere la cucina c’è lo Chef Paolo Paciaroni il viaggio ha un valore doppio.

Borgo Lanciano

Il 3 Maggio ho partecipato ad una cena speciale organizzata per due amici speciali: Carlo e Carla Latini. La coppia che, in tempi non sospetti quando nessuno parlava di grano duro e figuriamoci di grani antichi, riprese a coltivare il grano duro Senatore Cappelli nel lontano 1991. La serata inizia così. Con il benvenuto di David che cura le relazioni esterne del Borgo, con Carla che ci mette in guardia su una possibile commozione di Carlo, con Carlo e la sua storia . Dalla cucina comincia anche Paolo Paciaroni che ci delizia con un primo antipasto, fra creatività e terra: Tacos con erbe di campo con erbette spontanee e melissa, Al Contadin non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere, Peperone candito al miele di Luca Bianchi, guanciale Sa.Di.Fà, alla brace.

antipasti di terra Paolo Paciaroni Borgo Lanciano

Alla fine degli anni ’80 Carlo Latini conosce Cesare Maliani, genetista agronomo di Recanati, figlio dell’allievo prediletto e maggior divulgatore dell’opera di Strampelli, padre della moderna cerealicoltura mondiale e selezionatore dell’ormai famosissimo Senatore Cappelli. Si arrossano gli occhi e trema un po’ la voce al nostro amico Latini quando ci fa vedere con le sue parole la prima raccolta che risale al 1992 e ci descrive il sapore di questo che, a ragione, possiamo definire un vero recupero storico. Un sapore immutato nel tempo che troviamo subito nei pani fatti a mano dallo staff di Paciaroni. 100% semola di grano duro Cappelli che rendono ancora più gradevole il secondo antipasto: Terrina di Fagianella con verdure primaverili tartufo, crema di albicocche, piselli e lime.

antipasti di Paolo Paciaroni Borgo Lanciano

Apro una parentesi che dedico ai vini della Fattoria Colmone protagonisti anche loro della serata. Il Bianco del Moro che accompagna gli antipasti è un Sangiovese vinificato in bianco. Molto interessante. Ma torniamo a Carlo. Un primo raccolto di Senatore Cappelli poteva essere pastificato solo applicando il metodo classico artiginale, trafile di bronzo ed essiccazione lenta a bassa temperatura. Per rispettare completamente tutte le caratteristiche organolettiche del primo grano italiano iscritto all’Ente Nazionale Sementi Elette nel 1915. Il grano della Battaglia del Grano che si legge sui libri di storia. Che sapore ha la storia? Sa di pane cotto a legna, di mandorla tostata, di paglia profumata. A questo punto interviene Paciaroni. Lo fa con il primo dei primi di Cappelli che stupisce perché sembra una carbonara ma non lo è: Chitarra Semola Cappelli con pomodoro verde, finocchietto selvatico e lonza.

Chitarra Semola Cappelli con pomodoro verde, finocchietto selvatico e lonza Paolo Paciaroni Borgo Lanciano

Ma quanto è diventato bravo Paolo? L’idea dell’uovo è data dall’acqua del pomodoro verde che lui prepara all’inglese. Un giorno ci faremo spiegare come si fa. Il sapore della pasta descritto da Carlo è lì. E cresce con il secondo dei primi: Spaghetti Senatore Cappelli Semi Integrali alla puttanesca. Bocconi robusti e intensi. L’esaltazione del Cappelli. Cresciamo anche con i vini e passiamo a Re Piero, vino rosso Marche IGT che vola nella compagnia aerea degli Emirati Arabi.

Spaghetti Senatore Cappelli Semi Integrali alla puttanesca Paolo Paciaroni Borgo Lanciano

Dal 1992 ad oggi, ogni anno eccetto alcune annate poco produttive (“Il Cappelli è alto quasi un metro e 80 centimetri, ha una spiga molto grande e pesante. Se si raccolgono 25/30 ql per ettaro è un successo.” Sottolinea Latini e aggiunge: “Se realmente in tutti i prodotti attualmente sul mercato che riportano la dicitura Senatore Cappelli in etichetta ci fosse il vero seme certificato la ditta sementiera dedicata avrebbe quintuplicato il fatturato.”) i Latini hanno proposto al mondo questa che Carla ha chiamato ‘pastificazione in purezza’. Visionari e pionieri apprezzati prima all’estero e poi in Italia. Parole forti e sicure come il piatto forte inventato da Paciaroni. Sembra quasi che il ritmo della serata sia stato concordato fra parole e cucina. Ma credo sia impossibile. Carlo, che conosco bene, parla a braccio. Ma Paolo lo segue e accompagna con intuizione affettuosa.  Il invita i commensali a giocare con il gelato e l’agnello. Abbinamento assolutamente riuscito e buonissimo. Da ripetere. Con il Cosciotto beviamo Ciacco da Colmone DOC, un blend Montepulciano/Sangiovese. Come per il gelato di alici, abbinamento perfetto.

Cosciotto d’Agnello dei Sibillini, sfoglia di mela e pane, gelato all’alici, scarola e lime Paolo Paciaroni Borgo Lanciano

Al tavolo con noi c’è l’amica giornalista Agnese Testadiferro del Corriere Adriatico. Piacevole e intelligente compagnia.

Agnese Testadiferro Paolo Paciaroni Carla Latini Borgo Lanciano

Un applauso forte accoglie Paciaroni e la sua brigata. Siete stati tutti straordinari.

Lo staff della serata di Borgo Lanciano

Chiedo venia perché non ho fatto in tempo a fotografare il dolce… me lo sono mangiato subito!

Kruger Agostinelli Borgo Lanciano

 

 

 

La notte del Podere Casanova Montepulciano allo Zodiaco con Rumba de Mar

in Mangiare e bere/Podere Casanova Montepulciano da

I meravigliosi vini del Podere Casanova Montepulciano protagonisti, insieme ai Rumba de Mar nell’incantevole scenario di Roma de Lo Zodiaco.  La notte dei Casanova, si chiama così la cena spettacolo che si terrà sabato 24 febbraio 2018 dalle ore 20.30 in poi. Tutti ingredienti di altissima qualità per una notte indimenticabile sotto il segno del fascino, del divertimento e della golosità. Ecco gli ingredienti della serata:

CUCINA che vanta una storicità invidiabile dagli anni ‘50, oltre al suo panorama mozzafiato ed unico. Una cucina convicente fra gusto moderno, attento alla materia prima e la tipicità della tradizione.

VINI del Podere Casanova di Montepulciano dove la tradizione toscana, precisamente senese, non si racconta con le parole ma si assapora. Grazie alle viti di sangiovese, merlot, petit verdot, cabernet sauvignon che vengono vendemmiate, in maniera rigorosamente manuale, per poi riposare in cantina per la vinificazione, rispettando le tradizioni enologiche di questi luoghi. Sulla tavola si alterneranno il Rosso di Montepulciano, il Nobile di Montepulciano e il nuovo nato Irripetibile.

MUSICA con il gruppo, anzi supergruppo, considerato il numero uno nelle feste delle notti italiane più prestigiose. Rumba de Mar ovvero un tappeto di suoni conditi di influenze etniche che si combinano magicamente con ritmi partenopei, arabeggianti, gitani e pure maghrebini. Capitanati da Alberto Laurenti, leader e musicista di enorme talento. Ha collaborato con Renato Zero, Tiromancino, Gabriella Ferri, Roberto Murolo e più di tutti con Franco Califano. Proprio con quest’ultimo ha composto una delle canzoni più belle della musica leggera italiana, “Un tempo piccolo”.

DOVE Un luogo unico in Italia, che domina Roma in tutto il suo splendore dalla cima di Monte Mario, a 140 metri di altezza e da cui si può ammirare una vasta fetta della capitale, che va dai castelli romani al centro storico.

Info 06 3549 6744

Ristorante Lo Zodiaco Viale del Parco Mellini, 88/92 (Monte Mario) Roma

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